Recensione
Recensione di Haizhong_Musume
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"Kamigami no Asobi", adattamento anime dall'omonima visual novel uscita l'anno scorso per Broccoli, incarna tutto ciò che il perfetto reverse-harem dovrebbe essere: allegro, leggero, dolce e un po' demenziale. Inizialmente titubante a intraprenderne la visione per la paura di ritrovarmi di fronte a un nuovo "Amnesia" o altre produzioni del genere alquanto scarse, sono invece rimasta piacevolmente sorpresa dalla comicità, dal valore dei personaggi e dall'autoironia che pervadono tutte le dodici puntate.
La trama vede Yui Kusanagi, una comune studentessa giapponese la cui famiglia gestisce un tempio shintoista, venire improvvisamente evocata in una dimensione parallela, che altro non si rivela essere che un'accademia fondata dallo stesso Zeus, re dell'Olimpo e, in questo caso, preside della suddetta scuola. Il compito della nostra eroina sarà insegnare gli usi e i costumi della società umana, fino all'amore e i sentimenti, a divinità provenienti da diverse aree del mondo.
Una delle cose che colpiscono sin dal primo istante è senza dubbio il carattere della protagonista. Yui parla, prende l'iniziativa, ride e piange insieme agli dei. Sembrerà strano che annoti queste caratteristiche, ma purtroppo, in queste produzioni tratte dagli otome game, le ragazze non sempre hanno una personalità ben definita.
Anche gli Dei, tra personaggi principali e altri di contorno, sono ben delineati: innanzitutto, non tutti corrono ciecamente dietro alla protagonista, e il tipo di relazioni che con lei sviluppano vanno dall'amicizia alla semplice compagna di studi, alla persona speciale. Alcuni maturano notevolmente nel corso della storia: prendiamo Hades, che dalla paura di approcciarsi con le persone per paura di causare sfortuna impara ad apprezzare la compagnia del gruppo, o ancora il dio Loki, all'apparenza una peste in grado di causare solo guai, ma in fondo attento a proteggere coloro per cui prova affetto.
Da aggiungere a tutto questo il vero punto forte della serie, ossia la comicità, che qui diventa la ciliegina sulla torta (se non sbaglio c'è una battuta pure su questo modo di dire in una puntata). In particolare il dio del Sole Apollon, a neanche trenta secondi dall'inizio, ci delizierà con una bellissima trasformazione in stile Sailor e come premio, nell'ultima puntata, vedremo parzialmente anche le trasformazioni dei suoi colleghi. Vi sono poi romantiche cavalcate su cavalli alati, ragazzi che inciampano nel nulla (la scusa più comune per creare situazioni equivoche), spogliarelli d'inverno e sotto la pioggia, professori che sembrano provare particolare soddisfazione a schiantare le mani sulle mura e a re-inventare le favole dell'infanzia con tremendo, esilarante cinismo. Ma non vi anticipo altro, sia perché le gag sono davvero troppe sia per lasciarvi il gusto di scoprirle.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo una grafica molto ben curata, con qualche semplificazione dei tratti nelle scene dalla prospettiva più distante, ma nulla di davvero notevole. I design delle divinità sono questione di apprezzamento personale e a me non sono dispiaciuti. Assolutamente moe quando vengono ritratti in versione chibi nei siparietti in coda. Ancora più notevole è però è la colonna sonora, con melodie diverse associate ai singoli personaggi, e talvolta anche malinconiche.
Riassumendo, quando meno me l'aspettavo, "Kamigami no Asobi" si è rivelato davvero un buon mix di tutte le caratteristiche sopra elencate e, soprattutto in virtù di novità quali una protagonista la cui simpatia rende facile l'identificazione, per una storia dotata di capo e coda, e specialmente per l'irresistibile allegria che accompagna la spettatrice dalla prima all'ultima puntata, penso di poter per una volta arrotondare per eccesso un giudizio già di per sé buono. Voto: 7,5 (8).
La trama vede Yui Kusanagi, una comune studentessa giapponese la cui famiglia gestisce un tempio shintoista, venire improvvisamente evocata in una dimensione parallela, che altro non si rivela essere che un'accademia fondata dallo stesso Zeus, re dell'Olimpo e, in questo caso, preside della suddetta scuola. Il compito della nostra eroina sarà insegnare gli usi e i costumi della società umana, fino all'amore e i sentimenti, a divinità provenienti da diverse aree del mondo.
Una delle cose che colpiscono sin dal primo istante è senza dubbio il carattere della protagonista. Yui parla, prende l'iniziativa, ride e piange insieme agli dei. Sembrerà strano che annoti queste caratteristiche, ma purtroppo, in queste produzioni tratte dagli otome game, le ragazze non sempre hanno una personalità ben definita.
Anche gli Dei, tra personaggi principali e altri di contorno, sono ben delineati: innanzitutto, non tutti corrono ciecamente dietro alla protagonista, e il tipo di relazioni che con lei sviluppano vanno dall'amicizia alla semplice compagna di studi, alla persona speciale. Alcuni maturano notevolmente nel corso della storia: prendiamo Hades, che dalla paura di approcciarsi con le persone per paura di causare sfortuna impara ad apprezzare la compagnia del gruppo, o ancora il dio Loki, all'apparenza una peste in grado di causare solo guai, ma in fondo attento a proteggere coloro per cui prova affetto.
Da aggiungere a tutto questo il vero punto forte della serie, ossia la comicità, che qui diventa la ciliegina sulla torta (se non sbaglio c'è una battuta pure su questo modo di dire in una puntata). In particolare il dio del Sole Apollon, a neanche trenta secondi dall'inizio, ci delizierà con una bellissima trasformazione in stile Sailor e come premio, nell'ultima puntata, vedremo parzialmente anche le trasformazioni dei suoi colleghi. Vi sono poi romantiche cavalcate su cavalli alati, ragazzi che inciampano nel nulla (la scusa più comune per creare situazioni equivoche), spogliarelli d'inverno e sotto la pioggia, professori che sembrano provare particolare soddisfazione a schiantare le mani sulle mura e a re-inventare le favole dell'infanzia con tremendo, esilarante cinismo. Ma non vi anticipo altro, sia perché le gag sono davvero troppe sia per lasciarvi il gusto di scoprirle.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo una grafica molto ben curata, con qualche semplificazione dei tratti nelle scene dalla prospettiva più distante, ma nulla di davvero notevole. I design delle divinità sono questione di apprezzamento personale e a me non sono dispiaciuti. Assolutamente moe quando vengono ritratti in versione chibi nei siparietti in coda. Ancora più notevole è però è la colonna sonora, con melodie diverse associate ai singoli personaggi, e talvolta anche malinconiche.
Riassumendo, quando meno me l'aspettavo, "Kamigami no Asobi" si è rivelato davvero un buon mix di tutte le caratteristiche sopra elencate e, soprattutto in virtù di novità quali una protagonista la cui simpatia rende facile l'identificazione, per una storia dotata di capo e coda, e specialmente per l'irresistibile allegria che accompagna la spettatrice dalla prima all'ultima puntata, penso di poter per una volta arrotondare per eccesso un giudizio già di per sé buono. Voto: 7,5 (8).