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9.0/10
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"Aku No Ana" è la seconda opera maggiore di Shuzo Oshimi e senza mezzi termini anche la più riuscita. Dopo aver letto la maggior parte della sua bibliografia ho notato tra i suoi lavori come ci sia sempre la stessa struttura di base, ovvero la presenza di protagonisti dal profilo psicologico insolito, spesso eccentrici e lunatici, sempre costituiti da una coppia composta da un uomo ed una donna che durante la narrazione si trovano spesso in situazioni a dir poco traumatiche che lasciano spaesati sia loro che i lettori. Con l'avanzare della trama queste situazioni diventano sempre più comuni, al punto che sia i protagonisti che i lettori arrivano a considerarle come consuete e normali, una sorta di assuefazione morale provocata dall'autore. Ovviamente tutto ciò è presente anche in "Aku No Ana", portato però alla sua massima espressione. La trasposizione ad anime è stata affidata a Nagahama Hiroshi, a parer miouno dei migliori animatori presenti attualmente, alla sua terza direzione dopo quelle mastodontiche di "Mushishi" e "Detroit Metal City".

PLOT
Takao Kasuga è un ragazzo normale, figlio unico di una normalissima coppia di borghesi e con la passione per la letteratura, in particolar modo de "I fiori del male" di Baudelaire. Tutto è nella mediocre normalità. Un giorno riceve una insufficienza in un test di matematica ma non sembra nemmeno accorgersene perché troppo preso, surrettiziamente, dalla sua passione incompresa per la letteratura. Finite le lezioni e in cammino verso casa con i suoi pseudo-amici si accorge di aver dimenticato sotto il suo banco il suo libro preferito. Tornato in classe, Takao trova a terra i vestiti da ginnastica appartenenti alla bella Nanako Saeki per la quale prova dei sentimenti ed in un momento di debolezza li nasconde nel suo zaino e corre verso casa. Purtroppo per Takao c'è un testimone del furto: Sawa Nakamura, una sua compagna di classe strana e solitaria che il giorno dopo lo ricatterà costringendolo a firmare un "contratto" con lei in cambio del suo silenzio sull'accaduto. Da qui vedremo Takao lottare interiormente sulla decisione di confessare o coprire i suoi misfatti, scelta che influenzerà la conquista della sua femme fatale e lo scioglimento del contratto con Nakamura, la sua nuova BFF (Best Friend Forever).

COMMENTO CRITICO
Essendo molti i punti che andrò a trattare il commento per questo anime sarà suddiviso in piccoli paragrafi così da avere una lettura meno pesante e più ordinata.

- IL DILEMMA DEL ROTOSCOPIO
La trasposizione ad anime di Aku No Hana è forse stata una delle più criticate di sempre. Gli appassionati del manga criticarono aspramente Nagahama per aver scelto il rotoscopio al posto del tipico "anime style", e quindi di essersi discostato troppo dai disegni originali del manga. Non mi è nuova l'ottusità delle persone. Qui ci troviamo davanti ad un vero e proprio miracolo. Un animatore che legge l'opera, la comprende e la fa sua; capisce che l'opera renderebbe meglio usando delle forme più realistiche e meno "cartoonesche". Non a caso lo stesso Oshimi non si oppose a tale scelta, anzi l'appoggia. Non solo il titolo dell'opera si rifà all'occidente, ma l'intera opera è ispirata ai capolavori di letteratura dell'ottocento francese. Quando avete letto "Madame Bovary", o qualsiasi altra opera di quel periodo, di certo non ve la sarete immaginata come un anime giapponese o come un cartoon disneyano ma sicuramente come un film, qualcosa di realistico insomma. La scelta del rotoscopio è proprio per dare un senso maggiore di realtà allo spettatore, per ridurre al minimo il distacco tra realtà e finzione. Pensate alle moltissime inquadrature di vicoli, strade deserte e passaggi a livello rese come delle fotografie (come nei film di Makoto Shinkai) per trasmettere meglio allo spettatore la sensazione di desolazione e monotonia. Per non parlare dei personaggi e delle animazioni dei movimenti dove il rotoscopio fa davvero la differenza. Finalmente non si hanno più personaggi con occhi e fisici sproporzionati o movimenti strambi o fuori dalle capacità umane; in breve Nagahama è riuscito ad annientare totalmente il fenomeno del mukokuseki.
Cosa dire ancora…dopo aver visto i precedenti lavori di Hiroshi Nagahama non avevo alcun dubbio sul fatto che fosse un eccellente animatore ma con Aku No Hana è andato oltre ogni mia aspettativa. Sublime.

- I "FLEURS DU MAL" E GLI "AKU NO HANA"
E' appurato come Oshimi sia stato ispirato dalla letteratura occidentale ed in particolar modo da "I fiori del male" di Baudelaire, ma non bisogna mai dimenticare che è un autore nipponico e che il suo non è stato un plagio al grade autore francese ma un adattamento, anzi una vera e propria evoluzione dell'originale. Oshimi in Aku No Hana segue solamente le tematiche alla base dell'opera baudelairiana: ovvero il concetto dello spleen e quello dell'albatro. La prima differenza è proprio nella concezione di "Fleurs du mal". Sappiamo che Baudelaire con "fiori del male" intende quei paradisi artificiali (droghe ed alcohol) e quegli amori proibiti e peccaminosi che danno l'illusoria speranza di un conforto in una vita di angoscia. Mentre per Oshimi gli "aku no hana" non sono assolutamente paradisi artificiali, ma sono gli stessi personaggi che diventano fiori del male. Mi spiego. Il primo fiore del male è ovviamente Nanako, quell'amore impossibile (e non proibito e peccaminoso come quelli di Baudelaire) che dona al protagonista quell'illusoria raison d'etre. Il secondo fiore del male altro non è che Takao stesso, divenuto il giocattolo preferito di Sawa, che annoiata ed angosciata dalla vita trova nel protagonista un'illusoria fonte di felicità. Nell'ultimo episodio infine quando Takao legge il diario di Sawa sboccia il terzo fiore e le parti si invertono, anzi, l'uno diventa il fiore del male dell'altra e viceversa.

- L'AMOR FOLLE E L'AMOR MATERNO
Da buon conoscitore della letteratura francese Oshimi non dimentica di inserire nella sua opera una delle tematiche più usate e famose del romanticismo : l'amor folle e l'amor materno. Con parole molto spicciole, per chi non conoscesse tale tematica, l'amor folle è rappresentato dalla femme fatale, ovvero la donna che si ama infinitamente e per la quale si sarebbe disposti a tutto, senza ricevere però nulla in cambio ne amore ne affetto. Al contrario l'amor materno è rappresentato da una donna che non si ama, ma è lei ad amarti imprescindibilmente, proprio come l'amore di una madre verso un figlio. Ne "L'Éducation sentimentale" di Flaubert questa tematica trova forse la sua massima espressione; nel romanzo l'autore fa sentire al lettore tutto il peso ed il dolore che prova il protagonista nello scegliere l'una (folle) o l'altra donna (materno), e come le conseguenze di tale scelta siano brutali ed immutabili. Ovviamente Oshimi non si limita ad una banale scopiazzatura, tantomeno al solo adeguamento storico e culturale, ma riesce con il suo tocco a dare ancora più spessore al concetto. Il triangolo c'è sempre (Takao, Nanako e Sawa) ma come i personaggi si evolvono da persone normali ad "aku no hana" lo stesso avviene anche per le figure di amor folle ed amor materno, anch'esse in continua evoluzione. Inizialmente la femme fatale per Takao come lui più volte confessa è Nanako, mentre Sawa sembra più amarlo (seppur sadicamente) per quello che secondo lei è in realtà, un deviato; ma con il prosieguo della trama le due protagoniste si scambiano di ruolo : Nanako, sotto la pioggia del decimo episodio, accetta Takao nonostante sia venuta a conoscenza di tutti i suoi misfatti; mentre Sawa, come Asuka in "Neon Genesis Evangelion", una volta scoperta la mediocrità di Takao cade nella disperazione più totale e l'unico sentimento rimasto verso di lui è il disgusto.

CONCLUSIONI
"Aku no Hana" è il fiore nel deserto dell'animazione degli ultimi anni, sublime in tutti i suoi aspetti : un lato narrativo ottimamente strutturato, dei personaggi con uno spessore psicologico enorme ed un lato artistico stupefacente. L'unica nota negativa dell'anime è data dal fatto che questa sia solamente la prima di n serie. Di fatti alla fine dei tredici episodi si ha la sensazione di aver letto i primi capitoli di un meraviglioso romanzo senza però conoscerne lo sviluppo ed il finale. Ovviamente non si tratta del primo anime rilasciato in più serie (anche perchè il manga è tuttora on-going), tuttavia in "Aku no Hana" questo ha un peso diverso e molto più pesante. Avrete ormai capito che non ci troviamo davanti ad un anime qualsiasi ma ad un'opera che punta molto in alto, dalle basi maestose, che potrebbe però crollare su stessa come un castello di carte. Cos'altro dire…non ci resta che aspettare ansiosamente la seconda serie ed incrociare le dita.

Tratta dal mio blog personale: http://hanagasaitayo.wordpress.com/2013/12/12/aku-no-hana-commento-critico/