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10.0/10
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"Ookami Kodomo no Ame to Yuki" (conosciuto internazionalmente più come "Wolf Children") è un lungometraggio veramente emotivo e poliedrico. Uscito nel luglio 2012 e presentato in svariati festival internazionali, "Ookami Kodomo no Ame to Yuki" si presenta come una delicata storia che affronta svariate tematiche quali la paura del diverso, il confronto dell'uomo con la sua natura animale, la crescita interiore, il confronto con la società, ma, soprattutto, rappresenta in modo eccelso l'amore materno.

Si intuisce da subito la tematica già dai primi minuti in cui Ame, figlia di Hana, fa da storyteller della vita della madre, studentessa universitaria ordinaria che viene attratta da subito da un ragazzo schivo, originale, ma con buon cuore. Ecco che pian piano Hana cerca di farsi notare da lui, lo aspetta, se ne innamora perdutamente di un amore puro fino a che lui decide di mostrare la sua vera natura di lupo. La ragazza, per nulla intimorita, continua ad amarlo, dando alla luce due splendidi bimbi: Yuki e Ame, per l'appunto. Purtroppo, il suo grande amore non ha mai tradito né nascosto la sua seconda natura di lupo, che lo portava a fare uscite notturne, fino al punto che un brutto giorno... Da quel momento in poi Hana chiede ai suoi bambini di fare una scelta di vita, se essere lupi o umani. La piccolina Ame sembrerebbe prediligere essere una lupacchiotta, vispa e vivace molto più del calmo e pacato fratellino frignone, e così Hana compra una casa in campagna e inizia la loro crescita interiore e fisica.

Questo lungometraggio si presenta molto incisivo dal lato emozionale, con tematiche affrontate nel modo più naturale possibile, mostrando scorci di vita quotidiana che valgono molto più di mille parole. La paura di ciò che è sconosciuto, l'affidarsi, il rispettare e amare completamente e in modo pieno l'altro. Un grande amore in grado di trascendere il tempo e lo spazio. La memoria, la costanza e la devozione ai propri figli, creature amate e anteposte a tutto, nonostante qualche anomalia fisica che la società potrebbe discriminare. Di riflesso, la fuga dalla vita caotica e forsennata di una grande città che non comprende, non apprezza, non ama e non vive. La lenta e sorprendente integrazione in una piccola società rurale, dove ancora si apprezza la genuinità delle piccole cose. La crescita non senza problemi dei figli "diversi", il proteggerli a tutti i costi dagli altri, prima di spingerli a integrarsi, difenderli a tutti i costi, mostrare loro la via, impuntarsi su di essa e infine accettare la loro natura facendo vivere loro la loro vita. Natura che non mente mai, natura con la quale ognuno di noi deve fare i conti, natura che si rifiuta, odia o ama, ma con la quale il confronto diventa inevitabile, presto o tardi.

Direi che Hasoda ha magistralmente fatto un altro centro, dopo il pittoresco "La ragazza che saltava nel tempo" e il fiacco, ma visuale, "Summer wars", con le sue tematiche semplici ma espresse naturalmente sia con i dialoghi sia, soprattutto, per mezzo del medium visivo. La sceneggiatura è integrata candidamente con la parte grafica, dai colori soffusi, lievi, delicati e pacati, come la natura stessa del film: una dolce storia come potrebbe essere la nostra o una delle tante che abbiamo sentito dire, ma raccontata con grande umanità, con maturità e con l'occhio di chi sa ancora dare valore alle piccole cose. Come avrete capito la grafica e le musiche lasciano la via ai temi semplici ma efficaci come un abbraccio senza spiegazioni, uno schiaffo, una corsa disperata sotto la pioggia cercando Ame, un sostegno a una figlia che sente di avere sbagliato, una carezza, il ricevere delle uova, la soddisfazione di cogliere le patate dopo averle coltivate duramente.

Insomma, è un anime-film di un'esperienza di maturazione interiore da vedere!
Uno splendido affresco dell'amore materno incondizionato, che, come sempre dovrebbe essere, sa accettare ogni scelta, ogni mancanza e ogni difetto dei propri figli, ma in forza di ciò li ama sopra ogni cosa. Voto: 10