Recensione
Kill la Kill
7.0/10
Recensione di Anonimo Sulla Terra
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Kill la Kill, già prima di uscire il suo nome era assai presente nella rete e nelle discussioni tra appassionati di anime, causa la presenza dei creatori del famoso Gurren Lagann, ora non più sotto la Gainax ma indipendenti avendo fondato un loro studio detto Trigger. Prima che uscisse si parlava già di capolavoro, di anime cult che avrebbe fatto impazzire gli spettatori come il suo predecessore. Io non ho visto Gurren, quindi non avevo aspettative per questa serie, e quando l'ho vista sono rimasto divertito dallo stile esagerato e senza senso dell'anime, con situazioni tra l'epico e l'assurdo o tra il serio e il ridicolo e da un elevato tasso di fanservice per entrambi i sessi al limite dell'eccesso e dell'osceno; divertito si ma nulla di più e cercherò di spiegare perché, secondo me, Kill la Kill è un bell'anime di puro e solo intrattenimento e nient'altro.
La trama inizialmente narra l'avventura di Matoi Ryuuko alla ricerca dell'assassino di suo padre, giungendo nel suo peregrinare in un liceo dittatoriale comandato dalla dura Kyruin Satsuki, la quale sembra che abbia qualche connessione con la morte dei padre di Ryuuko. Questo è il pretesto per scontri esagerati, tamarri, senza senso al limite dell'assurdo ma capaci di far sorridere e intrattenere per i motivi citati; fortunatamente gli autori non hanno accantonato la trama ed episodio dopo episodio aggiungono nuovi misteri e piccole rivelazioni per ben invogliare la visione. Se c'era il rischio che 24 episodi di soli combattimenti tra studenti diventasse troppo ripetitivo, gli autori saggiamente dopo metà serie ribaltano tutto aggiungendo efficaci colpi di scena e rivelazioni decisamente improvvise, l'arrivo del vero antagonista principale, organizzazioni segrete, piani oscuri, elevando la trama da semplice 'cercasi vendetta' a 'salviamo il mondo + vendetta'. Grazie a ciò la visione diventa decisamente più piacevole e sicuramente imprevedibile, capace di sorprendere lo spettatore, ma non senza difetti: in alcuni episodi si ha l'impressione che, dopo averti lasciato sul più bello con eventi inaspettati e di grande impatto, certi avvenimenti si concludano in maniera troppo prevedibile o frettolosa, suscitando un piccolo senso di delusione nello spettatore, accadendo soprattutto nella seconda parte dell'anime, poiché da una serie che punta sull'esagerazione e sul'imprevedibilità questo è un difetto non di poco conto.
I personaggi sono, come ci si poteva aspettare, esagerati, tamarri, capaci di azioni fuori luogo, eppure statici nella loro caratterizzazione e l'esempio più significativo di ciò è la protagonista Ryuko: è un ragazza simpatica, testarda, a tratti ingenua e una grande impulsività, eppure lei sarà sempre così, tranne in pochi momenti, rimanendo un personaggio statico, divertente si, ma immutabile. Tale discorso lo possiamo applicare per quasi tutti i personaggi della serie (i più insignificanti sono tutti uguali), alcuni la cui simpatia fa meno pesare la loro mono dimensionalità, altri la cui presenza è al limite del ridicolo e dell'inutile (i due agenti nudisti); tale discorso per fortuna non lo si applica per Satsuki, il personaggio più complesso della serie le cui motivazioni vengono spiegate dopo metà serie così come il suo ruolo nella storia cambiando addirittura carattere, forse troppo bruscamente, e l'antagonista principale la cui follia è comparabile al suo carisma misto ad eccentricità.
Le animazioni sono volutamente grezze, poco raffinate per esaltare l'eccentricità della serie, nonostante in alcuni episodi vi sia un calo vistoso delle animazioni, ed alcune sequenze sono animazioni ripetute più volte; il sonoro è invece molto buono, con brani atti alcuni ad esaltare l'epicità di certi scontri, altri per esaltare l'entrata pomposa di certi personaggi.
Il finale credo che esprima per bene tutti i pregi e difetti della serie: tanta azione assai spettacolare con scene fuori senso e divertenti ma dalla conclusione prevedibile, forse non per una piccola cosa.
Tutto questo lungo discorso si conclude affermando che Kill la Kill è una serie ecchi dall'elevato tasso di fanservice per tutti, facendone la parodia quasi anche se in alcuni episodi al limite del ridicolo o del senza senso, che punta tutto sull'intrattenimento riuscendoci quasi sempre grazie a combattimenti spettacolari ed esagerati, personaggi altrettanto fuori misura ma ahimè troppo statici, eventi epici e inaspettati, dalla trama scorrevole e non lineare e basta; niente riflessioni filosofiche o esistenzialiste, solo la classica morale buonista come il valore dell'amicizia e similari.
Chi cerca qualcosa di irriverente e tamarro ha trovato ciò che cercava, chi cerca qualcosa di più profondo temo che abbia sbagliato titolo.
La trama inizialmente narra l'avventura di Matoi Ryuuko alla ricerca dell'assassino di suo padre, giungendo nel suo peregrinare in un liceo dittatoriale comandato dalla dura Kyruin Satsuki, la quale sembra che abbia qualche connessione con la morte dei padre di Ryuuko. Questo è il pretesto per scontri esagerati, tamarri, senza senso al limite dell'assurdo ma capaci di far sorridere e intrattenere per i motivi citati; fortunatamente gli autori non hanno accantonato la trama ed episodio dopo episodio aggiungono nuovi misteri e piccole rivelazioni per ben invogliare la visione. Se c'era il rischio che 24 episodi di soli combattimenti tra studenti diventasse troppo ripetitivo, gli autori saggiamente dopo metà serie ribaltano tutto aggiungendo efficaci colpi di scena e rivelazioni decisamente improvvise, l'arrivo del vero antagonista principale, organizzazioni segrete, piani oscuri, elevando la trama da semplice 'cercasi vendetta' a 'salviamo il mondo + vendetta'. Grazie a ciò la visione diventa decisamente più piacevole e sicuramente imprevedibile, capace di sorprendere lo spettatore, ma non senza difetti: in alcuni episodi si ha l'impressione che, dopo averti lasciato sul più bello con eventi inaspettati e di grande impatto, certi avvenimenti si concludano in maniera troppo prevedibile o frettolosa, suscitando un piccolo senso di delusione nello spettatore, accadendo soprattutto nella seconda parte dell'anime, poiché da una serie che punta sull'esagerazione e sul'imprevedibilità questo è un difetto non di poco conto.
I personaggi sono, come ci si poteva aspettare, esagerati, tamarri, capaci di azioni fuori luogo, eppure statici nella loro caratterizzazione e l'esempio più significativo di ciò è la protagonista Ryuko: è un ragazza simpatica, testarda, a tratti ingenua e una grande impulsività, eppure lei sarà sempre così, tranne in pochi momenti, rimanendo un personaggio statico, divertente si, ma immutabile. Tale discorso lo possiamo applicare per quasi tutti i personaggi della serie (i più insignificanti sono tutti uguali), alcuni la cui simpatia fa meno pesare la loro mono dimensionalità, altri la cui presenza è al limite del ridicolo e dell'inutile (i due agenti nudisti); tale discorso per fortuna non lo si applica per Satsuki, il personaggio più complesso della serie le cui motivazioni vengono spiegate dopo metà serie così come il suo ruolo nella storia cambiando addirittura carattere, forse troppo bruscamente, e l'antagonista principale la cui follia è comparabile al suo carisma misto ad eccentricità.
Le animazioni sono volutamente grezze, poco raffinate per esaltare l'eccentricità della serie, nonostante in alcuni episodi vi sia un calo vistoso delle animazioni, ed alcune sequenze sono animazioni ripetute più volte; il sonoro è invece molto buono, con brani atti alcuni ad esaltare l'epicità di certi scontri, altri per esaltare l'entrata pomposa di certi personaggi.
Il finale credo che esprima per bene tutti i pregi e difetti della serie: tanta azione assai spettacolare con scene fuori senso e divertenti ma dalla conclusione prevedibile, forse non per una piccola cosa.
Tutto questo lungo discorso si conclude affermando che Kill la Kill è una serie ecchi dall'elevato tasso di fanservice per tutti, facendone la parodia quasi anche se in alcuni episodi al limite del ridicolo o del senza senso, che punta tutto sull'intrattenimento riuscendoci quasi sempre grazie a combattimenti spettacolari ed esagerati, personaggi altrettanto fuori misura ma ahimè troppo statici, eventi epici e inaspettati, dalla trama scorrevole e non lineare e basta; niente riflessioni filosofiche o esistenzialiste, solo la classica morale buonista come il valore dell'amicizia e similari.
Chi cerca qualcosa di irriverente e tamarro ha trovato ciò che cercava, chi cerca qualcosa di più profondo temo che abbia sbagliato titolo.