Recensione
Hetalia Axis Powers
6.0/10
Parlando di "Hetalia Axis Powers" ci troviamo davanti a una produzione web con un'idea geniale. Infatti ci troviamo davanti un anime che propone degli episodi da cinque minuti con protagoniste le varie nazioni ovviamente umanizzate. Il progetto è raccontare fatti storici usando satira e luoghi comuni di ogni paese trattato.
Il protagonista principale è l'Italia, precisamente quella del nord rappresentata da Feliciano Vargas, un ventenne con la testa sempre fra le nuvole, donnaiolo, amante della pasta, pigro e decisamente codardo. A lui vengono affiancate le altre potenze dell'asse: il primo è Ludwig Beilschmidt/Germania, la classica persona seria e rispettosa delle regole che non tollera nessun errore, nemmeno i propri, mentre il secondo è Kiku Honda/Giappone, un ragazzo che si impegna al massimo nei propri lavori, ma purtroppo non ha grande esperienza con il mondo e quindi si impegnerà per creare nuovi rapporti con tutti i personaggi.
Passando dal fronte dei "nemici" ci troveremo con gli Alleati che in totale sono cinque: Arthur Kirkland/Inghilterra è il classico gentiluomo, inetto ai fornelli e senza nessun vero amico, tanto da arrivare a vedere creature fantastiche per avere compagnia. Francis Bonnefoy/Francia è un personaggio che dopo l'era napoleonica è diventato un perfetto perdente che passa il tempo vantandosi e prendendo in giro le altre nazioni. Wang Yao/Cina è sempre accompagnato da un panda, costruisce delle China Town dove capita e combatte con un wok. Ivan Braginski/Russia appare come un ragazzo dall'aria innocente ma dalla psiche instabile. Per ultimo troviamo Alfred F. Jones/America, un ragazzo con manie di grandezza che crede di essere l'eroe della situazione e impone sempre i suoi ideali a tutti.
Durante i cinquantadue episodi ci troveremo davanti a una miriade di altri stati con i loro luoghi comuni che servono a rendere tutti i nostri personaggi veramente più umani.
Parlando dell'aspetto grafico, l'ho trovato decisamente buono per la serie proposta, anche se forse si poteva fare qualcosina in più. L'ending è veramente apprezzabile e verso la seconda parte della serie verrà utilizzata quella di altri stati oltre a quella canonica italiana. Ma allora perché un voto così basso se la serie è buona? In realtà c'è un problema di fondo, e non è nemmeno tanto piccolo. Il problema di questa serie è la comicità: si passa da scene veramente geniali e divertenti a scene insipide e inutili che possono creare solo sorrisi sforzati. Poi alcuni sketch perdono il loro valore perché vengono spezzati in più episodi e quindi ci troveremo una scena che dura un minuto e finisce nella puntata successiva magari riempiendo solo trenta secondi. Insomma, invece di creare cinque minuti fluidi si è deciso di fare dei mini "assaggi" di varie storie, favorendo così un caos che fa perdere molti punti alla serie.
Sinceramente questa serie non so a chi consigliarla, perché a lungo andare potrebbe essere difficile da digerire, invece so benissimo a chi sconsigliarla: a quelli che non sopportano la critica e ai moralisti. Questi sicuramente troveranno l'anime offensivo nei confronti del popolo italiano quando invece esso espone solo la fama che noi ci siamo guadagnati all'estero con i nostri comportamenti del passato. Nulla di più nulla di meno.
Nella speranza di successive serie migliori parto da un voto piuttosto basso, anche se sufficiente, ma vedere come si è deciso di gestire una serie che aveva un potenziale enorme mi costringe a farlo. Sei.
Il protagonista principale è l'Italia, precisamente quella del nord rappresentata da Feliciano Vargas, un ventenne con la testa sempre fra le nuvole, donnaiolo, amante della pasta, pigro e decisamente codardo. A lui vengono affiancate le altre potenze dell'asse: il primo è Ludwig Beilschmidt/Germania, la classica persona seria e rispettosa delle regole che non tollera nessun errore, nemmeno i propri, mentre il secondo è Kiku Honda/Giappone, un ragazzo che si impegna al massimo nei propri lavori, ma purtroppo non ha grande esperienza con il mondo e quindi si impegnerà per creare nuovi rapporti con tutti i personaggi.
Passando dal fronte dei "nemici" ci troveremo con gli Alleati che in totale sono cinque: Arthur Kirkland/Inghilterra è il classico gentiluomo, inetto ai fornelli e senza nessun vero amico, tanto da arrivare a vedere creature fantastiche per avere compagnia. Francis Bonnefoy/Francia è un personaggio che dopo l'era napoleonica è diventato un perfetto perdente che passa il tempo vantandosi e prendendo in giro le altre nazioni. Wang Yao/Cina è sempre accompagnato da un panda, costruisce delle China Town dove capita e combatte con un wok. Ivan Braginski/Russia appare come un ragazzo dall'aria innocente ma dalla psiche instabile. Per ultimo troviamo Alfred F. Jones/America, un ragazzo con manie di grandezza che crede di essere l'eroe della situazione e impone sempre i suoi ideali a tutti.
Durante i cinquantadue episodi ci troveremo davanti a una miriade di altri stati con i loro luoghi comuni che servono a rendere tutti i nostri personaggi veramente più umani.
Parlando dell'aspetto grafico, l'ho trovato decisamente buono per la serie proposta, anche se forse si poteva fare qualcosina in più. L'ending è veramente apprezzabile e verso la seconda parte della serie verrà utilizzata quella di altri stati oltre a quella canonica italiana. Ma allora perché un voto così basso se la serie è buona? In realtà c'è un problema di fondo, e non è nemmeno tanto piccolo. Il problema di questa serie è la comicità: si passa da scene veramente geniali e divertenti a scene insipide e inutili che possono creare solo sorrisi sforzati. Poi alcuni sketch perdono il loro valore perché vengono spezzati in più episodi e quindi ci troveremo una scena che dura un minuto e finisce nella puntata successiva magari riempiendo solo trenta secondi. Insomma, invece di creare cinque minuti fluidi si è deciso di fare dei mini "assaggi" di varie storie, favorendo così un caos che fa perdere molti punti alla serie.
Sinceramente questa serie non so a chi consigliarla, perché a lungo andare potrebbe essere difficile da digerire, invece so benissimo a chi sconsigliarla: a quelli che non sopportano la critica e ai moralisti. Questi sicuramente troveranno l'anime offensivo nei confronti del popolo italiano quando invece esso espone solo la fama che noi ci siamo guadagnati all'estero con i nostri comportamenti del passato. Nulla di più nulla di meno.
Nella speranza di successive serie migliori parto da un voto piuttosto basso, anche se sufficiente, ma vedere come si è deciso di gestire una serie che aveva un potenziale enorme mi costringe a farlo. Sei.