logo GamerClick.it

4.0/10
-

Si tratta di fatto del primo anime che io abbia mai seguito dalla prima all'ultima puntata, grazie all'adattamento Mediaset. Per quelli della mia generazione quest'anime è un vero e proprio cult: al tempo non si parlava d'altro, tutt'oggi è facile che si finisca a citarlo o a farne oggetto di discussione. Insomma, è un anime che ormai fa parte dell'immaginario collettivo.

Tuttavia, occorre essere oggettivi e superare quell'infantile ammirazione per quest'anime con uno sguardo critico e qualche anno in più sulle spalle.

Innanzitutto l'anime, nonostante i 291 episodi, non ha una vera e propria trama e gli archi narrativi principali sono caratterizzati da uno schema piuttosto semplice e ripetitivo: arriva un nuovo potente nemico, scontro con i nemici secondari, scazzottata dilungata fino all'inverosimile con il nemico principale, Goku risolve la faccenda. L'unica variante è la posizione, nell'arco temporale, di interminabili allenamenti, o il momento in cui Goku decide di fare la sua comparsa.
291 episodi sono troppi e ingiustificati, considerando il tempo speso tra tecniche lentissime, scazzottate infinite, commenti inutili, urla e puntate il cui unico scopo è quello di allungare il brodo.

A disegni ed animazioni non certo eccezionali, fanno da sfondo ambientazioni scarne e del tutto prive di dettagli. Si tratta nella maggior parte dei casi di sconfinate distese verdi o rocciose, cosparse di elementi generici: un alberello qua e la e qualche roccia da distruggere durante il combattimento. La distruzione è tra l'altro l'unico modo in cui i personaggi interagiscono con l'ambiente circostante (e del resto gran parte del tempo lo passano sospesi in aria). Le musiche invece non sono affatto male e riescono a dare ad ogni scena la giusta enfasi. Apprezzabili anche la prima opening giapponese e quella italiana.

Il vero punto debole dell'anime sono però i personaggi e i dialoghi. Se il ruolo di personaggi secondari (Crilin, Yamcha e co.) è semplicemente quello di commentare i combattimenti e/o morire a turno, i nemici sono personaggi monodimensionali e mossi dalle più banali delle motivazioni: Freezer vuole diventare immortale/dominare la galassia; Cell vuol essere il più forte dell'universo; Majin Bu vuole... distruggere e basta, e non è certo la trovata di una controparte buona che riesce a dare una qualche profondità al personaggio.
In generale non c'è traccia di psicologia nei personaggi, anche perché il 99% delle battute è composto da provocazioni e osservazioni riguardo la propria forza o quella degli avversari. Del resto, è la forza combattiva l'unico argomento affrontato nell'intero anime.

Tuttavia, nonostante l'anime sia basato esclusivamente sui combattimenti, anche questi non sono privi di difetti. Di fatto non vengono mostrati stili di combattimento, tecniche o tattiche particolari. Le battaglie sono semplicemente una gara a chi mena (o urla) più forte, o a chi lancia la sfera di luce più potente. C'è però da dire che, nonostante questi evidenti difetti, le battaglie riescono comunque ad essere piuttosto godibili, soprattutto nella scene in cui vengono mostrati gli entusiasmanti "power-up", che danno vita alle scene più memorabili dell'intero anime. Se solo si urlasse meno e si fosse più celeri nell'esecuzione delle tecniche sono sicuro che i combattimenti risulterebbero ancora più godibili (e magari durerebbero qualcosina in meno).

Ci si potrebbe aspettare, da un anime in cui i personaggi muoiono continuamente, un certo livello di drammaticità. Tutt'altro. I personaggi possono resuscitare praticamente infinite volte, anche da morti possono continuare a comunicare con i vivi, possono allenarsi in attesa di un ritorno sulla terra, possono assistere a tutto ciò che accade nel mondo e a volte possono addirittura contribuire. L'aldilà è un viavai continuo di personaggi che muoiono e tornano in vita (nonché sede di tornei e gag comiche).
Accade così che fino alla saga di Freezer l'anime riesce ad essere tragico al punto giusto, ma quando inizi a capire che in Dragonball Z morire non è poi tanto male (e in ogni caso qualsiasi morte o catastrofe può essere sanata evocando il drago) allora cessa di esserci anche quel filo di dramma che si poteva respirare nella saga dei Sayan o in quella di Freezer.

Il mio voto finale è un 4 (abbondante) per un anime che se fosse finito con la saga di Freezer avrebbe meritato anche una stirata sufficienza e che invece si ripete uguale a se stesso, perdendo però mordente, idee e coerenza narrativa.