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9.0/10
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Volendo parlare per metafore, possiamo paragonare la famiglia a un albero, così come si fa in genealogia da tempo immemore, ma modificando sensibilmente la struttura dell'albero stesso e ciò che ne viene rappresentato rispetto alla metodologia canonica, in maniera più personale e meno collettiva. Possiamo infatti vedere noi stessi come il tronco dell'albero, la parte centrale, e la nostra famiglia come le radici (spesso si parla di "proprie radici", proprio a intendere le proprie origini), per poi inquadrare i rami come le generazioni future che da noi nasceranno, sbocciando e poi andando via malinconicamente con il tempo, per diventare a loro volta nuovi alberi che porteranno avanti la nostra storia negli anni a venire.
La famiglia d'origine sta dunque a noi come le radici stanno all'albero, nutrendoci in ogni modo possibile e tenendoci ben saldi al terreno quando tirano venti di burrasca. Ma, ahinoi, l'uomo non è come le piante, e quelli che sono numerosi ormeggi possono diventare facilmente guinzagli che ci impediscono di godere della libertà che ci spetta.
Ed ecco che la nostra fonte di vita principale iniziale può diventare ciò che c'impedisce di trascendere da una mera esistenza fatta di "ho vita, quindi sono" (come accade proprio alle piante) e cominciare a vivere, nel senso più profondo del termine.
La famiglia è la tematica principale di "Fruits Basket", adattamento animato, parziale, ma non per questo inconcludente, dell'omonimo manga di Natsuki Takaya, che parte da una persona che la famiglia, o quantomeno il nucleo familiare più ristretto, non ce l'ha più: Toru Honda, completamente slegata da qualsivoglia casa motociclistica o da noti lottatori di sumo falsamente hawaiiani, è rimasta da poco orfana della madre, dopo aver perso il padre in tenera età.

Ma la nostra non si fa certo abbattere dalle avversità - sarà l'animo da combattente di strad... Ok, la smetto -, e per evitare di causare problemi ad amici e parenti decide di andare di nascosto a dormire in tenda in mezzo ai boschi.
Decisione che sorpassa la semplice forza d'animo e rasenta la scemenza, effettivamente, infatti di lì a poco, per cause di forza maggiore, viene "adottata" da un trio di ragazzi (due suoi coetanei e uno più grande, ma non per questo più maturo) proprietari del terreno in questione, appartenenti alla vasta e importante famiglia Soma.
Facciamo quindi la conoscenza di Yuki, detto "il principe" per il suo aspetto aggraziato e i modi gentili, già noto a Toru, dato che sono compagni di classe, e di Kyo, che è l'esatto opposto di Yuki: tipo solitario, rabbioso e arrabbiato con il mondo, introverso, appena tornato da un lungo allenamento sulle montagne. I due si azzuffano spesso, per ogni minima fesseria, come un gatto e un topo.
A completare il trio di maschietti c'è Shigure, scrittore di romanzi sempre in vena di battute.

Se a leggere "ragazza che abita da sola con tre maschi di carattere completamente diverso" sentite odore di reverse-harem con tutte le situazioni sciocchine del caso, però, il vostro naso vi sta ingannando, perché in realtà i sentimenti dei Soma, della cui famiglia verranno mostrati anche altri membri, sia di sesso maschile sia femminile, nei confronti di Toru saranno affettivi nella maggior parte dei casi, sì, ma perlopiù in forma di genuina amicizia. Questo non significa che la dolce, iperattiva Toru non possa far breccia nel cuore di almeno uno di loro, però.
Come già detto più su, infatti, il tema portante di "Fruits Basket" è quello della famiglia, dei suoi legami e dei suoi valori, ma soprattutto dei suoi lati oscuri, e di lati oscuri la famiglia Soma ne ha parecchi, alcuni a dir poco sorprendenti... No, non sono vampiri; altro luogo comune schivato.

In realtà il segreto almeno visivamente è più tenero di quel che può sembrare a parole, ma segreto è e segreto resta, almeno finché non si comincia la visione della serie (o si va a caccia d'informazioni).
"Fruits Basket" è un anime strutturato in maniera episodica, fatta perlopiù di situazioni comiche dovute al carattere diverso e talvolta burrascoso dei protagonisti, e dalle problematiche della loro famiglia, che però diventano con il tempo sempre più pressanti e opprimenti, facendoci scoprire a poco a poco quanto possa essere soffocante una dinastia dal regolamento ferreo come quella dei Soma, dove, al di là dei segreti, c'è la figura del capofamiglia Akito ad adombrare tutto e tutti con i suoi voleri drastici e, talvolta, schizofrenici.

Se dunque si parte con una certa leggerezza, che ci porta ad affezionarci ai vari membri dei Soma, con il tempo le tematiche si fanno sempre più profonde e serie: come quando si conosce una persona, a poco a poco anche i lati più nascosti vengono fuori.
La caratterizzazione dei personaggi è ottima: Toru si dimostra subito adorabile con la sua forza d'animo e la voglia di non arrendersi mai, qualunque cosa possa essere accaduta o accadere. Le sue amiche Uo e Hana risultano molto simpatiche e particolari, per quanto Hana sia un po' inquietante, con il suo percepire le "onde" delle persone e il suo stile dark ed enigmatico, ma forse è adorabile proprio per questo. La famiglia Soma risulta un grande zoo di personaggi diversi, non sempre positivi ma tutti estremamente particolari e ricchi di sorprese.

Per quel che invece riguarda l'aspetto principalmente tecnico della serie, la regia regala molte trovate interessanti e originali - in un certo senso l'episodio stile "The Blair Witch Project" risulta il più geniale, per quanto poco incisivo sulla trama -, sia nelle situazioni più divertenti sia in quelle più serie e drammatiche, mentre il livello delle animazioni è sempre piuttosto alto, per quanto una serie del genere non lo richieda particolarmente.
Il character design dei personaggi, ereditato dal manga, è molto aggraziato sia per quel che riguarda i personaggi maschili sia per quelli femminili, pur non eccedendo nel renderli fascinosi per puro piacere di chi guarda (Yuki a parte, ma d'altronde lui è il "principe").
Musicalmente parlando l'anime si difende decisamente bene, con musiche che rimarranno impresse anche dopo la fine della visione ed effetti sonori spesso deliranti e divertentissimi (vedi il vociare stile "voce di Paperino" quando due personaggi, generalmente Yuki e Kyo, litigano in sottofondo), uniti all'opening e all'ending, dai toni molto delicati che aiutano a rendere l'esperienza di visione rilassante anche quando le cose cominciano a farsi difficili per i protagonisti.

Il ritmo narrativo inoltre non cala mai, e per una serie perlopiù episodica fatta in gran parte di scene di vita quotidiane questo è un pregio veramente grande, e i 26 episodi di cui è composta rendono il tutto molto scorrevole senza lungaggini.
A chi si consiglia "Fruits Basket"? A chiunque possa trovare interessante un anime tanto allegro quanto profondo che parla di legami familiari in maniera imparziale, con le loro luci e (soprattutto) le loro ombre; è consigliato perfino a chi non ama i sentimentalismi tipici degli shoujo, perché qui di love story vere e proprie non ne appaiono per praticamente tutta la durata della narrazione.
Piccola grande chicca dell'animazione nipponica, dolce ma non mielosa, sarà in grado di rapire il cuore di chiunque vi si aprirà, proprio come gli occhioni limpidi della dolce, inarrestabile Toru.