Recensione
Aquatic Language
8.0/10
"Aquatic Language" è ambientato in un ampio salone di un bar del futuro, nel quale sono in vigore le tre leggi della robotica ideate da I. Asimov. Nelle scene del corto lo spettatore può spiare ed ascoltare le conversazioni dei clienti che si cimentano in dialoghi vaqui ed incerti, dove l' incomunicabilità e l'incomprensione regnano sovrane. Infatti in un tavolo due ragazze discutono su faccende amorose di "amici di amici"; un ragazzo ammareggiato per problemi di cuore ritrova la consolazione solo dalle parole di una ragazza robotica, mentre altri due ragazzi non riescono ad ascoltarsi reciprocamente. Solo una ragazza, seduta in disparte, riesce ad attuare un reale trasferimento di informazioni leggendo dei libri.
Yoshiura in questo corto riesce a mostrare quanto sia forte il potere delle parole, poichè sono "la luce di un linguaggio"; alcune di esse hanno una tale forza che perdura, altre invece essendo deboli, sono destinate a dissolversi come bolle d'aria. Questa bellissima immagine è rappresentata in una particolare scena, in cui la sala del bar si trasforma in un acquario popolato non solo dai clienti e il loro costante borbottio ma anche da un pesce gigante che nuota tra le innumerevoli bollicine.
Il tratto incofondibile di Yoshiura ricrea una realtà distante e artificiale accompagnato da sottofondi musicali azzeccati col contesto.
Yoshiura in questo corto riesce a mostrare quanto sia forte il potere delle parole, poichè sono "la luce di un linguaggio"; alcune di esse hanno una tale forza che perdura, altre invece essendo deboli, sono destinate a dissolversi come bolle d'aria. Questa bellissima immagine è rappresentata in una particolare scena, in cui la sala del bar si trasforma in un acquario popolato non solo dai clienti e il loro costante borbottio ma anche da un pesce gigante che nuota tra le innumerevoli bollicine.
Il tratto incofondibile di Yoshiura ricrea una realtà distante e artificiale accompagnato da sottofondi musicali azzeccati col contesto.