Recensione
In un clima preso in prestito dai romanzi di Dan Brown, nasce l'adattamento cinematografico di una delle storie che più ha affascinato i lettori manga dell'ultimo decennio: Kuroshitsuji The Movie reinventa episodi del manga portando sul grande schermo e in carne ed ossa il conte Phantomhive e il suo diabolico maggiordomo. Si rifà soprattutto alla saga di Madame Red - anche se quello shinigami omo-megane dai capelli rossi non compare purtroppo! -, ricucendo addosso a questo caso l'atmosfera della saga zombie della nave Campania, una delle ultime stampate, e frammenti del passato di Ciel opportunamente rivisitati.
In un mondo diviso fra Est e Ovest, dove l'Ovest è governato dalla regina e l'Est è suo avversario, con l'obiettivo di riunificare i paesi sotto un'unica corona, la sovrana invia i suoi uomini più fidati in diverse nazioni. In qualità di agenti segreti e conosciuti col nome di "cani da guardia della regina", questi uomini combattono la malavita cercando di scoprire di volta in volta come gestirla a vantaggio della propria missione. Il conte dell'Ovest, Ernest Phantomhive, si trasferisce nell'Est e, assumendo il cognome Genpo, fa prosperare per generazioni la sua famiglia grazie alla produzione e vendita di giocattoli. Durante la terza generazione, Genpo Arihito e sua moglie Erika vengono assassinati e l'unigenita, Shiori, scompare nel nulla. Ad un mese di distanza dall'incidente, un figlio illegittimo di Arihito, di nome Kiyoharu, fa la sua comparsa insieme ad un maggiordomo vestito di nero, giurando vendetta contro i mandanti dell'omicidio dei suoi genitori. Come da tradizione Genpo, l'eredità si trasmette per linea maschile e quindi Kiyoharu prende le redini dell'azienda di famiglia e dei loschi affari portati sottobanco da quella che è conosciuta come "la nobiltà del male".
L'ambientazione vittoriana è uno dei punti forti del manga di Yana Toboso, che riesce a trascinare il lettore in un mondo di teiere, frac, bombette e carrozze con pochi tocchi del suo pennino. Tuttavia, anche questa versione cinematografica con grattacieli e automobili è stata interessante. Invero, nel film c'è una buona mescolanza di antico e nuovo, in una commistione fra una Tōkyō futuristica e i castelli ottocenteschi della regina Vittoria; fra personaggi che vestono classico ma sempreverde, e quelli che indossano completini merlettati, con fronzoli e nastrini, patacche al posto di spille e cilindri PdP. La società viziosa in cui Ciel e Sebastian si muovono è quella attuale, corrotta dal denaro, dalla droga, dal sesso, dal potere, ancor più di quanto poteva accadere nel XIX secolo. Già il manga è molto attualizzato nelle tematiche che tratta, il film porta la malavita in un ambiente più congeniale allo spettatore, nel tempo che sta vivendo adesso. Insomma, da questa fusione azzardata fra vecchio e recente, aggiungendo l'elemento fantasy, emerge un prodotto vincente, che ammalia con le citazioni storiche che rivivono negli scorci anticheggianti del manga e lascia al contempo familiarità con la dimensione nostrana di uomini del secondo millennio.
Modificando alcuni elementi dell'originale, Kuroshitsuji The Movie si pone in un universo parallelo a quello contemporaneo, nel quale Ciel è diventato una ragazza di nome Shiori che, segretamente, porta avanti il compito di cane da guardia della regina sotto mentite spoglie maschili. Tralasciando i cambiamenti alla trama, che possono sussistere in virtù del fatto che il film non si pone come obiettivo di riadattare fedelmente il manga, ma di assumere i personaggi e gestirli a proprio piacimento, quello che non ho gradito è il tradimento dello spirito di Kuroshitsuji. In particolare, i cambiamenti apportati nella caratterizzazione di Madame Red, Sebastian e Ciel sono fortemente contestabili: la donna diviene esageratamente psicopatica e arrivista; il signorino viene lasciato in preda a dei sentimenti eroici e buonisti che il protagonista furbo e freddo calcolatore del manga si sogna; il maggiordomo diabolico perde la sua maschera di figlio di Satana per indossare quella di angelo caduto del Signore. La mia paura di vedere trasformati i miei beniamini in eroi romantici alla Jane Austen, se per l'intero film è rimasta accantonata in un angolo, nel finale si è concretizzata definitivamente.
Il cast scelto per interpretare i personaggi è azzeccato. Fin dal primo momento che la voce di un possibile live action di Black Butler iniziò a spargersi, pensai che l'unico attore che avrebbe potuto vestire i panni di Sebastian fosse Mizushima Hiro. I giapponesi non mi hanno smentita, confermando nel ruolo di maggiordomo impeccabile lo stesso attore che aveva impersonato tempo addietro un altro infallibile maggiordomo, Rihito di "Mei-chan's Butler", ruolo per cui MizuHiro è amabilmente ricordato dalle sue fan. Non solo ha reso bene le espressioni demoniache del servitore di villa Phantomhive, ma la sua voce e la sua bellezza hanno dato giustizia a Sebastian. Certo, il panettone che si ritrova al lato della testa è degno del parrucchiere di Luigi XIV, però sempre meglio il boccolo spumoso di un capello liscio e unto! Anche Ayame Gouriki è stata molto brava nell'interpretare Ciel col reggiseno, nonostante credo sia stata abbastanza dura dover destreggiarsi nei panni di un moccioso rompiscatole qual è il cane della regina. In ogni caso, è stata molto espressiva, carina, convincente, e bella da vedere, bella quanto Ciel. Tanto è risaputo che Ciel non è poi così virile nel manga, dunque per me non è stato difficile abituarsi all'idea che fosse una ragazza! Yuka invece mi ha stupita. Ho riscoperto un'attrice che finora avevo visto solo in ruoli gentili, come nel drama di "My Girl", interpretare una Madame Red ancora più pazza di quella del manga, cattiva e avida. La sua risata è stata seducente e malvagia al punto giusto, pur se Yuka la preferisco nei ruoli gentili, dato che ha un sorriso stupendo. Nei limiti del copione, è comunque riuscita a trasmettermi qualcosa della Madame Red originale. Ma proprio in fondo in fondo. Per il resto, il suo è un personaggio da dimenticare e completamente snaturato rispetto al manga.
Tecnicamente impeccabile e con un cast spettacolare, in aggiunta a combattimenti avvincenti in uno scenario a metà fra l'Inghilterra vittoriana e il metropolitano Giappone di oggi, Kuroshitsuji The Movie è un film gradevole, che si lascia guardare tranquillamente fino alla fine senza annoiare, pur cadendo in fallo sulla caratterizzazione dei personaggi e sull'eccessivo romanticismo di alcuni prodotti commerciali. Il mio voto resta positivo, perché ho passato due ore piacevoli e interessanti. Lo consiglio alle fan sfegatate di Mizushima Hiro, che troveranno l'attore in una vesta molto elegante e seducente, ai fan della serie anime, che potranno vedere l'ennesimo adattamento che accantona il manga, e ai fan di quest'ultimo, che dovranno premunirsi però di molta pazienza e buon senso. A chi invece non conosce nulla di Kuroshitsuji, consiglio di acquistare i volumetti, perché solo quelli portano avanti la vera storia...
In un mondo diviso fra Est e Ovest, dove l'Ovest è governato dalla regina e l'Est è suo avversario, con l'obiettivo di riunificare i paesi sotto un'unica corona, la sovrana invia i suoi uomini più fidati in diverse nazioni. In qualità di agenti segreti e conosciuti col nome di "cani da guardia della regina", questi uomini combattono la malavita cercando di scoprire di volta in volta come gestirla a vantaggio della propria missione. Il conte dell'Ovest, Ernest Phantomhive, si trasferisce nell'Est e, assumendo il cognome Genpo, fa prosperare per generazioni la sua famiglia grazie alla produzione e vendita di giocattoli. Durante la terza generazione, Genpo Arihito e sua moglie Erika vengono assassinati e l'unigenita, Shiori, scompare nel nulla. Ad un mese di distanza dall'incidente, un figlio illegittimo di Arihito, di nome Kiyoharu, fa la sua comparsa insieme ad un maggiordomo vestito di nero, giurando vendetta contro i mandanti dell'omicidio dei suoi genitori. Come da tradizione Genpo, l'eredità si trasmette per linea maschile e quindi Kiyoharu prende le redini dell'azienda di famiglia e dei loschi affari portati sottobanco da quella che è conosciuta come "la nobiltà del male".
L'ambientazione vittoriana è uno dei punti forti del manga di Yana Toboso, che riesce a trascinare il lettore in un mondo di teiere, frac, bombette e carrozze con pochi tocchi del suo pennino. Tuttavia, anche questa versione cinematografica con grattacieli e automobili è stata interessante. Invero, nel film c'è una buona mescolanza di antico e nuovo, in una commistione fra una Tōkyō futuristica e i castelli ottocenteschi della regina Vittoria; fra personaggi che vestono classico ma sempreverde, e quelli che indossano completini merlettati, con fronzoli e nastrini, patacche al posto di spille e cilindri PdP. La società viziosa in cui Ciel e Sebastian si muovono è quella attuale, corrotta dal denaro, dalla droga, dal sesso, dal potere, ancor più di quanto poteva accadere nel XIX secolo. Già il manga è molto attualizzato nelle tematiche che tratta, il film porta la malavita in un ambiente più congeniale allo spettatore, nel tempo che sta vivendo adesso. Insomma, da questa fusione azzardata fra vecchio e recente, aggiungendo l'elemento fantasy, emerge un prodotto vincente, che ammalia con le citazioni storiche che rivivono negli scorci anticheggianti del manga e lascia al contempo familiarità con la dimensione nostrana di uomini del secondo millennio.
Modificando alcuni elementi dell'originale, Kuroshitsuji The Movie si pone in un universo parallelo a quello contemporaneo, nel quale Ciel è diventato una ragazza di nome Shiori che, segretamente, porta avanti il compito di cane da guardia della regina sotto mentite spoglie maschili. Tralasciando i cambiamenti alla trama, che possono sussistere in virtù del fatto che il film non si pone come obiettivo di riadattare fedelmente il manga, ma di assumere i personaggi e gestirli a proprio piacimento, quello che non ho gradito è il tradimento dello spirito di Kuroshitsuji. In particolare, i cambiamenti apportati nella caratterizzazione di Madame Red, Sebastian e Ciel sono fortemente contestabili: la donna diviene esageratamente psicopatica e arrivista; il signorino viene lasciato in preda a dei sentimenti eroici e buonisti che il protagonista furbo e freddo calcolatore del manga si sogna; il maggiordomo diabolico perde la sua maschera di figlio di Satana per indossare quella di angelo caduto del Signore. La mia paura di vedere trasformati i miei beniamini in eroi romantici alla Jane Austen, se per l'intero film è rimasta accantonata in un angolo, nel finale si è concretizzata definitivamente.
Il cast scelto per interpretare i personaggi è azzeccato. Fin dal primo momento che la voce di un possibile live action di Black Butler iniziò a spargersi, pensai che l'unico attore che avrebbe potuto vestire i panni di Sebastian fosse Mizushima Hiro. I giapponesi non mi hanno smentita, confermando nel ruolo di maggiordomo impeccabile lo stesso attore che aveva impersonato tempo addietro un altro infallibile maggiordomo, Rihito di "Mei-chan's Butler", ruolo per cui MizuHiro è amabilmente ricordato dalle sue fan. Non solo ha reso bene le espressioni demoniache del servitore di villa Phantomhive, ma la sua voce e la sua bellezza hanno dato giustizia a Sebastian. Certo, il panettone che si ritrova al lato della testa è degno del parrucchiere di Luigi XIV, però sempre meglio il boccolo spumoso di un capello liscio e unto! Anche Ayame Gouriki è stata molto brava nell'interpretare Ciel col reggiseno, nonostante credo sia stata abbastanza dura dover destreggiarsi nei panni di un moccioso rompiscatole qual è il cane della regina. In ogni caso, è stata molto espressiva, carina, convincente, e bella da vedere, bella quanto Ciel. Tanto è risaputo che Ciel non è poi così virile nel manga, dunque per me non è stato difficile abituarsi all'idea che fosse una ragazza! Yuka invece mi ha stupita. Ho riscoperto un'attrice che finora avevo visto solo in ruoli gentili, come nel drama di "My Girl", interpretare una Madame Red ancora più pazza di quella del manga, cattiva e avida. La sua risata è stata seducente e malvagia al punto giusto, pur se Yuka la preferisco nei ruoli gentili, dato che ha un sorriso stupendo. Nei limiti del copione, è comunque riuscita a trasmettermi qualcosa della Madame Red originale. Ma proprio in fondo in fondo. Per il resto, il suo è un personaggio da dimenticare e completamente snaturato rispetto al manga.
Tecnicamente impeccabile e con un cast spettacolare, in aggiunta a combattimenti avvincenti in uno scenario a metà fra l'Inghilterra vittoriana e il metropolitano Giappone di oggi, Kuroshitsuji The Movie è un film gradevole, che si lascia guardare tranquillamente fino alla fine senza annoiare, pur cadendo in fallo sulla caratterizzazione dei personaggi e sull'eccessivo romanticismo di alcuni prodotti commerciali. Il mio voto resta positivo, perché ho passato due ore piacevoli e interessanti. Lo consiglio alle fan sfegatate di Mizushima Hiro, che troveranno l'attore in una vesta molto elegante e seducente, ai fan della serie anime, che potranno vedere l'ennesimo adattamento che accantona il manga, e ai fan di quest'ultimo, che dovranno premunirsi però di molta pazienza e buon senso. A chi invece non conosce nulla di Kuroshitsuji, consiglio di acquistare i volumetti, perché solo quelli portano avanti la vera storia...