Recensione
Kyoukai no Kanata
5.0/10
Recensione di RonnieHumboldt
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Ahimé, è proprio il caso di dire che ormai la KyoAni, che comunque ha dato vita ad ottimi anime come FMP (Fumoffu e The Second Raid) e La Malinconia di Haruhi Suzumiya, da quando ha scoperto che bastano quattro ragazze che sorseggiano té e fanno finta di suonare per fare soldi a vagonate, ha quasi completamente perso il "tocco". Personalmente, tra le varie produzioni recenti, credo che si possano definire buoni prodotti soltanto Nichijou e Chuu2, perché ben pensati e sviluppati. Le altre, a partire da Tamako Market che è forse il più vuoto, sono tutte serie che raggiungono a stento la sufficienza o talvolta si schiantano rovinosamente prima di raggiungere il proprio traguardo. E sicuramente Kyokai no Kanata è un bel tonfo. Diciamocelo: la aspettavamo un po' tutti questa serie, dopo quel primo trailer che sembrava annunciare che finalmente, dopo anni di nuotatori e ragazzi che non fanno altro che leggere o giocare a fare gli investigatori annoiando sé stessi e gli spettatori, un anime KyoAni avrebbe avuto una trama. Tutte le premesse erano ottime: la novel in Giappone era stata addirittura paragonata al bestseller di NisioIsin, ovvero Monogatari, e la casa di animazione di Kyoto aveva assunto, per curare la sceneggiatura, lo stesso sceneggiatore di Steins;Gate, quindi uno che con momenti drammatici e seri ci sa fare. C'erano insomma tutti i presupposti per costruire un bel treno, di quelli potenti e capaci di restare in servizio per anni; ma ovviamente per la KyoAni un treno normale è troppo spoglio, e quindi ci hanno messo un rivestimento d'oro e platino, dimenticandosi però che magari serviva anche il carburante. E ora provo a spiegarvi perché un treno così bello (so' che è una metafora alquanto infelice) non è stato fornito di quello che aveva bisogno per partire.
Kyokai no Kanata ha un apparato grafico di quelli mostruosi, di quelli che staresti a guardare una singola animazione per ore ed ore solo per capacitarti di quanto sia bella e di ottima - se non insuperabile - fattura. Tutti, e ripeto tutti, i frame di Oltre il Confine si amalgamano perfettamente tra di loro, scorrono fluidissimi e permettono allo spettatore un'esperienza visiva che ormai solo KyoAni, grazie all'immensa fortuna pecuniaria che le sue produzioni gli hanno fruttato, è capace di offrire (anche se P.A. Works, con gli splendidi fondali di Nagi no Asukara, vi si sta avvicinando pian piano). Anche a livello di regia non ci sono molti errori: è tutto lineare, semplice, il che per un novello regista è anche una cosa alquanto buona; d'altronde le scene di combattimento sono girate discretamente (e sicuramente una regia non proprio esperta trae giovamento dal potersi servire di un fattore grafico di tale qualità). Il problema più evidente dell'anime è quello su cui la produzione voleva puntare, ovvero la trama. Che è distribuita grossolanamente, sviluppata in tutto in tre episodi (su 12, voglio ricordare) e inframezzata tra battute che in un anime con pretese del genere non dovrebbero neppure esistere. Non si può, purtroppo, sviluppare una trama dai risvolti drammatici se la base è costituita dai soliti elementi moe a cui la KyoAni è cara e da cui dovrebbe scollarsi nel momento in cui decide di dedicarsi ad un progetto del genere. Perversioni dedicate agli occhiali (ma dico io, che c'avranno di figo gli occhiali che pure la DEEN ci ha fatto un anime sopra?), sindrome dell'onii-chan ormai immancabile e dialoghi/scene/interi episodi totalmente e volutamente nonsense non contribuiscono in alcun modo nel metter su una trama, ma anzi la destabilizzano e ne recidono i fili con semplicità grossolana: il siparietto comico in cui Kanbara offre i soldi a Mirai può essere carino, ok, ma non dopo che si aspetta una qualche evoluzione - sia di trama che di personaggi - e che di siparietti comici se ne sono visti abbastanza. Tutti gli eventi che vengono a capitare, assieme a quelli che appartengono al passato di Kanbara e che non vengono mostrati per una semplice ragione che vi dirò dopo, risultano, quindi, molto confusi a livello temporale e decisamente poco chiari a livello narrativo, perché sempre tremendamente abbozzati nelle loro spiegazioni. Anche il finale è qualcosa di così inspiegabile e assurdo (contando che di cose senza spiegazione nei due episodi finali ne avvengono tante) che a livello personale speravo di non vedere più dopo Kamisama no Inai Nichiyoubi. Tutto questo perché senza comicità spicciola (e alquanto noiosa) e episodi come il 6 che è una di quelle cose che mi fa veramente vergognare di guardare un anime perché è ai limiti dell'idiozia più pura e della presa in giro, in Giappone non avrebbe venduto nemmeno quelle tremila copie scarse che secondo i dati Oricon ha attualmente piazzato sul mercato.
Da una trama tanto disastrata e ricolma di buchi non potevano uscire dei personaggi fatti bene, ma null'altro che dei banalissimi stereotipi mascherati da personaggi originali e contraddistinti da particolarità degne di nota: se Kanbara, il protagonista maschile, è tutto sommato un personaggio decente - gettato nella mediocrità più assoluta quando parla di ragazze occhialute - capace di compiere scelte dettate da logica e dotato di un buon carisma, Mirai e tutti i comprimari, dal primo all'ultimo, sono personaggi fatti davvero male. La nostra protagonista femminile è tutto fuorché tale: a parte l'essere l'esemplare per eccellenza della simpatica beota che si deve far sempre prendere a parole da qualcuno per combinare qualcosa nella vita, rimane completamente piatta, non si evolve, e tira fuori frasi e sermoni sull'amicizia che vanno totalmente fuori dal personaggio, quasi per far vedere che il personaggio ha deciso di aprirsi al mondo quando invece solo nell'episodio 5 si è aperta ad una singola persona. Per il resto, dai fratelli Nase sino alla madre di Kanbara (che si, serve solo per far vedere le tette e poi a null'altro), si tratta sempre di personalità che tentano di fare la parte dei grandi comprimari fallendo miseramente per via delle loro caratteristiche di base. Uno che vuole farsi la sorella e che lo va a dire gli amici non è figo nemmeno se salva la Terra da un conflitto nucleare tagliandosi le unghie: è un malato e tale resta, non bastano due frasi a cancellare tutto quel che si è seminato per 12 episodi. Menzione d'onore per Sakura, il personaggio più veloce di sempre a cambiare idea (nomen omen, dopotutto).
Kyokai no Kanata è uno di quegli anime che fanno la voce grossa, che tentano (e spesso purtroppo riescono a quanto noto) di farsi vedere per quello che non sono, ovvero buoni anime. Ma un buon anime si appoggia su basi solide, centra i suoi obbiettivi, si sviluppa, cerca di inquadrarsi in un genere e di non perdersi inutilmente in divagazioni, perché solo i capolavori sono capaci di trascendere la barriera del genere. Ma, nel mio piccolo, tendo a credere che allo studio d'animazione di Kyoto avessero fretta di scegliere un'anime per la stagione invernale e che lo abbiano realizzato unicamente per occupare uno slot e tentare comunque di guadagnare: questo perché l'adattamento è basato solo sul primo volume della novel. Già. Se alla SHAFT impiegano 4, o massimo 5 episodi per rappresentare un volume del Nisio, che conterà sulle 300-400 pagine, alla KyoAni hanno deciso di impiegarne 12, inventandosi scene ed episodi che colmassero il gap, e che hanno reso la serie tanto mediocre. Forse c'era bisogno di risparmiare materiale (e quindi spiegazioni) per fare una seconda serie, e poi una terza, una quarta e così via, in maniera tale da ricavarci quanti più denari possibili. Ma ahimé, a quanto pare questo piano non sta andando poi così bene, e noi rischiamo di ritrovarci con un finale mozzo, una serie di interrogativi da svelare e nessuna seconda serie a consolarci. In chiusura vi pongo un quesito, non tanto da recensore quanto da appassionato: vi sembra concepibile che, nel 2014, una casa di produzione che ha un fatturato quasi sempre in attivo, debba ancora piegarsi al volere dei propri spettatori senza cercare un minimo di sfornare un prodotto di buona qualità?
PS. Non ho dato un voto inferiore al 5 semplicemente perché, nella sua mediocrità, Kyokai no Kanata non è un anime da 4.
Kyokai no Kanata ha un apparato grafico di quelli mostruosi, di quelli che staresti a guardare una singola animazione per ore ed ore solo per capacitarti di quanto sia bella e di ottima - se non insuperabile - fattura. Tutti, e ripeto tutti, i frame di Oltre il Confine si amalgamano perfettamente tra di loro, scorrono fluidissimi e permettono allo spettatore un'esperienza visiva che ormai solo KyoAni, grazie all'immensa fortuna pecuniaria che le sue produzioni gli hanno fruttato, è capace di offrire (anche se P.A. Works, con gli splendidi fondali di Nagi no Asukara, vi si sta avvicinando pian piano). Anche a livello di regia non ci sono molti errori: è tutto lineare, semplice, il che per un novello regista è anche una cosa alquanto buona; d'altronde le scene di combattimento sono girate discretamente (e sicuramente una regia non proprio esperta trae giovamento dal potersi servire di un fattore grafico di tale qualità). Il problema più evidente dell'anime è quello su cui la produzione voleva puntare, ovvero la trama. Che è distribuita grossolanamente, sviluppata in tutto in tre episodi (su 12, voglio ricordare) e inframezzata tra battute che in un anime con pretese del genere non dovrebbero neppure esistere. Non si può, purtroppo, sviluppare una trama dai risvolti drammatici se la base è costituita dai soliti elementi moe a cui la KyoAni è cara e da cui dovrebbe scollarsi nel momento in cui decide di dedicarsi ad un progetto del genere. Perversioni dedicate agli occhiali (ma dico io, che c'avranno di figo gli occhiali che pure la DEEN ci ha fatto un anime sopra?), sindrome dell'onii-chan ormai immancabile e dialoghi/scene/interi episodi totalmente e volutamente nonsense non contribuiscono in alcun modo nel metter su una trama, ma anzi la destabilizzano e ne recidono i fili con semplicità grossolana: il siparietto comico in cui Kanbara offre i soldi a Mirai può essere carino, ok, ma non dopo che si aspetta una qualche evoluzione - sia di trama che di personaggi - e che di siparietti comici se ne sono visti abbastanza. Tutti gli eventi che vengono a capitare, assieme a quelli che appartengono al passato di Kanbara e che non vengono mostrati per una semplice ragione che vi dirò dopo, risultano, quindi, molto confusi a livello temporale e decisamente poco chiari a livello narrativo, perché sempre tremendamente abbozzati nelle loro spiegazioni. Anche il finale è qualcosa di così inspiegabile e assurdo (contando che di cose senza spiegazione nei due episodi finali ne avvengono tante) che a livello personale speravo di non vedere più dopo Kamisama no Inai Nichiyoubi. Tutto questo perché senza comicità spicciola (e alquanto noiosa) e episodi come il 6 che è una di quelle cose che mi fa veramente vergognare di guardare un anime perché è ai limiti dell'idiozia più pura e della presa in giro, in Giappone non avrebbe venduto nemmeno quelle tremila copie scarse che secondo i dati Oricon ha attualmente piazzato sul mercato.
Da una trama tanto disastrata e ricolma di buchi non potevano uscire dei personaggi fatti bene, ma null'altro che dei banalissimi stereotipi mascherati da personaggi originali e contraddistinti da particolarità degne di nota: se Kanbara, il protagonista maschile, è tutto sommato un personaggio decente - gettato nella mediocrità più assoluta quando parla di ragazze occhialute - capace di compiere scelte dettate da logica e dotato di un buon carisma, Mirai e tutti i comprimari, dal primo all'ultimo, sono personaggi fatti davvero male. La nostra protagonista femminile è tutto fuorché tale: a parte l'essere l'esemplare per eccellenza della simpatica beota che si deve far sempre prendere a parole da qualcuno per combinare qualcosa nella vita, rimane completamente piatta, non si evolve, e tira fuori frasi e sermoni sull'amicizia che vanno totalmente fuori dal personaggio, quasi per far vedere che il personaggio ha deciso di aprirsi al mondo quando invece solo nell'episodio 5 si è aperta ad una singola persona. Per il resto, dai fratelli Nase sino alla madre di Kanbara (che si, serve solo per far vedere le tette e poi a null'altro), si tratta sempre di personalità che tentano di fare la parte dei grandi comprimari fallendo miseramente per via delle loro caratteristiche di base. Uno che vuole farsi la sorella e che lo va a dire gli amici non è figo nemmeno se salva la Terra da un conflitto nucleare tagliandosi le unghie: è un malato e tale resta, non bastano due frasi a cancellare tutto quel che si è seminato per 12 episodi. Menzione d'onore per Sakura, il personaggio più veloce di sempre a cambiare idea (nomen omen, dopotutto).
Kyokai no Kanata è uno di quegli anime che fanno la voce grossa, che tentano (e spesso purtroppo riescono a quanto noto) di farsi vedere per quello che non sono, ovvero buoni anime. Ma un buon anime si appoggia su basi solide, centra i suoi obbiettivi, si sviluppa, cerca di inquadrarsi in un genere e di non perdersi inutilmente in divagazioni, perché solo i capolavori sono capaci di trascendere la barriera del genere. Ma, nel mio piccolo, tendo a credere che allo studio d'animazione di Kyoto avessero fretta di scegliere un'anime per la stagione invernale e che lo abbiano realizzato unicamente per occupare uno slot e tentare comunque di guadagnare: questo perché l'adattamento è basato solo sul primo volume della novel. Già. Se alla SHAFT impiegano 4, o massimo 5 episodi per rappresentare un volume del Nisio, che conterà sulle 300-400 pagine, alla KyoAni hanno deciso di impiegarne 12, inventandosi scene ed episodi che colmassero il gap, e che hanno reso la serie tanto mediocre. Forse c'era bisogno di risparmiare materiale (e quindi spiegazioni) per fare una seconda serie, e poi una terza, una quarta e così via, in maniera tale da ricavarci quanti più denari possibili. Ma ahimé, a quanto pare questo piano non sta andando poi così bene, e noi rischiamo di ritrovarci con un finale mozzo, una serie di interrogativi da svelare e nessuna seconda serie a consolarci. In chiusura vi pongo un quesito, non tanto da recensore quanto da appassionato: vi sembra concepibile che, nel 2014, una casa di produzione che ha un fatturato quasi sempre in attivo, debba ancora piegarsi al volere dei propri spettatori senza cercare un minimo di sfornare un prodotto di buona qualità?
PS. Non ho dato un voto inferiore al 5 semplicemente perché, nella sua mediocrità, Kyokai no Kanata non è un anime da 4.