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9.0/10
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perché a me par, vivendo questa mia / povera vita, un'altra rasentarne / come nel sonno

Cross Road (Incrocio) è un corto promozionale di 120 secondi del poliedrico Makoto Shinkai, commissionato dalla Z-Kai, scuola per corrispondenza nipponica già famosa nel mondo dei meme per certi suoi spot virali decisamente 'strambi'.

La narrazione è incentrata sulle vite parallele di Shota e Miho, un ragazzo e una ragazza iscritti - per l'appunto - ai corsi della Z-Kai per prepararsi al test d'ingresso universitario. Sebbene non sappiano l'uno dell'altro, i due condividono gli stessi timori, le aspettative per un futuro incerto e la determinazione di trovare il loro posto nel mondo.

Vengono ripresi, in questo breve esercizio di stile, tutti i temi cari a Shinkai: i piccoli sentimenti quotidiani, i destini incrociati, lo sguardo verso il futuro. E, così, l'autore ripropone le scene del volo dei gabbiani, con l'obiettivo fuori fuoco sporco di polvere e salsedine, dei treni che si sfiorano e dei ciliegi in fiore; un continuo citazionismo di se stesso che è come una firma sui suoi lavori per rendersi inconfondibile da ogni altro.

Ritroviamo anche quello stile iperrealistico che lo contraddistingue, con i suoi giochi di luci ed ombre e con un'attenzione maniacale per ogni piccolo dettaglio che quasi infastidisce gli occhi: dalle scritte in braille sulla buca delle lettere, alla segnaletica dei treni e della stazione, così come il codice a barre di una gomma lasciata sulla scrivania, le equazioni correttamente svolte nei compiti dei due ragazzi o i numeri di matricola degli ammessi al test distinti in ordine. Sembra quasi una sfida a soffermarsi su ogni singolo frame e cercare tutte quelle cose impossibili da notare a velocità normale.

Da menzionare, inoltre, la theme song cantata da Nagi Yanagi che accompagna le scene del corto; pur non conoscendone il testo - tra l'altro, scritto dallo stesso Shinkai - questa canzone trasmette bene la dolcezza della narrazione e quel senso di ottimismo e speranza presente nei due protagonisti.

Nel tempo in cui un fiore di ciliegio traccia in cielo un arco di 6 metri, veniamo dolcemente guidati verso un susseguirsi di attimi staccati dal presente, dallo spazio e da qualsiasi ragione. Scrutiamo velocemente la vita di due semplici ragazzi, uguali a tanti altri, forse legati da un destino comune. Questo, e nient'altro.
Tutto quello che c'è stato prima e che ci sarà dopo non conta: è stata solo un'interruzione troppo prolungata di due singole vite che non hanno bloccato lo scorrere del mondo. Ed è proprio raccolta nell'attimo, questa punta acuminata di pura potenzialità: un frammento di storia che potrebbe generarne innumerevoli altre e che sta a noi immaginare.
E, magari, i nostri sguardi s'incontrano con quelli dei due protagonisti, mentre facciamo i conti con ciò che siamo stati e che ancora non siamo. Shinkai, in questo, è davvero un maestro, e riesce abilmente a creare punti di contatto fra le sue storie e i vissuti di noi spettatori.

Leggo di gente che spera in una serie o in un film tratti da questo corto; a me, sinceramente, Cross Road va bene così, e credo anche a Makoto. Perché i grandi registi, i disegnatori acclamati, tutti gli inventori di storie lo sanno: le cose più importanti non bisogna dirle. Devono rimanere sottintese, apparire come spazi vuoti, incompiuti ed effimeri. La breve durata non sminuisce l'importanza di ciò che l'autore vuole dire; è che delle volte è necessario rimanere in silenzio. Ma, tacendo, mostrare.

もう、一人じゃない ~ non sono più solo