Recensione
Elfen Lied
3.0/10
Anime del 2004, visto già una volta ormai sette o otto anni fa, mi è recentemente capitato di rivederlo, anche spinto dai commenti entusiasti di un fidato amico. Ai tempi della prima visione non mi piacque particolarmente, anche per i miei gusti acerbi di sbarbatello mi sembrò abbastanza una cavolata, povera e scadente sotto ogni punto di vista. Cosa ho trovato riguardandola otto anni ed una laurea in cinema dopo?
Ho trovato una trama che parte con alcuni spunti interessanti: una ragazza nata con delle vere e proprie corna che le donano particolari poteri telecinetici, scappa dal centro di ricerca dov'era stata rinchiusa per essere utilizzata come cavia, ma nella fuga viene ferita alla testa e riporta un'amnesia pressoché totale. Soccorsa da un ragazzo ed una ragazza, i due la "adotteranno" e le daranno un nome, cercando allo stesso tempo di tenerla al riparo dai suoi aguzzini e dalla sua vecchia personalità che col tempo riaffiora sempre più dall'amnesia.
Ora, nulla di particolarmente originale, ma c'erano diversi elementi che potevano essere sviluppati in modo interessante, come il tema del diverso, del malvagio, della scienza, della scoperta della sessualità, del rapporto uomo/donna... temi che vengono appena abbozzati prima di venire divorati da una cascata di melassa. A partire dalla opening di turno (che scomoda Klimt nel vano tentativo di creare un'ibridazione molto pop, che il pop va di moda), la visione di tutto mi è parsa stentata, faticosa e fastidiosa, senza per altro capirne il motivo. Solo a serie conclusa, ho avuto l'illuminazione: nulla di quello che vediamo è originale, profondo, emozionante o semplicemente ben realizzato.
"Elfen Lied" cerca di fondere due generi normalmente abbastanza distanti (o perlomeno all'epoca era così) quali la commedia sentimentale e lo splatter. Ora, sebbene ci possano essere pareri discordanti, in realtà entrambi i generi si possono sposare bene insieme, nelle due accezioni che possiamo attribuirgli: l'amore tragico e tormentato ben si sposa con tinte gotiche cupe, sangue e morte "sofferta" (la recente orda di clonazzi di twilight dimostra bene che funziona), così come la commedia che mai si prende sul serio va a braccetto con lo splatter umoristico e dissacratore (alla "L'alba dei morti dementi"). Il risultato tuttavia è un pastone indistinto e zoppicante in cui i personaggi abbozzati sia psicologicamente che graficamente compiono azioni totalmente fuori contesto e difficilmente mostreranno le turbe mentali derivanti dal passato di cui gli autori ci hanno informato. In certi casi arti mutilati e violenze sessuali, così sentite dal personaggio in un episodio, verranno al massimo riutilizzati qualche puntata dopo per una gag agghiacciante e mai più tirati fuori, polverizzando qualsiasi tentativo di creare una psicologia coerente dei personaggi.
E parliamo un attimo dei cosiddetti personaggi: come già detto, mancano del tutto di una trattazione psicologica, che li rende più burattini comandati da qualche "vettore" che non agenti drammaturgici. Fastidiosi, macchiette, banali, con il classico "triangolo-non-triangolo" dei drammoni adolescenziali, sono del tutto dimenticabili, figure di passaggio nel veloce treno dell'animazione giapponese; inoltre un harem che già all'epoca sapeva insopportabilmente di stantio provoca rabbia per le situazioni trite e ritrite del genere, viste in miliardi di anime successivi e precedenti.
Parliamo dei disegni quindi. Scialbi e piatti, sono del tutto privi di qualsivoglia caratterizzazione delle figure umane non fosse per i capelli (tranne i principali, gli altri sembrano tutti fatti con lo stampino), per non parlare degli sfondi, che sembrano essere stati incollati sotto da un altro anime preso a 120p da Youtube, in bassissima risoluzione. Le animazioni sono spesso del tutto inesistenti, soppiantate da scene statiche che dovrebbero generare ansia/tensione/angoscia, ma che provocano solo noia, noia abissale, tanto che si fa fatica a raggiungere la fine della puntata.
Cosa ho trovato quindi in "Elfen Lied"? Ho trovato un anime con una storia d'amore stantia condita da tanto sangue per attirare anche i maschietti, in cui nulla a mio avviso è salvabile: non la storia, non i personaggi, non le situazioni, la comicità o lo splatter, manco la tanto decantata "ibridazione dei generi". E' il classico anime ingiustamente ed abnormemente sopravvalutato, confezionato (male) apposta per i bimbetti che vogliono fare il salto dagli shoen/shojo ai seinen credendo che questa immondizia sia meglio di "Dragon Ball". Perché mettere sangue a fiotti e storie di violenza sessuale, senza che questo cambi minimamente l'approccio dei personaggi alle situazioni, non è fare un anime/manga adulto, ma far leva sull'idea che sia adulto per vendere.
Immondo, evitatelo come la peste, se non vi volete male.
Ho trovato una trama che parte con alcuni spunti interessanti: una ragazza nata con delle vere e proprie corna che le donano particolari poteri telecinetici, scappa dal centro di ricerca dov'era stata rinchiusa per essere utilizzata come cavia, ma nella fuga viene ferita alla testa e riporta un'amnesia pressoché totale. Soccorsa da un ragazzo ed una ragazza, i due la "adotteranno" e le daranno un nome, cercando allo stesso tempo di tenerla al riparo dai suoi aguzzini e dalla sua vecchia personalità che col tempo riaffiora sempre più dall'amnesia.
Ora, nulla di particolarmente originale, ma c'erano diversi elementi che potevano essere sviluppati in modo interessante, come il tema del diverso, del malvagio, della scienza, della scoperta della sessualità, del rapporto uomo/donna... temi che vengono appena abbozzati prima di venire divorati da una cascata di melassa. A partire dalla opening di turno (che scomoda Klimt nel vano tentativo di creare un'ibridazione molto pop, che il pop va di moda), la visione di tutto mi è parsa stentata, faticosa e fastidiosa, senza per altro capirne il motivo. Solo a serie conclusa, ho avuto l'illuminazione: nulla di quello che vediamo è originale, profondo, emozionante o semplicemente ben realizzato.
"Elfen Lied" cerca di fondere due generi normalmente abbastanza distanti (o perlomeno all'epoca era così) quali la commedia sentimentale e lo splatter. Ora, sebbene ci possano essere pareri discordanti, in realtà entrambi i generi si possono sposare bene insieme, nelle due accezioni che possiamo attribuirgli: l'amore tragico e tormentato ben si sposa con tinte gotiche cupe, sangue e morte "sofferta" (la recente orda di clonazzi di twilight dimostra bene che funziona), così come la commedia che mai si prende sul serio va a braccetto con lo splatter umoristico e dissacratore (alla "L'alba dei morti dementi"). Il risultato tuttavia è un pastone indistinto e zoppicante in cui i personaggi abbozzati sia psicologicamente che graficamente compiono azioni totalmente fuori contesto e difficilmente mostreranno le turbe mentali derivanti dal passato di cui gli autori ci hanno informato. In certi casi arti mutilati e violenze sessuali, così sentite dal personaggio in un episodio, verranno al massimo riutilizzati qualche puntata dopo per una gag agghiacciante e mai più tirati fuori, polverizzando qualsiasi tentativo di creare una psicologia coerente dei personaggi.
E parliamo un attimo dei cosiddetti personaggi: come già detto, mancano del tutto di una trattazione psicologica, che li rende più burattini comandati da qualche "vettore" che non agenti drammaturgici. Fastidiosi, macchiette, banali, con il classico "triangolo-non-triangolo" dei drammoni adolescenziali, sono del tutto dimenticabili, figure di passaggio nel veloce treno dell'animazione giapponese; inoltre un harem che già all'epoca sapeva insopportabilmente di stantio provoca rabbia per le situazioni trite e ritrite del genere, viste in miliardi di anime successivi e precedenti.
Parliamo dei disegni quindi. Scialbi e piatti, sono del tutto privi di qualsivoglia caratterizzazione delle figure umane non fosse per i capelli (tranne i principali, gli altri sembrano tutti fatti con lo stampino), per non parlare degli sfondi, che sembrano essere stati incollati sotto da un altro anime preso a 120p da Youtube, in bassissima risoluzione. Le animazioni sono spesso del tutto inesistenti, soppiantate da scene statiche che dovrebbero generare ansia/tensione/angoscia, ma che provocano solo noia, noia abissale, tanto che si fa fatica a raggiungere la fine della puntata.
Cosa ho trovato quindi in "Elfen Lied"? Ho trovato un anime con una storia d'amore stantia condita da tanto sangue per attirare anche i maschietti, in cui nulla a mio avviso è salvabile: non la storia, non i personaggi, non le situazioni, la comicità o lo splatter, manco la tanto decantata "ibridazione dei generi". E' il classico anime ingiustamente ed abnormemente sopravvalutato, confezionato (male) apposta per i bimbetti che vogliono fare il salto dagli shoen/shojo ai seinen credendo che questa immondizia sia meglio di "Dragon Ball". Perché mettere sangue a fiotti e storie di violenza sessuale, senza che questo cambi minimamente l'approccio dei personaggi alle situazioni, non è fare un anime/manga adulto, ma far leva sull'idea che sia adulto per vendere.
Immondo, evitatelo come la peste, se non vi volete male.