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"Suisei no Gargantia" è ambientato in un ipotetico e lontano futuro, in cui gli esseri umani vivono nello spazio e perennemente in lotta contro una razza aliena. Il protagonista è un ragazzo-soldato (ma perché mai nei cartoni giapponesi i protagonisti devono essere quasi sempre dei ragazzi adolescenti? Mah...), pilota di un robot da combattimento dotato di intelligenza artificiale. Durante una dura battaglia contro gli alieni, il ragazzo viene casualmente trasportato sulla Terra (pianeta che l'umanità aveva abbandonato da secoli), sulla quale però scopre che, nonostante il mare abbia praticamente sommerso quasi tutto, esistono ancora degli uomini che la popolano, vivendo su delle strutture galleggianti (in stile "Waterworld"). La vita nello spazio, le risorse limitate e le lotte continue contro la razza aliena nemica avevano reso gli uomini eccessivamente freddi, razionali e insensibili, tant'è vero che il protagonista, inizialmente, non riesce a capacitarsi del comportamento, per lui strambo, delle persone che vivono sulla Terra.
Da qui in avanti parte la storia di "Suisei no Gargantia", in cui il protagonista, rendendosi conto di non poter più ritornare nello spazio, cercherà di dare un nuovo senso alla sua vita, che fino a quel momento era stata votata solo ed esclusivamente al combattimento contro gli alieni.

Le premesse, quindi, pur non essendo originalissime, sono interessanti e sufficienti per destare l'attenzione dello spettatore, specie se appassionato di storie fantascientifiche. Purtroppo, come ho amaramente constatato per gran parte degli anime del primo semestre 2013, "Suisei no Gargantia" soffre di quella sindrome da "mancanza di mordente". Il cartone parte con un paio di puntate decenti, per poi ristagnare in gran parte di quelle centrali e risollevarsi soltanto nelle ultime, anche se, purtroppo, il finale in sé l'ho trovato troppo scontato, nonché affrettato. E dire che c'era tanto potenziale: si potevano approfondire i retroscena di tanti personaggi particolari, si poteva approfondire la crescita della relazione fra il protagonista e Amy, una ragazza che l'ha aiutato fin dall'inizio (e perché no, magari creare anche un triangolo amoroso, tanto caro agli autori giapponesi, ma stranamente qui non utilizzato, nonostante ci fosse il potenziale), si poteva prevedere un tentativo di comunicazione con la razza aliena (creando così dei risvolti molto interessanti) e, in generale, si poteva creare più "pathos", in modo da invogliare lo spettatore a guardare le puntate successive. E invece niente... Tutto scorre via per lo più in maniera noiosa e prevedibile. C'è stata solo una puntata che mi ha dato delle emozioni, la numero 9. Ma, purtroppo, si tratta di emozioni negative, poiché il protagonista fa un qualcosa che mi ha decisamente disturbato. Non voglio spoilerare, ma lui e il suo robot fanno qualcosa di davvero abominevole. Purtroppo la nona puntata è anche quella fondamentale per capire le origini della lotta perenne fra umani e alieni, ma è davvero dura da digerire, specie se siete amanti degli animali e contro ogni forma di maltrattamento e mancanza di rispetto nei confronti degli esseri viventi in generale.

Per il resto, il cartone si presenta tecnicamente in maniera ineccepibile. Ottimi i disegni, i colori, lo stile, le animazioni. Sonoro nella norma. Le musiche non le ricordo neanche.

In definitiva, un cartone che poteva essere molto bello, ma a causa della sindrome da "mancanza di mordente" e dello scarso numero di puntate (c'era senz'altro materiale per farne una serie da ventisei puntate, invece delle attuali tredici) finisce per rientrare in quell'enorme calderone di anime guardabili, ma nient'affatto memorabili.