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9.0/10
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Non sono un vero e proprio appassionato di anime e manga, ne guardo o leggo qualcuno ogni tanto per alternare coi film, la mia vera passione. Questo anime mi ha colpito appunto per il fatto che è estremamente cinematografico nella messa in scena, nel senso che la regia sembra quella di un film di Takeshi Kitano: lenta, con amore per i dettagli, perfetta in ogni sua inquadratura, un insieme di tanti quadri statici che sono una meraviglia per gli occhi, inquadrature che passano lente una dietro l'altra per poi velocizzarsi di colpo nelle scene più catartiche e diventare sempre più lente nelle parti più inquietanti. La scelta del rotoscopio è azzeccatissima, i personaggi hanno una grande introspezione e personalità, immersi in questa cittadina grigia, dove la felicità è costantemente minata dall'oscurità, un'ambientazione suggestiva di una periferia morta dentro che è il perfetto teatro per il delirio morboso di questo anime. Non voglio scendere nei particolari della trama, ma i tre protagonisti nel loro essere adolescenti dimostrano di essere ben approfonditi e descritti, si capisce cosa prova ciascuno dei tre e qual'è il loro punto di vista della vita, e il regista non si tira indietro quando deve mettere tutti e tre sotto una cattiva luce: la chiave del successo di quest'anime è che è realistico sotto ogni aspetto, duro, lento, inquietante, come la vita di tutti i giorni, dove i sorrisi sono seguiti da momenti molto più lunghi di incertezza e tristezza; senz'altro il personaggio che più ha capito il meccanismo della vita è quello di Nakamura, al tempo stesso sì il più "deviato" ma certamente il più consapevole del proprio ruolo nel mondo.

Un anime magnifico, non vedo l'ora di vedere la seconda serie... un capolavoro dell'animazione moderna, un vero e proprio punto di svolta, dove l'arte visiva vive al massimo, contornata da una colonna sonora fantastica. Pura arte!