Recensione
Iblard Jikan
7.0/10
Recensione di CrimsonEyes
-
Iblard Jikan (Il tempo di Iblard) è un mediometraggio della durata di trenta minuti prodotto dallo Studio Ghibli nel 2007.
Privo di una qualsiasi trama e dialogo, l'anime si compone di otto parti ognuna scandita da una traccia musicale e mostra una serie di dipinti di Naohisa Inoue, il cui stile è influenzato in particolar modo dalla pittura impressionista di Monet da quella postimpressionista di Cezanne e dalla corrente surrealista.
L'opera si apre con l'inquadratura fissa di un giardino, nella quale si muove una donna che entra in casa affacciandosi poi alla porta che dà sull'esterno. Questo film non si limita a proporre dei fermimmagine dei dipinti, anzi, dà loro la vita.
Oltre alla musica si ode il cinguettare degli uccelli, il fruscio del vento a contatto con l'erba, il leggero fragore delle onde del mare. Le animazioni sono limitate (si parla pur sempre di quadri), ma molto evocative nella loro semplicità.
Anche i personaggi, se presenti, prendono vita e il filo che collega molti dei dipinti è la presenza di figure femminili e in particolare di una ragazzina, che pare volerci mostrare e guidare attraverso questo mondo tanto pacifico, quanto affascinante.
Man mano che si procede con la visione, si nota un mondo in cui l'uomo e la natura convivono in simbiosi: piante, arbusti, alberi di ogni genere avvolgono dolcemente delle piccole case di campagna, andando così a rafforzare uno dei concetti tipici della pittura postimpressionista: la compenetrazione dei colori. Infatti i colori che compongono ogni dipinto si ritrovano in ogni sua parte ad esempio, il verde nella vegetazione è presente sia nelle abitazioni sia nel cielo, così come tutti gli altri colori.
Dall'ambientazione campagnola, ci spostiamo verso dipinti più orientaleggianti; lo si capisce in particolare dalla forma degli edifici, dalla vegetazione locale e dalla musica che ne suggerisce l'atmosfera.
Già dal terzo capitolo lo spettatore scorge anche la componente surrealista di questo stile, non appena si imbatte in case che fluttuano nell'aria sopra a piccoli lembi di terra circondate da singolari oggetti a forma di dirigibile (di cui piano piano assumeranno tutte le caratteristiche), i quali faranno sempre più spesso parte dei dipinti.
Dopo un ritorno ad ambientazioni prettamente forestali, ecco che ci ritroviamo ad ammirare suggestivi paesaggi marittimi, per poi percorrere fino al penultimo capitolo un viaggio all'insegna del surreale, in cui la presenza della natura non stona mai, anzi si fonde alla perfezione con le enormi "sfere di vegetazione" e tutte le forme distorte che caratterizzano questo tipo di pittura, facendocele apprezzare in modo naturale, come se la loro compresenza fosse scontata.
Oltre al dirigibile e alla ragazzina, un altro elemento comune a diversi quadri, è uno strano mezzo di trasporto pubblico che richiama la forma di un Tram, il quale, viaggiando su rotaie talvolta sospese in aria, dà contributo alle atmosfere oniriche che si vengono a creare.
Ad un certo punto, l'attenzione si sposta unicamente su un velivolo nel momento in cui viene azionato da un uomo. Questo momento è l'unico in cui il soggetto dell'inquadratura non è il paesaggio (associandolo ai dirigibili, si può notare come l'anime abbia al suo interno anche l'elemento steampunk).
Ci addentriamo dunque in una cittadina brulicante di vita; l'elemento surreale va piano piano scemando fino al ritorno a paesaggi puramente naturali.
Tutto si chiude con il ritorno a casa della ragazzina, che pare abiti nella medesima casa con cui l'opera era iniziata.
Senz'altro è un'anime atipico (finchè si parla di anime), ma di sicuro merita uno sguardo. Per comprendere ed avvicinarsi sempre di più a ciò che gli autori (dei dipinti e del film) vogliono comunicare attraverso il loro lavoro, sarebbe da vedere e da rivedere. Ma anche solo se avete voglia per un momento di evadere dalla quotidianità di tutti i giorni, se avete bisogno di un attimo per rilassarvi e staccare, buttate un occhio su Iblard Jikan, difficilmente ve ne pentirete.
Privo di una qualsiasi trama e dialogo, l'anime si compone di otto parti ognuna scandita da una traccia musicale e mostra una serie di dipinti di Naohisa Inoue, il cui stile è influenzato in particolar modo dalla pittura impressionista di Monet da quella postimpressionista di Cezanne e dalla corrente surrealista.
L'opera si apre con l'inquadratura fissa di un giardino, nella quale si muove una donna che entra in casa affacciandosi poi alla porta che dà sull'esterno. Questo film non si limita a proporre dei fermimmagine dei dipinti, anzi, dà loro la vita.
Oltre alla musica si ode il cinguettare degli uccelli, il fruscio del vento a contatto con l'erba, il leggero fragore delle onde del mare. Le animazioni sono limitate (si parla pur sempre di quadri), ma molto evocative nella loro semplicità.
Anche i personaggi, se presenti, prendono vita e il filo che collega molti dei dipinti è la presenza di figure femminili e in particolare di una ragazzina, che pare volerci mostrare e guidare attraverso questo mondo tanto pacifico, quanto affascinante.
Man mano che si procede con la visione, si nota un mondo in cui l'uomo e la natura convivono in simbiosi: piante, arbusti, alberi di ogni genere avvolgono dolcemente delle piccole case di campagna, andando così a rafforzare uno dei concetti tipici della pittura postimpressionista: la compenetrazione dei colori. Infatti i colori che compongono ogni dipinto si ritrovano in ogni sua parte ad esempio, il verde nella vegetazione è presente sia nelle abitazioni sia nel cielo, così come tutti gli altri colori.
Dall'ambientazione campagnola, ci spostiamo verso dipinti più orientaleggianti; lo si capisce in particolare dalla forma degli edifici, dalla vegetazione locale e dalla musica che ne suggerisce l'atmosfera.
Già dal terzo capitolo lo spettatore scorge anche la componente surrealista di questo stile, non appena si imbatte in case che fluttuano nell'aria sopra a piccoli lembi di terra circondate da singolari oggetti a forma di dirigibile (di cui piano piano assumeranno tutte le caratteristiche), i quali faranno sempre più spesso parte dei dipinti.
Dopo un ritorno ad ambientazioni prettamente forestali, ecco che ci ritroviamo ad ammirare suggestivi paesaggi marittimi, per poi percorrere fino al penultimo capitolo un viaggio all'insegna del surreale, in cui la presenza della natura non stona mai, anzi si fonde alla perfezione con le enormi "sfere di vegetazione" e tutte le forme distorte che caratterizzano questo tipo di pittura, facendocele apprezzare in modo naturale, come se la loro compresenza fosse scontata.
Oltre al dirigibile e alla ragazzina, un altro elemento comune a diversi quadri, è uno strano mezzo di trasporto pubblico che richiama la forma di un Tram, il quale, viaggiando su rotaie talvolta sospese in aria, dà contributo alle atmosfere oniriche che si vengono a creare.
Ad un certo punto, l'attenzione si sposta unicamente su un velivolo nel momento in cui viene azionato da un uomo. Questo momento è l'unico in cui il soggetto dell'inquadratura non è il paesaggio (associandolo ai dirigibili, si può notare come l'anime abbia al suo interno anche l'elemento steampunk).
Ci addentriamo dunque in una cittadina brulicante di vita; l'elemento surreale va piano piano scemando fino al ritorno a paesaggi puramente naturali.
Tutto si chiude con il ritorno a casa della ragazzina, che pare abiti nella medesima casa con cui l'opera era iniziata.
Senz'altro è un'anime atipico (finchè si parla di anime), ma di sicuro merita uno sguardo. Per comprendere ed avvicinarsi sempre di più a ciò che gli autori (dei dipinti e del film) vogliono comunicare attraverso il loro lavoro, sarebbe da vedere e da rivedere. Ma anche solo se avete voglia per un momento di evadere dalla quotidianità di tutti i giorni, se avete bisogno di un attimo per rilassarvi e staccare, buttate un occhio su Iblard Jikan, difficilmente ve ne pentirete.