logo GamerClick.it

6.0/10
-

"SoulTaker" mi è giunto tra le mani attraverso l'edizione home video ad opera della Dynit, che ho acquistato unicamente per il prezzo davvero conveniente; solo così sono entrato a conoscenza di questo ignaro titolo.

"SoulTaker" è una serie che conferma la tradizione del famoso studio nipponico Tatsunoko, ovvero la produzione di serie animate supereroistiche derivate dalla reinterpretazione delle opere fumettistiche americane che invasero il paese del Sol Levante tra gli anni '60 e '70, grazie al quale sono nati classici e celebri anime come "Casshern" e "Tekkaman". Dunque, "SoulTaker" non fa altro che dimostrarsi un erede di questo filone supereroistico, ed è forse per questo che questa serie mi è apparsa come un'opera di vecchia scuola, quasi ricordando nel protagonista il famoso "Devilman" di Go-Nagai. Ovviamente la trama è in chiave fantascientifica, ma si potranno ritrovare anche alcuni pochi elementi appartenenti allo stile cyberpunk; affronta inoltre la cosiddetta "trascendenza della condizione umana" attraverso la mutazione, qui causata da un misterioso virus.
I personaggi principali che hanno animato la vicenda non mi sono sembrati degli stereotipi, anche se non ho assistito a una caratterizzazione marcata e degna di attenzione.

La storia narrata, forse anche a causa di una mia incapacità di "lettura", non mi è apparsa chiara e di facile comprensione, ma piuttosto confusa e fin troppo articolata, pertanto non sono riuscito ad apprezzare questa particolare serie anime, che, a modo suo, ha comunque dimostrato una sua originalità. Contrariamente a questo, gli ultimi tre episodi si elevano rispetto ai precedenti, dando le risposte che si aspettavano e sviluppando finalmente la trama con un epilogo non scontato. Per quanto riguarda i contenuti, a parte alcune tematiche classiche del genere, ho percepito un prezioso messaggio sulla vita, denunciando le forme di discriminazioni e insegnandoci che non importa se si è degli esseri umani, degli alieni o dei cloni: si è prima di tutto degli esseri viventi fatti di carne ed ossa, con un cuore che batte e quindi meritevoli di vivere, al di la della razza o della provenienza. Questo credo (e penso) sia il messaggio più grande che l'autore ci abbia lasciato con questa serie, un messaggio che ognuno di noi può interpretare a modo suo, ed io, forse sbagliando, ho percepito proprio questa sorta di denuncia al termine della visione.

Certamente quello che rende unica la serie "SoulTaker" è l'aspetto visivo lontano dalla tradizionale animazione giapponese, e per questo risulta uno stile atipico ed estraneo. Infatti, il regista Akiyuki Shinbō sviluppa proprio qui il suo famoso e identificativo stile, attraverso il quale fonde gli elementi visionari e surreali con arte tipografica, utilizzando inquadrature eseguite attraverso particolari angolature. Uno stile che, piaccia o meno, lo premia per la personalità che ha saputo imprimere a questo "SoulTaker", diversificandolo da ogni altro prodotto che ho personalmente visto.
Tecnicamente, come già detto, è un prodotto che si sa distinguere per una buona regia e lo stile visivo, benché le animazioni non si sono dimostrate fenomenali, anche a causa dello stile inconsueto del regista, che ha influito negativamente proprio durante le sequenze di azione; il chara design non mi ha praticamente detto nulla. Le OST di Kō Ōtani non mi sono piaciute particolarmente, mentre l'opening e l'ending le ho apprezzate.

Si sarà ben capito che ci troviamo davanti a una serie veramente singolare e di difficile valutazione e comprensione, composta da sfumature che non tutti sono in grado - o hanno voglia - di decifrare e che, personalmente, non sono riuscito a capire a pieno. La mia è stata un'esperienza visiva tra il disorientamento e lo smarrimento, e in molti punti apatica, priva di emozioni forti e di scioccanti colpi di scena. In breve, non ho visto nulla di avvincente o che abbia saputo veramente interessarmi e appassionarmi né alla storia né ai personaggi. Onestamente, se sono arrivato alla fine è stato principalmente perché ho speso dei soldi per i DVD, e anche per via della breve durata della serie. Obbiettivamente, però, dei pregi ci sono e la sufficienza ritengo sia il voto giusto, ma sicuramente in giro c'è di meglio.