Recensione
Happiness of the Katakuris
7.0/10
Questo non è un film facile da recensire. Non lo è per me che ho una discreta conoscenza filmica, immagino come potrebbe essere per qualcuno che non è abituato a follie cinematografiche orientali. Nonostante tutto, proverò a spiegare almeno in parte cosa è "The Happines of Katakuris".
L'introduzione ci spiazza già. Una ragazza, mentre mangia una zuppa in un ristorante di lusso trova un "demonietto" inquietantissimo mosso in stop-motion che prima le sorride e poi scappa svolazzando fuori dalla finestra. Un incipit che qualcuno potrebbe definire "casuale e randomica", ma che ha la precisa funzione di dirci: non prendete il film troppo sul serio, perchè noi non lo faremo.
E già dai primi minuti di effettiva pellicola, vediamo come l'intero film si consideri nient'altro che un baraccone roboante, un circo che mescola generi, spunti narrativi, sequenze oniriche che spiazzano lo spettatore perchè ogni scena è a sé stante e non possiede alcun raccordo con quella precedente, se non un vago filo narrativo. Tutto può cambiare da una scena all'altra: prima siamo in un film d'impronta drammatica/familiare, poi nella commedia, poi nell'horror, poi nel musical, poi nell'animazione, poi nell'epico, senza nessun ordine specifico, distruggendo qualsiasi rimasuglio del concetto di consequenzialità.
La trama è banalissima: una famiglia gestisce un hotel tra le montagne che sta fallendo e pare che sia stato maledetto. Da li parte un caleidoscopio di situazioni e personaggi assurdi e grotteschi, che non fanno che aumentare lo spiazzamento dello spettatore, spesso devastato dalla forza prorompente delle immagini di questo film: la violenza, tratto distintivo del cinema di Miike, non è tanto in ciò che si vede nella pellicola, quanto su chi vede la stessa.
Visionario, comico, drammatico e molto, molto grottesco, Happiness of Katakuris è un film che non ha mezze misure: o lo si ama o lo si odia. I suoi punti deboli, che per qualcuno sono voragini abissali, per altri sono punti di forza in grado di sorreggere l'universo intero. Io quindi consiglio la visione, ma attenzione: la sua follia visionaria potrebbe avvolgervi in un manto caldo e confortevole come colpirvi in faccia con la violenza di un tir.
Non è un film per tutti, è più un gioco che regista e troupe si sono divertiti a realizzare, che casualmente è poi diventato un film. Siete stati avvisati.
Do un 7 e non un voto più alto o più basso in virtù di quest'ultima nota, posto che comunque tutto l'aspetto tecnico è di ottima fattura.
L'introduzione ci spiazza già. Una ragazza, mentre mangia una zuppa in un ristorante di lusso trova un "demonietto" inquietantissimo mosso in stop-motion che prima le sorride e poi scappa svolazzando fuori dalla finestra. Un incipit che qualcuno potrebbe definire "casuale e randomica", ma che ha la precisa funzione di dirci: non prendete il film troppo sul serio, perchè noi non lo faremo.
E già dai primi minuti di effettiva pellicola, vediamo come l'intero film si consideri nient'altro che un baraccone roboante, un circo che mescola generi, spunti narrativi, sequenze oniriche che spiazzano lo spettatore perchè ogni scena è a sé stante e non possiede alcun raccordo con quella precedente, se non un vago filo narrativo. Tutto può cambiare da una scena all'altra: prima siamo in un film d'impronta drammatica/familiare, poi nella commedia, poi nell'horror, poi nel musical, poi nell'animazione, poi nell'epico, senza nessun ordine specifico, distruggendo qualsiasi rimasuglio del concetto di consequenzialità.
La trama è banalissima: una famiglia gestisce un hotel tra le montagne che sta fallendo e pare che sia stato maledetto. Da li parte un caleidoscopio di situazioni e personaggi assurdi e grotteschi, che non fanno che aumentare lo spiazzamento dello spettatore, spesso devastato dalla forza prorompente delle immagini di questo film: la violenza, tratto distintivo del cinema di Miike, non è tanto in ciò che si vede nella pellicola, quanto su chi vede la stessa.
Visionario, comico, drammatico e molto, molto grottesco, Happiness of Katakuris è un film che non ha mezze misure: o lo si ama o lo si odia. I suoi punti deboli, che per qualcuno sono voragini abissali, per altri sono punti di forza in grado di sorreggere l'universo intero. Io quindi consiglio la visione, ma attenzione: la sua follia visionaria potrebbe avvolgervi in un manto caldo e confortevole come colpirvi in faccia con la violenza di un tir.
Non è un film per tutti, è più un gioco che regista e troupe si sono divertiti a realizzare, che casualmente è poi diventato un film. Siete stati avvisati.
Do un 7 e non un voto più alto o più basso in virtù di quest'ultima nota, posto che comunque tutto l'aspetto tecnico è di ottima fattura.