Recensione
Sword Art Online
2.0/10
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Sword Art Online" è il classico esempio del come fare a rovinare una serie partita in maniera splendida. Allora, essa nasce come novel, e questa è veramente su tutt'altro livello rispetto a questa misera e ridicolizzante versione animata che ne hanno realizzato. L'idea di base è veramente molto bella, soprattutto per coloro che sognano di poter giocare in una realtà virtuale come quella, realizzata benissimo e molto particolare.
Tutto inizia con l'acquisto di questo nuovo gioco, appunto SAO (Sword Art Online), un gioco da poco lanciato sul mercato e che è andato letteralmente a ruba. Tramite il Nerve Gear, una sorta di casco per la realtà virtuale, è possibile accedere al gioco ed essere catapultati in questa favolosa dimensione virtuale, dove è possibile fare quasi tutto. Il gioco si basa sui combattimenti con vari tipi di armi. L'obiettivo è quello di sconfiggere i boss di ognuno dei cento piani del castello di Aincrad; ogni piano conta un sacco di città e di dungeon per tutti i gusti dove poter 'expare', esercitarsi e raccogliere oggetti. Tuttavia, verso sera, Kirito, il protagonista, un giovane ragazzino appassionato morboso di questi giochi, e un altro giocatore che aveva conosciuto il giorno stesso, Klein, si accorgono che non è presente il comando "log out" nel menù dei comandi. Vengono poi teletrasportati nella piazza della città dell'inizio, assieme a tutti gli altri giocatori, dal master del gioco, Kayaba Akihiko, il creatore del gioco. Questo spiega loro che non possono più uscire dalla realtà virtuale fino a quando non avessero completato il gioco e sconfitto tutti i boss. Inoltre, i giocatori che morivano nel gioco morivano anche realmente, e coloro ai quali veniva staccato il Nerve Gear avrebbero fatto la stessa fine. Lo sconforto cala sulle persone nella piazza, alcune delle quali si suicidano anche. Dopo qualche giorno, la vita nel gioco aveva "ripreso" ad andare avanti, anche perché per uscire di lì dovevano per forza completare il gioco, per cui prima lo avrebbero fatto e prima sarebbero usciti da lì. Decidono dunque di formare un grande party di giocatori più o meno esperti per andare ad affrontare il boss del primo piano. Tuttavia, durante la battaglia succede un piccolo imprevisto e la situazione degenera. Da qui ha inizio l'avventura solitaria del solitario Kirito-kun. Non procedo oltre per evitare spoiler.
Ecco, questa è la base della trama della prima parte dell'anime, ovvero dall'episodio 1 all'episodio 14. Dopodiché nuovo arco, nuovo gioco. Una volta usciti da SAO, alcuni giocatori non si erano comunque ancora risvegliati, tra i quali c'era Asuna Yuuki, l'amata di Kirito, che aveva conosciuto su SAO e anche in maniera abbastanza profonda, come specifica il famoso capitolo 16.5 della novel. Tuttavia Kirito viene a conoscenza del fatto che essa sta per sposarsi con un imprenditore impiegato nella ditta del padre, ma che questo in realtà vuole solo approfittarsi della bella ragazza. E lui questo di certo non riesce ad accettarlo. Il giorno stesso riceve poi un messaggio da una sua vecchia conoscenza di SAO, il barista, che gli mostra una foto nella quale sembra che sia presente Asuna. La foto è stata scattata all'interno di un altro gioco online, ALO, ALfheim Online, nel quale si diventa delle specie di fatine che hanno la particolare caratteristica di poter volare, e questa attira molti giocatori. Kirito decide così di iniziare a giocare ad ALO per poter salvare la sua amata, ma il tempo a sua disposizione è molto poco, visto che tra non molto si sarebbero tenute le nozze tra quell'uomo e Asuna. Ma fin dall'inizio, a causa di un bug del gioco, si ritrova allo stesso livello e con gli oggetti che aveva quando giocava a SAO, forse dovuto anche al fatto che i server dei due giochi erano gli stessi. Conosce e salva una fatina come prima azione su ALO, colei che alla fine diventerà la sua alleata e compagna nel viaggio verso la liberazione di Asuna e che nasconde un segreto. La trama è molto articolata e non voglio annoiare con eccessivi particolari.
Passiamo ora ai personaggi: sono tanti, in venticinque episodi si presentano una miriade di persone e molto poche vengono ben definite caratterialmente; gran parte sono stereotipi, quattro-cinque sono i protagonisti e due gli antagonisti. Il più interessante è (o meglio era, nella seconda parte dell'anime rovinano pure lui...) Kayaba Akihiko, sviluppato con un suo perché, con un senso e con una buona psicologia di fondo, e ideali ben sviluppati e chiari. I protagonisti principali, ovvero Asuna e Kirito, nella prima parte dell'anime sono anche carini e passabili, a volte anche teneri, sebbene non molto sviluppati psicologicamente. Gli altri personaggi sono un po' anonimi, quasi tutto è incentrato su Kirito che fa il figo qua e là, sconfigge bestioni, spacca, ecc. Questo viene ancor più amplificato in ALO, demolendo completamente l'unico straccio di decenza che aveva questo anime. Un personaggio abbastanza carino, ma anche qui mal realizzato, è la sorella di Kirito, presente soltanto in ALO.
Il character design non è malvagio, gli sfondi sono ben realizzati e colorati, i boss sono molto belli e definiti graficamente. Le scene di combattimento in SAO sono molto buone e appassionano anche, mentre in ALO sono praticamente una brutta copia di quelle di SAO - altro punto a sfavore.
Per quel che riguarda la colonna sonora, beh, una o due OST carine ci sono, ma per il resto nulla di che. Molto buone la prima opening e la seconda ending, forse anche perché mi piacciono molto le cantanti (rispettivamente LiSA e Luna Haruna).
Passiamo ora al finale, anzi, ai finali, uno per ognuna delle due parti dell'anime:
SAO) Il finale è molto bello, un po' forzato ma comunque bello, il combattimento finale mette anche un po' di tristezza e anche stupore. Molto bello anche il discorso finale con Akihiko e l'addio di Asuna e Kirito.
ALO) Il finale... Oddio... Il finale del gioco è qualcosa di veramente orrendo, forzato, ti viene quasi voglia di ribaltare il tavolino o la scrivania. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato: "Ma io mi sono guardato questo coso fino alla fine per questo?" Non ne è di certo valsa la pena. Invece, nell'ultimo episodio sviluppano il concetto molto bello e interessante del "Seme del Mondo", ma oramai è troppo tardi... SAO, grazie per averci provato, le faremo sapere.
Commento personale: eccoci arrivati al momento clou della recensione. SAO è stato completamente demolito, devastato, rivoltato e cestinato con la seconda parte della serie, incentrata sul fanservice, utilizzato per coprire i buchi e le insufficienze della trama, sullo stupro di Asuna (nella seconda serie è il punto fisso: tutti la vogliono, tutti la cercano, ma solo per stuprarla) e su particolari inutili e veramente demoralizzanti. Più volte ho rischiato di dropparlo, ma poi ho voluto dargli fiducia, magari si riprende nel finale... E invece no. La prima serie, invece, merita assai, molto ben congegnata, interessante, con combattimenti davvero belli.
La motivazione di un voto così basso è appunto la delusione delle aspettative: non si può davvero buttare via una serie come SAO, partita col botto e davvero carina, è proprio uno spreco. E voi, SAO fags, non vogliatemi male, ci ho provato ad amare la serie, ma c'è qualcosa dal profondo che me lo impedisce. Voto: 2.
"Sword Art Online" è il classico esempio del come fare a rovinare una serie partita in maniera splendida. Allora, essa nasce come novel, e questa è veramente su tutt'altro livello rispetto a questa misera e ridicolizzante versione animata che ne hanno realizzato. L'idea di base è veramente molto bella, soprattutto per coloro che sognano di poter giocare in una realtà virtuale come quella, realizzata benissimo e molto particolare.
Tutto inizia con l'acquisto di questo nuovo gioco, appunto SAO (Sword Art Online), un gioco da poco lanciato sul mercato e che è andato letteralmente a ruba. Tramite il Nerve Gear, una sorta di casco per la realtà virtuale, è possibile accedere al gioco ed essere catapultati in questa favolosa dimensione virtuale, dove è possibile fare quasi tutto. Il gioco si basa sui combattimenti con vari tipi di armi. L'obiettivo è quello di sconfiggere i boss di ognuno dei cento piani del castello di Aincrad; ogni piano conta un sacco di città e di dungeon per tutti i gusti dove poter 'expare', esercitarsi e raccogliere oggetti. Tuttavia, verso sera, Kirito, il protagonista, un giovane ragazzino appassionato morboso di questi giochi, e un altro giocatore che aveva conosciuto il giorno stesso, Klein, si accorgono che non è presente il comando "log out" nel menù dei comandi. Vengono poi teletrasportati nella piazza della città dell'inizio, assieme a tutti gli altri giocatori, dal master del gioco, Kayaba Akihiko, il creatore del gioco. Questo spiega loro che non possono più uscire dalla realtà virtuale fino a quando non avessero completato il gioco e sconfitto tutti i boss. Inoltre, i giocatori che morivano nel gioco morivano anche realmente, e coloro ai quali veniva staccato il Nerve Gear avrebbero fatto la stessa fine. Lo sconforto cala sulle persone nella piazza, alcune delle quali si suicidano anche. Dopo qualche giorno, la vita nel gioco aveva "ripreso" ad andare avanti, anche perché per uscire di lì dovevano per forza completare il gioco, per cui prima lo avrebbero fatto e prima sarebbero usciti da lì. Decidono dunque di formare un grande party di giocatori più o meno esperti per andare ad affrontare il boss del primo piano. Tuttavia, durante la battaglia succede un piccolo imprevisto e la situazione degenera. Da qui ha inizio l'avventura solitaria del solitario Kirito-kun. Non procedo oltre per evitare spoiler.
Ecco, questa è la base della trama della prima parte dell'anime, ovvero dall'episodio 1 all'episodio 14. Dopodiché nuovo arco, nuovo gioco. Una volta usciti da SAO, alcuni giocatori non si erano comunque ancora risvegliati, tra i quali c'era Asuna Yuuki, l'amata di Kirito, che aveva conosciuto su SAO e anche in maniera abbastanza profonda, come specifica il famoso capitolo 16.5 della novel. Tuttavia Kirito viene a conoscenza del fatto che essa sta per sposarsi con un imprenditore impiegato nella ditta del padre, ma che questo in realtà vuole solo approfittarsi della bella ragazza. E lui questo di certo non riesce ad accettarlo. Il giorno stesso riceve poi un messaggio da una sua vecchia conoscenza di SAO, il barista, che gli mostra una foto nella quale sembra che sia presente Asuna. La foto è stata scattata all'interno di un altro gioco online, ALO, ALfheim Online, nel quale si diventa delle specie di fatine che hanno la particolare caratteristica di poter volare, e questa attira molti giocatori. Kirito decide così di iniziare a giocare ad ALO per poter salvare la sua amata, ma il tempo a sua disposizione è molto poco, visto che tra non molto si sarebbero tenute le nozze tra quell'uomo e Asuna. Ma fin dall'inizio, a causa di un bug del gioco, si ritrova allo stesso livello e con gli oggetti che aveva quando giocava a SAO, forse dovuto anche al fatto che i server dei due giochi erano gli stessi. Conosce e salva una fatina come prima azione su ALO, colei che alla fine diventerà la sua alleata e compagna nel viaggio verso la liberazione di Asuna e che nasconde un segreto. La trama è molto articolata e non voglio annoiare con eccessivi particolari.
Passiamo ora ai personaggi: sono tanti, in venticinque episodi si presentano una miriade di persone e molto poche vengono ben definite caratterialmente; gran parte sono stereotipi, quattro-cinque sono i protagonisti e due gli antagonisti. Il più interessante è (o meglio era, nella seconda parte dell'anime rovinano pure lui...) Kayaba Akihiko, sviluppato con un suo perché, con un senso e con una buona psicologia di fondo, e ideali ben sviluppati e chiari. I protagonisti principali, ovvero Asuna e Kirito, nella prima parte dell'anime sono anche carini e passabili, a volte anche teneri, sebbene non molto sviluppati psicologicamente. Gli altri personaggi sono un po' anonimi, quasi tutto è incentrato su Kirito che fa il figo qua e là, sconfigge bestioni, spacca, ecc. Questo viene ancor più amplificato in ALO, demolendo completamente l'unico straccio di decenza che aveva questo anime. Un personaggio abbastanza carino, ma anche qui mal realizzato, è la sorella di Kirito, presente soltanto in ALO.
Il character design non è malvagio, gli sfondi sono ben realizzati e colorati, i boss sono molto belli e definiti graficamente. Le scene di combattimento in SAO sono molto buone e appassionano anche, mentre in ALO sono praticamente una brutta copia di quelle di SAO - altro punto a sfavore.
Per quel che riguarda la colonna sonora, beh, una o due OST carine ci sono, ma per il resto nulla di che. Molto buone la prima opening e la seconda ending, forse anche perché mi piacciono molto le cantanti (rispettivamente LiSA e Luna Haruna).
Passiamo ora al finale, anzi, ai finali, uno per ognuna delle due parti dell'anime:
SAO) Il finale è molto bello, un po' forzato ma comunque bello, il combattimento finale mette anche un po' di tristezza e anche stupore. Molto bello anche il discorso finale con Akihiko e l'addio di Asuna e Kirito.
ALO) Il finale... Oddio... Il finale del gioco è qualcosa di veramente orrendo, forzato, ti viene quasi voglia di ribaltare il tavolino o la scrivania. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato: "Ma io mi sono guardato questo coso fino alla fine per questo?" Non ne è di certo valsa la pena. Invece, nell'ultimo episodio sviluppano il concetto molto bello e interessante del "Seme del Mondo", ma oramai è troppo tardi... SAO, grazie per averci provato, le faremo sapere.
Commento personale: eccoci arrivati al momento clou della recensione. SAO è stato completamente demolito, devastato, rivoltato e cestinato con la seconda parte della serie, incentrata sul fanservice, utilizzato per coprire i buchi e le insufficienze della trama, sullo stupro di Asuna (nella seconda serie è il punto fisso: tutti la vogliono, tutti la cercano, ma solo per stuprarla) e su particolari inutili e veramente demoralizzanti. Più volte ho rischiato di dropparlo, ma poi ho voluto dargli fiducia, magari si riprende nel finale... E invece no. La prima serie, invece, merita assai, molto ben congegnata, interessante, con combattimenti davvero belli.
La motivazione di un voto così basso è appunto la delusione delle aspettative: non si può davvero buttare via una serie come SAO, partita col botto e davvero carina, è proprio uno spreco. E voi, SAO fags, non vogliatemi male, ci ho provato ad amare la serie, ma c'è qualcosa dal profondo che me lo impedisce. Voto: 2.