Recensione
Sword Art Online
6.0/10
Questo anime consta di due parti ben distinte; non voglio spoilerare, ma c'è una differenza qualitativa enorme fra le due. La prima non è niente di che, ma, complice un plot originale e delle decenti caratterizzazioni dei personaggi, riesce ad appassionare lo spettatore quel tanto che basta per non far abbandonare la visione della serie. Finita la prima parte, inizia una seconda stagione che mi ha dato un'idea ben precisa: gli autori non avevano sufficienti idee, ma da contratto dovevano allungare il brodo, e così è stato: hanno allungato il brodo, inserendo quello che oramai non può mancare in qualsiasi anime trash che si rispetti: triangolo amoroso, personaggi femminili dalle tette grosse e ballonzolanti, "desiderio" di relazione semi-incestuosa con parenti o presunti tali, sentimenti non corrisposti e qualche cenno di ecchi, che però in un paio di occasioni sembra quasi voler sfociare nell'hentai. Niente di clamoroso, intendiamoci, ma forse se ne poteva fare a meno, considerando la natura "molto soft" che in generale ha questo anime. Per il resto non è nient'altro che una sorta di reboot allungante della prima stagione, di qualità però nettamente inferiore, secondo me.
Le atmosfere che si respiravano nella prima parte, il senso di angoscia per il fatto di essere rinchiusi in un mondo virtuale da cui non era più possibile fare il "log-out", la paura che morendo nel mondo virtuale si sarebbe finiti in coma in quello reale, il senso di colpa che provava il protagonista per essere un "beta-tester", il non voler veder morire i propri amici, ecc., erano tutti fattori che rendevano interessante l'opera. Fattori che, purtroppo, nella seconda stagione spariscono completamente, sostituiti dal dramma di un amore talmente improbabile da risultare decisamente poco credibile e, di conseguenza, poco appassionante, e dalla più classica delle storie: il prode cavaliere che, grazie ad una sorta di miracolo, salva in extremis (ovvero, prima di sfociare nell'hentai) la principessa imprigionata nell'irraggiungibile maniero del genio del male.
Insomma, questo "Sword Art Online" è partito in maniera parzialmente originale e interessante, ma si è poi perso per strada. Alla prima stagione do 7,5, alla seconda 6-. Nel complesso, per me non vale più di 6. Guardabile, ma per niente memorabile.
Le atmosfere che si respiravano nella prima parte, il senso di angoscia per il fatto di essere rinchiusi in un mondo virtuale da cui non era più possibile fare il "log-out", la paura che morendo nel mondo virtuale si sarebbe finiti in coma in quello reale, il senso di colpa che provava il protagonista per essere un "beta-tester", il non voler veder morire i propri amici, ecc., erano tutti fattori che rendevano interessante l'opera. Fattori che, purtroppo, nella seconda stagione spariscono completamente, sostituiti dal dramma di un amore talmente improbabile da risultare decisamente poco credibile e, di conseguenza, poco appassionante, e dalla più classica delle storie: il prode cavaliere che, grazie ad una sorta di miracolo, salva in extremis (ovvero, prima di sfociare nell'hentai) la principessa imprigionata nell'irraggiungibile maniero del genio del male.
Insomma, questo "Sword Art Online" è partito in maniera parzialmente originale e interessante, ma si è poi perso per strada. Alla prima stagione do 7,5, alla seconda 6-. Nel complesso, per me non vale più di 6. Guardabile, ma per niente memorabile.