Recensione
Sasami-san@Ganbaranai
8.0/10
Discordanti sono i pareri per una serie che nel bene o nel male riesce a far parlare di sé: "Sasami-san@Gambaranai" è una di quelle serie dello studio Shaft imperdibile per gli amanti del genere ed evitabile su tutti i fronti dagli altri. Nella mediocrità delle proposte della stagione invernale 2013 questa è probabilmente l'unica serie con una certa personalità, conclusa la visione della quale mi è venuta poi la curiosità di leggere le opinioni degli utenti, che, come previsto, si dividono in buona sostanza nelle due fazioni citate prima.
Il fatto non deve stupire, dato che effettivamente il titolo in oggetto è facilmente irritante, soprattutto nella prima puntata, che è solitamente la più importante in termini di presentazione: assente da qualsiasi tentativo di linearità, porta lo spettatore ad assistere a una serie di eventi poco coinvolgenti. Trascinandolo da un estremo all'altro in termini di trama, con una partenza molto lenta nella presentazione del personaggio di Sasami e che si evolve poi in scene d'azione quasi immotivate, ma anche in termini di animazione, alterna fasi di cambi di scena repentini, quasi fastidiosi, a scene di una fluidità eccezionale che offrono effetti più che godibili.
Attenzione: questa parte può contentere spoiler
Per rendere tutto più chiaro bisogna introdurre la trama, che è probabilmente il primo elemento fuorviante nell'avvicinarsi alla serie per chi non sia abituato/non conosca le produzioni Shaft: Sasami viene presentata come una hikikomori e cioè come una ragazza che rifiuta qualsiasi rapporto con il mondo esterno, vivendo segregata nella sua stanza e nutrendosi di qualsiasi prodotto multimediale, che siano videogiochi, anime o altro; questo rende il personaggio di per sé noioso, e la sensazione che si ha nel guardare le prime due puntate è esattamente questa, di una figura svogliata e completamente dipendente dal fratello, che non coinvolge sicuramente l'eventuale spettatore nell'immedesimarsi in lei. Da qui anche il "disturbo" nel vedere quell'improvviso cambio di rotta durante la prima puntata, quando il mondo viene "cioccolatizzato" apparentemente senza motivo e di come tre ragazze, che andranno ad affiancare Sasami-san e il fratello nel corso della serie, cerchino di risolvere il misfatto utilizzando poteri magici o addirittura trasformando il proprio corpo in armi militari devastanti nell'affrontare un'entità misteriosa anch'essa "cioccolatizzata".
Se risultasse ovvio dire che con lo scorrere delle puntate ogni cosa viene spiegata per questa serie, il discorso vale molto di più, soprattutto perché, anche apprezzando tutto ciò che viene presentato nel corso dei dodici episodi, per una visione più completa bisognerebbe prendere in esame le omonime light novel, di cui si percepisce l'esistenza durante tutta la visione. Scopriremo quindi che il motivo dello stile di vita di Sasami e l'identità delle tre ragazze "Charlie's Angels" è strettamente legato all'esistenza di un certo potere spirituale detenuto dalla famiglia Tsukuyomi (la famiglia di Sasami, appunto), lo stesso che ha influenzato e influenzerà le decisioni della ragazza nel corso della sua adolescenza, che comprenderà uno scontro generazionale con la madre da una parte e uno scontro sociologico nell'affrontare una vita scolastica alla continua ricerca di una accettazione da parte della classe che la realizzi.
Fine parte contentente spoiler
Parlando della composizione della serie, sono rimasto soddisfatto di come si sia riuscito ad adattare un soggetto a mio avviso difficile da gestire in una serie che, superato l'impatto iniziale, non solo non annoia, ma si rivela ricca e interessante; potremmo anche dire che la sua caratteristica più innovativa sia proprio lo spaziare tra i generi, coinvolgendo temi che vanno dalla magia spirituale praticata da sacerdoti, passando per scontri militari veri e propri, fino ad arrivare a toccare anche la vita scolastica riproposta come siamo soliti vederla.
In un'ultima analisi, nel contesto delle produzioni Shaft, "Sasami-san@Gambaranai" riesce ancora una volta, dopo le serie "Bakemonogatari" o "Maria Holic", a stupire con la sua eccentricità, spingendosi oltre quel limite che sembra esserci nella maggior parte delle produzioni odierne, senza però estraniarsi troppo da icone di riferimento come per esempio gli studenti, la scuola stessa, poteri magici o demoni provenienti dai racconti della letteratura giapponese.
Il fatto non deve stupire, dato che effettivamente il titolo in oggetto è facilmente irritante, soprattutto nella prima puntata, che è solitamente la più importante in termini di presentazione: assente da qualsiasi tentativo di linearità, porta lo spettatore ad assistere a una serie di eventi poco coinvolgenti. Trascinandolo da un estremo all'altro in termini di trama, con una partenza molto lenta nella presentazione del personaggio di Sasami e che si evolve poi in scene d'azione quasi immotivate, ma anche in termini di animazione, alterna fasi di cambi di scena repentini, quasi fastidiosi, a scene di una fluidità eccezionale che offrono effetti più che godibili.
Attenzione: questa parte può contentere spoiler
Per rendere tutto più chiaro bisogna introdurre la trama, che è probabilmente il primo elemento fuorviante nell'avvicinarsi alla serie per chi non sia abituato/non conosca le produzioni Shaft: Sasami viene presentata come una hikikomori e cioè come una ragazza che rifiuta qualsiasi rapporto con il mondo esterno, vivendo segregata nella sua stanza e nutrendosi di qualsiasi prodotto multimediale, che siano videogiochi, anime o altro; questo rende il personaggio di per sé noioso, e la sensazione che si ha nel guardare le prime due puntate è esattamente questa, di una figura svogliata e completamente dipendente dal fratello, che non coinvolge sicuramente l'eventuale spettatore nell'immedesimarsi in lei. Da qui anche il "disturbo" nel vedere quell'improvviso cambio di rotta durante la prima puntata, quando il mondo viene "cioccolatizzato" apparentemente senza motivo e di come tre ragazze, che andranno ad affiancare Sasami-san e il fratello nel corso della serie, cerchino di risolvere il misfatto utilizzando poteri magici o addirittura trasformando il proprio corpo in armi militari devastanti nell'affrontare un'entità misteriosa anch'essa "cioccolatizzata".
Se risultasse ovvio dire che con lo scorrere delle puntate ogni cosa viene spiegata per questa serie, il discorso vale molto di più, soprattutto perché, anche apprezzando tutto ciò che viene presentato nel corso dei dodici episodi, per una visione più completa bisognerebbe prendere in esame le omonime light novel, di cui si percepisce l'esistenza durante tutta la visione. Scopriremo quindi che il motivo dello stile di vita di Sasami e l'identità delle tre ragazze "Charlie's Angels" è strettamente legato all'esistenza di un certo potere spirituale detenuto dalla famiglia Tsukuyomi (la famiglia di Sasami, appunto), lo stesso che ha influenzato e influenzerà le decisioni della ragazza nel corso della sua adolescenza, che comprenderà uno scontro generazionale con la madre da una parte e uno scontro sociologico nell'affrontare una vita scolastica alla continua ricerca di una accettazione da parte della classe che la realizzi.
Fine parte contentente spoiler
Parlando della composizione della serie, sono rimasto soddisfatto di come si sia riuscito ad adattare un soggetto a mio avviso difficile da gestire in una serie che, superato l'impatto iniziale, non solo non annoia, ma si rivela ricca e interessante; potremmo anche dire che la sua caratteristica più innovativa sia proprio lo spaziare tra i generi, coinvolgendo temi che vanno dalla magia spirituale praticata da sacerdoti, passando per scontri militari veri e propri, fino ad arrivare a toccare anche la vita scolastica riproposta come siamo soliti vederla.
In un'ultima analisi, nel contesto delle produzioni Shaft, "Sasami-san@Gambaranai" riesce ancora una volta, dopo le serie "Bakemonogatari" o "Maria Holic", a stupire con la sua eccentricità, spingendosi oltre quel limite che sembra esserci nella maggior parte delle produzioni odierne, senza però estraniarsi troppo da icone di riferimento come per esempio gli studenti, la scuola stessa, poteri magici o demoni provenienti dai racconti della letteratura giapponese.