Recensione
BTOOOM!
7.0/10
"BTOOOM!" è un'anime del 2012 tratto dall'omonimo manga di Junya Inoue, che ho visionato dopo la grande delusione di "Sword Art Online" e che in qualche modo si può racchiudere nello stesso genere, anche se ci troviamo davanti a prodotti veramente differenti.
La trama è molto semplice: Ryouta è un ragazzo ventiduenne che essendo un NEET passa il tempo a giocare a un videogioco di nome "Btooom!", dove il personaggio combatte solamente con bombe. Di colpo il nostro protagonista si ritrova su un'isola tropicale senza ricordi di come ciò sia accaduto. Girando per l'isola incontra una persona e alla sua richiesta di aiuto riceve in risposta una bomba che tenta di ucciderlo. Da qui parte la lotta di sopravvivenza in una sorta di gioco troppo simile a quello in cui lui è il decimo al mondo.
Ci troviamo di fronte a una serie con un buon comparto tecnico sia a livello grafico sia a livello musicale, anche se quest'ultimo non è che mi abbia veramente esaltato. Ma purtroppo per il resto ci sono alcune cose che non sono molto digeribili. Per prima cosa i personaggi sono quasi tutti stereotipi, dal mercenario sadico al bambino psicolabile, passando ai due peggiori: i protagonisti. Sakamoto è di una demenza unica, riesce a impiegare una puntata per capire di possedere le stesse bombe di un gioco dove lui è un esperto e per poco non capisce nemmeno come funzionano. Inoltre è un credulone che si fa fregare dal primo che passa e ha una sorta di immortalità, visto che con tutte le bombe che gli lanciano non si ferisce nemmeno una volta (tranne sul finale, con la tipologia di bomba più debole inoltre). Himiko invece è un'androfobica, tanto che per una buona parte degli episodi preferisce suicidarsi piuttosto che perdere la sua purezza. Tutto questo per aver subìto un paio di tentati stupri. Va bene che è una cosa brutta, ma come si espone in questa serie dopo un po' non fa altro che annoiare e basta. L'unico personaggio che mi è piaciuto realmente in tutte le sfaccettature è Taira, che risulta anche il più umano di tutti con i suoi comportamenti, le sue paure e le sue decisioni. Dal punto di vista della storia la parte survival è resa veramente bene e le battaglie con le bombe sono veramente interessanti, ma ci sono anche fin troppe coincidenze che capitano. Ad esempio il nostro protagonista tra le tre cinture che possiede perde proprio quella dell'avversario che ha lasciato in vita e magicamente è proprio quest'ultimo che la recupera. Oppure vecchie conoscenze che magicamente sono pure loro nell'isola facendo pensare: "Com'è piccolo il mondo!". Per non parlare di come si fa fregare il mercenario in modo abbastanza forzato. E si potrebbe andare avanti ancora per ore.
La serie è pure abbastanza corta con i suoi dodici episodi, che permettono di non appesantire la visione, ma il prezzo da pagare è abbastanza alto: infatti sarà presente il nostro caro finale aperto odiato da molti. Ma molto probabilmente, anche grazie al successo ottenuto, ci sarà una seconda serie su questo survival (sperando che si metta in una carreggiata migliore). L'anime mi è piaciuto in alcuni punti, mentre mi ha deluso in molti altri e il suo voto giusto per quello prodotto sarebbe un sei. Ho deciso di rialzarlo perché l'idea di base era veramente carina e l'ho apprezzata. Sette.
La trama è molto semplice: Ryouta è un ragazzo ventiduenne che essendo un NEET passa il tempo a giocare a un videogioco di nome "Btooom!", dove il personaggio combatte solamente con bombe. Di colpo il nostro protagonista si ritrova su un'isola tropicale senza ricordi di come ciò sia accaduto. Girando per l'isola incontra una persona e alla sua richiesta di aiuto riceve in risposta una bomba che tenta di ucciderlo. Da qui parte la lotta di sopravvivenza in una sorta di gioco troppo simile a quello in cui lui è il decimo al mondo.
Ci troviamo di fronte a una serie con un buon comparto tecnico sia a livello grafico sia a livello musicale, anche se quest'ultimo non è che mi abbia veramente esaltato. Ma purtroppo per il resto ci sono alcune cose che non sono molto digeribili. Per prima cosa i personaggi sono quasi tutti stereotipi, dal mercenario sadico al bambino psicolabile, passando ai due peggiori: i protagonisti. Sakamoto è di una demenza unica, riesce a impiegare una puntata per capire di possedere le stesse bombe di un gioco dove lui è un esperto e per poco non capisce nemmeno come funzionano. Inoltre è un credulone che si fa fregare dal primo che passa e ha una sorta di immortalità, visto che con tutte le bombe che gli lanciano non si ferisce nemmeno una volta (tranne sul finale, con la tipologia di bomba più debole inoltre). Himiko invece è un'androfobica, tanto che per una buona parte degli episodi preferisce suicidarsi piuttosto che perdere la sua purezza. Tutto questo per aver subìto un paio di tentati stupri. Va bene che è una cosa brutta, ma come si espone in questa serie dopo un po' non fa altro che annoiare e basta. L'unico personaggio che mi è piaciuto realmente in tutte le sfaccettature è Taira, che risulta anche il più umano di tutti con i suoi comportamenti, le sue paure e le sue decisioni. Dal punto di vista della storia la parte survival è resa veramente bene e le battaglie con le bombe sono veramente interessanti, ma ci sono anche fin troppe coincidenze che capitano. Ad esempio il nostro protagonista tra le tre cinture che possiede perde proprio quella dell'avversario che ha lasciato in vita e magicamente è proprio quest'ultimo che la recupera. Oppure vecchie conoscenze che magicamente sono pure loro nell'isola facendo pensare: "Com'è piccolo il mondo!". Per non parlare di come si fa fregare il mercenario in modo abbastanza forzato. E si potrebbe andare avanti ancora per ore.
La serie è pure abbastanza corta con i suoi dodici episodi, che permettono di non appesantire la visione, ma il prezzo da pagare è abbastanza alto: infatti sarà presente il nostro caro finale aperto odiato da molti. Ma molto probabilmente, anche grazie al successo ottenuto, ci sarà una seconda serie su questo survival (sperando che si metta in una carreggiata migliore). L'anime mi è piaciuto in alcuni punti, mentre mi ha deluso in molti altri e il suo voto giusto per quello prodotto sarebbe un sei. Ho deciso di rialzarlo perché l'idea di base era veramente carina e l'ho apprezzata. Sette.