Recensione
Recensione di Shiroyasha
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Esagerato, parossistico, stimolante, commovente, drammatico, divertente, epico.
Questi, come diversi altri aggettivi, appartengono al medesimo campo semantico: "Sfondamento dei Cieli, Gurren Lagann!".
Cominciamo col dire che questo è un anime atipico, che si lascia a fatica inquadrare in questo o quel genere, proprio perché è la risultante di diverse tendenze e stili, monumentale coacervo di innumerevoli istanze tuttavia perfettamente armonizzante sotto la sapiente regia dello studio Gainax. Giusto per fare un esempio, chiunque ardisse etichettare con sufficienza "Gurren Lagann" come "anime con i robottoni", meriterebbe poi, per contrappasso, di essere costretto a guardare in loop fino alla fine dei tempi tutti gli episodi di "Kakumeiki Valvrave" (sono sadico, sì).
Senza nulla concedere agli spoiler, qualche parola sulla trama: Simon è un giovane ragazzo del villaggio sotterraneo di Jiha; la specie umana vive confinata nel sottosuolo da tanto di quel tempo che della superficie si è perso il ricordo. E Simon è tra coloro deputati a scavare affinché il villaggio possa espandersi sempre più nelle viscere del pianeta, e tra i suoi colleghi spicca per la particolare attitudine nel trivellare il terreno, per il quale ha un vero e proprio talento. Kamina, giovane e carismatico ribelle dello stesso villaggio, vagheggia la superficie: è fermamente convinto che suo padre ci sia stato, e il suo desiderio è emularne le gesta. I tentativi di fuga del giovane sono però continuamente frustrati da una sequenza di fallimenti. In uno dei suoi scavi, Simon si imbatte in una piccola trivella luminosa la cui fievole luce lo guida poi a un robot di modestissime dimensioni, il quale sembra reagire al potere della "trivella". L'arrivo al villaggio di uno dei giganteschi "Gunmen", pilotati da quegli uomini bestia che incessantemente cacciano gli uomini in superficie, e di Yoko, avvenente e poco vestita guerriera (corredata di potentissimo fucile) è il pretesto per un cambiamento di background che porta la neonata "Brigata Gurenn" in superficie, a bordo del minuscolo robot di Simon, battezzato col nome di Lagann.
Da qui la storia si dipana in maniera nient'affatto banale, con numerosi colpi di scena e combattimenti da seguire con gusto, anche per chi non è appassionato del genere "mecha". I personaggi sono per la maggior parte ben caratterizzati, ed è interessante seguire l'evoluzione che molti di loro subiscono nel dipanarsi della narrazione. In particolare sarà Simon quello maggiormente segnato dal viaggio e dai continui combattimenti contro gli uomini-bestia per un futuro senza soffitto, dove l'umanità possa vivere sotto il cielo azzurro.
Non cercate la logica in Gurren Lagann. Cioè, ancora meno che nella media degli anime: approcciandovi con rigore "scientifico" a quest'opera rischiereste di sminuirla fino all'inverosimile, di svilirne l'anima. Se questa ve lo lasciasse fare, però. Questo perché "Gurenn Lagann" è talmente coinvolgente, talmente esaltante, che anche certe incongruenze o paradossi sono accolti benevolmente dallo spettatore, che non può fare altro che sorriderne bonariamente e imporsi di "dare un calcio alla ragione per fare posto all'impossibile" [cit.]. La Gainax questo lo sa, ed è per questo che volutamente esagera: spade che per essere sguainate ci si mette mezz'ora, robot la cui forza aumenta semplicemente in base alla propria volontà ("forza spirituale"), elastica considerazione dell'ossigeno ai fini della respirazione, etc. Ma, ripeto, tutto questo non può che essere accolto benevolmente anche dal palato più esigente, perché risponde perfettamente e coerentemente a quello che sarà il profilo tenuto per tutta l'opera, che non esiterei a definire "gurrenlaganniano".
Si potrebbe dedicare un corso monografico a quest'opera: al rapporto d'amicizia tra Simon e Kamina, quasi proiezione di tutto ciò che Simon vorrebbe essere o diventare; alle considerazioni su cui il regista indugia circa lo sviluppo e le potenzialità di sviluppo umane, non troppo lontane da quelle dello Zeno Cosini di Svevo, superate però in chiave ottimistica (ma a caro prezzo); al comparto sonoro, cui va il plauso del sottoscritto per aver dato musiche sempre calzanti e ispirate; ma sono già le undici e non ho ancora fatto colazione.
Consigliatissimo, quindi (e vorrei ben vedere!), "Gurren Lagann" è un inno al coraggio, alla vita, alla libertà e all'amicizia. Se anche questa recensione non dovesse avervi persuaso, spero vogliate dargli comunque una minima possibilità: sono convinto che iniziato il primo episodio non sarete capaci di fare a meno di continuare. Fidatevi, diamine! Con chi credete di avere a che fare?!
Questi, come diversi altri aggettivi, appartengono al medesimo campo semantico: "Sfondamento dei Cieli, Gurren Lagann!".
Cominciamo col dire che questo è un anime atipico, che si lascia a fatica inquadrare in questo o quel genere, proprio perché è la risultante di diverse tendenze e stili, monumentale coacervo di innumerevoli istanze tuttavia perfettamente armonizzante sotto la sapiente regia dello studio Gainax. Giusto per fare un esempio, chiunque ardisse etichettare con sufficienza "Gurren Lagann" come "anime con i robottoni", meriterebbe poi, per contrappasso, di essere costretto a guardare in loop fino alla fine dei tempi tutti gli episodi di "Kakumeiki Valvrave" (sono sadico, sì).
Senza nulla concedere agli spoiler, qualche parola sulla trama: Simon è un giovane ragazzo del villaggio sotterraneo di Jiha; la specie umana vive confinata nel sottosuolo da tanto di quel tempo che della superficie si è perso il ricordo. E Simon è tra coloro deputati a scavare affinché il villaggio possa espandersi sempre più nelle viscere del pianeta, e tra i suoi colleghi spicca per la particolare attitudine nel trivellare il terreno, per il quale ha un vero e proprio talento. Kamina, giovane e carismatico ribelle dello stesso villaggio, vagheggia la superficie: è fermamente convinto che suo padre ci sia stato, e il suo desiderio è emularne le gesta. I tentativi di fuga del giovane sono però continuamente frustrati da una sequenza di fallimenti. In uno dei suoi scavi, Simon si imbatte in una piccola trivella luminosa la cui fievole luce lo guida poi a un robot di modestissime dimensioni, il quale sembra reagire al potere della "trivella". L'arrivo al villaggio di uno dei giganteschi "Gunmen", pilotati da quegli uomini bestia che incessantemente cacciano gli uomini in superficie, e di Yoko, avvenente e poco vestita guerriera (corredata di potentissimo fucile) è il pretesto per un cambiamento di background che porta la neonata "Brigata Gurenn" in superficie, a bordo del minuscolo robot di Simon, battezzato col nome di Lagann.
Da qui la storia si dipana in maniera nient'affatto banale, con numerosi colpi di scena e combattimenti da seguire con gusto, anche per chi non è appassionato del genere "mecha". I personaggi sono per la maggior parte ben caratterizzati, ed è interessante seguire l'evoluzione che molti di loro subiscono nel dipanarsi della narrazione. In particolare sarà Simon quello maggiormente segnato dal viaggio e dai continui combattimenti contro gli uomini-bestia per un futuro senza soffitto, dove l'umanità possa vivere sotto il cielo azzurro.
Non cercate la logica in Gurren Lagann. Cioè, ancora meno che nella media degli anime: approcciandovi con rigore "scientifico" a quest'opera rischiereste di sminuirla fino all'inverosimile, di svilirne l'anima. Se questa ve lo lasciasse fare, però. Questo perché "Gurenn Lagann" è talmente coinvolgente, talmente esaltante, che anche certe incongruenze o paradossi sono accolti benevolmente dallo spettatore, che non può fare altro che sorriderne bonariamente e imporsi di "dare un calcio alla ragione per fare posto all'impossibile" [cit.]. La Gainax questo lo sa, ed è per questo che volutamente esagera: spade che per essere sguainate ci si mette mezz'ora, robot la cui forza aumenta semplicemente in base alla propria volontà ("forza spirituale"), elastica considerazione dell'ossigeno ai fini della respirazione, etc. Ma, ripeto, tutto questo non può che essere accolto benevolmente anche dal palato più esigente, perché risponde perfettamente e coerentemente a quello che sarà il profilo tenuto per tutta l'opera, che non esiterei a definire "gurrenlaganniano".
Si potrebbe dedicare un corso monografico a quest'opera: al rapporto d'amicizia tra Simon e Kamina, quasi proiezione di tutto ciò che Simon vorrebbe essere o diventare; alle considerazioni su cui il regista indugia circa lo sviluppo e le potenzialità di sviluppo umane, non troppo lontane da quelle dello Zeno Cosini di Svevo, superate però in chiave ottimistica (ma a caro prezzo); al comparto sonoro, cui va il plauso del sottoscritto per aver dato musiche sempre calzanti e ispirate; ma sono già le undici e non ho ancora fatto colazione.
Consigliatissimo, quindi (e vorrei ben vedere!), "Gurren Lagann" è un inno al coraggio, alla vita, alla libertà e all'amicizia. Se anche questa recensione non dovesse avervi persuaso, spero vogliate dargli comunque una minima possibilità: sono convinto che iniziato il primo episodio non sarete capaci di fare a meno di continuare. Fidatevi, diamine! Con chi credete di avere a che fare?!