Recensione
Bokurano
8.0/10
Bello è bello, ma mi aspettavo qualcosa di più.
Quindici ragazzi delle scuole medie al campeggio estivo si avventurano alla scoperta di una grotta, dove incontrano uno strano individuo di nome Kokkopelli, che gli propone di testare un nuovo gioco mecha. I ragazzi dovranno pilotare un gigantesco robot e sconfiggere dei nemici. Dopo aver firmato il contratto che li impegnava a partecipare, i bambini perdono i sensi e dello strano tipo non c'è traccia. Dopo un combattimento "di prova", in cui a pilotare il robot è Kokkopelli, il comando passerà a uno dei ragazzi, ma il gioco è molto più terribile di quanto si aspettassero.
L'anime in questione alterna pro e contro.
Una menzione speciale va riservata alle musiche, e soprattutto alla opening "Uninstall", che oltre a descrivere poeticamente la trama è molto elaborata da un punto di vista musicale, e permette alla cantante di sfoggiare le sue grandi abilità tecniche.
Lo stesso livello, purtroppo, non viene raggiunto dai disegni, che sono un po' rozzi. Ancora più dei ragazzi, a dire poco sono i robot, deludenti tanto sotto il profilo del design che sotto quello dell'animazione. A questo proposito ne approfitto per dire che le battaglie sono troppo sbrigative. Non è un peccato mortale, perché il fulcro dell'anime non è il combattimento fisico, ma non rappresentano certo un elemento di vanto.
Quanto alla trama, questa è certamente molto originale. Tutta l'opera è indirizzata a veicolare un messaggio di fondo: l'estrema competitività della società giapponese è un cancro che distrugge i cittadini più fragili. E' evidente e costante il disprezzo dell'autore per un mondo che si vanta di essere civile e razionale, ma dove - a suo giudizio - vige una legge del più forte peggiore di quella della giungla. Per questo i protagonisti sono bambini - soggetti deboli per eccellenza - e per di più con storie personali spesso non facili. Devo dire, però, a questo proposito, che leggendo vari commenti mi aspettavo molto di peggio: i background dei ragazzi non sono così tragici come mi aspettavo e forse questo allenta la tragicità e lascia nello spettatore un senso di "tutto qui?" finale. Senso acuito da una conclusione in cui alcuni punti restano oscuri e scarsamente comprensibili.
Tutto considerato, "Bokurano" resta comunque un anime ben fatto, non banale e coinvolgente, che si merita un otto pieno.
Quindici ragazzi delle scuole medie al campeggio estivo si avventurano alla scoperta di una grotta, dove incontrano uno strano individuo di nome Kokkopelli, che gli propone di testare un nuovo gioco mecha. I ragazzi dovranno pilotare un gigantesco robot e sconfiggere dei nemici. Dopo aver firmato il contratto che li impegnava a partecipare, i bambini perdono i sensi e dello strano tipo non c'è traccia. Dopo un combattimento "di prova", in cui a pilotare il robot è Kokkopelli, il comando passerà a uno dei ragazzi, ma il gioco è molto più terribile di quanto si aspettassero.
L'anime in questione alterna pro e contro.
Una menzione speciale va riservata alle musiche, e soprattutto alla opening "Uninstall", che oltre a descrivere poeticamente la trama è molto elaborata da un punto di vista musicale, e permette alla cantante di sfoggiare le sue grandi abilità tecniche.
Lo stesso livello, purtroppo, non viene raggiunto dai disegni, che sono un po' rozzi. Ancora più dei ragazzi, a dire poco sono i robot, deludenti tanto sotto il profilo del design che sotto quello dell'animazione. A questo proposito ne approfitto per dire che le battaglie sono troppo sbrigative. Non è un peccato mortale, perché il fulcro dell'anime non è il combattimento fisico, ma non rappresentano certo un elemento di vanto.
Quanto alla trama, questa è certamente molto originale. Tutta l'opera è indirizzata a veicolare un messaggio di fondo: l'estrema competitività della società giapponese è un cancro che distrugge i cittadini più fragili. E' evidente e costante il disprezzo dell'autore per un mondo che si vanta di essere civile e razionale, ma dove - a suo giudizio - vige una legge del più forte peggiore di quella della giungla. Per questo i protagonisti sono bambini - soggetti deboli per eccellenza - e per di più con storie personali spesso non facili. Devo dire, però, a questo proposito, che leggendo vari commenti mi aspettavo molto di peggio: i background dei ragazzi non sono così tragici come mi aspettavo e forse questo allenta la tragicità e lascia nello spettatore un senso di "tutto qui?" finale. Senso acuito da una conclusione in cui alcuni punti restano oscuri e scarsamente comprensibili.
Tutto considerato, "Bokurano" resta comunque un anime ben fatto, non banale e coinvolgente, che si merita un otto pieno.