Recensione
Tari Tari
8.0/10
Riguardando la lista degli anime usciti nel 2012 farei davvero molta fatica ad escludere "Tari Tari" dal podio. Anzi, direi che è praticamente impossibile per chi, come me, adora gli slice of life "leggeri" e "realistici".
La forza di "Tari Tari" è proprio quella di mantenere un profilo abbastanza "realistico". Non ci sono gag demenziali, ma semplici situazioni divertenti che chiunque potrebbe vivere nella vita reale, e per questo ancora più godibili (ho adorato le imitazioni di Konatsu e l'inglese a dir poco stentato di Wakana). I personaggi non cambiano il corso degli eventi con la sola forza di volontà e non cercano nemmeno di cambiarlo, dato che, come nella vita reale, è molto più sensato e proficuo concentrare le proprie forze su sé stessi e sugli obbiettivi da raggiungere.
Spettacolare, come sempre nei lavori P.A. Works, l'aspetto tecnico e il design degli scenari, che, come in "Hanasaku Iroha", prende spunto dalla provincia rurale e costiera nipponica. Per il chara design, a livello grafico siamo nella media, per la caratterizzazione anche. I cinque personaggi sono abbastanza diversi anche caratterialmente, ma i personaggi maschili vengono lasciati troppo ai margini della storia.
La musica e lo sport fanno solo da sfondo nel racconto, che è appunto la storia di cinque ragazzi di provincia. Quindi non ci si aspetti un anime sulla musica o sullo sport; l'aspetto sentimentale è quasi inesistente, quindi scordatevi anche scene romantiche.
La trama è leggera ma non banale, lineare ma non monotona, senza colpi di scena clamorosi ma anche senza cali. Si lascia guardare molto volentieri per tutti i tredici episodi. Non mancano le situazioni divertenti e i momenti più drammatici, quindi l'interesse rimane sempre alto e si è parecchio invogliati a proseguire la visione.
Se si vuole trovare una pecca, come accennato poco fa, i personaggi maschili sono troppo ai margini, fini a sé stessi, e interagiscono poco con i personaggi femminili.
Detto questo, se vi piacciono gli slice of life, date una possibilità a "Tari Tari" e non ve ne pentirete.
La forza di "Tari Tari" è proprio quella di mantenere un profilo abbastanza "realistico". Non ci sono gag demenziali, ma semplici situazioni divertenti che chiunque potrebbe vivere nella vita reale, e per questo ancora più godibili (ho adorato le imitazioni di Konatsu e l'inglese a dir poco stentato di Wakana). I personaggi non cambiano il corso degli eventi con la sola forza di volontà e non cercano nemmeno di cambiarlo, dato che, come nella vita reale, è molto più sensato e proficuo concentrare le proprie forze su sé stessi e sugli obbiettivi da raggiungere.
Spettacolare, come sempre nei lavori P.A. Works, l'aspetto tecnico e il design degli scenari, che, come in "Hanasaku Iroha", prende spunto dalla provincia rurale e costiera nipponica. Per il chara design, a livello grafico siamo nella media, per la caratterizzazione anche. I cinque personaggi sono abbastanza diversi anche caratterialmente, ma i personaggi maschili vengono lasciati troppo ai margini della storia.
La musica e lo sport fanno solo da sfondo nel racconto, che è appunto la storia di cinque ragazzi di provincia. Quindi non ci si aspetti un anime sulla musica o sullo sport; l'aspetto sentimentale è quasi inesistente, quindi scordatevi anche scene romantiche.
La trama è leggera ma non banale, lineare ma non monotona, senza colpi di scena clamorosi ma anche senza cali. Si lascia guardare molto volentieri per tutti i tredici episodi. Non mancano le situazioni divertenti e i momenti più drammatici, quindi l'interesse rimane sempre alto e si è parecchio invogliati a proseguire la visione.
Se si vuole trovare una pecca, come accennato poco fa, i personaggi maschili sono troppo ai margini, fini a sé stessi, e interagiscono poco con i personaggi femminili.
Detto questo, se vi piacciono gli slice of life, date una possibilità a "Tari Tari" e non ve ne pentirete.