Recensione
Bakumatsu Rock
4.0/10
Recensione di Haizhong_Musume
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Bakumatsu Rock, o meglio, un frastuono di suoni e di colori lungo 12 puntate, condito da una "storia" capace di provocare nello spettatore un misto di noia e incredulità, ove a questa s'accompagna un'insana curiosità di vedere quanto si possa raschiare il fondo del trash.
Personalmente, confesso di essermi avvicinata a questa serie con alle spalle un discreto background di anime affini, tratti da videogiochi o col tema della musica, basti solo menzionare la tamarraggine degli eroi di "Sengoku Basara", il periodo storico sull'orlo della fine dello shogunato in "Hakuouki", e il musicale "Uta No Prince-sama", dove protagonisti sono degli aitanti idol determinati a sfondare nel mondo della musica. Trovo opportuno citare questi titoli in quanto Bakumatsu Rock, serie estiva 2014 scaturita anch'essa da un videogioco, amalgama vari elementi dei titoli sopramenzionati dando luogo ad una miscela a mio parere tremendamente insapore; vediamone qui di seguito le cause.
La storia, innanzitutto. Dalla profondità minore di una pozzanghera, vede questi rocker (primi di una lunga serie di anacronismi), dotati in tutto e per tutto di chitarra elettrica, basso e batteria, suonare orgogliosamente il rock nel Giappone unito sotto il regno dei Tokugawa. Questo rock tuttavia possiede degli effetti destabilizzanti, non solo nella storia vera e propria (è capace infatti di contrastare la "Heaven Song", la musica governativa propagandata dagli idol della Shinsengumi, e che ipnotizza tutti al volere dello Shogun) ma ahimé anche nella mente dello spettatore, che si chiederà più volte dove sia, anche a livello meramente di genere, la differenza tra il "rock" dei protagonisti e il j-pop, chiamiamolo così, degli idol della Shinsengumi. La storia vede dunque le due fazioni combattersi a colpi di concerti e palchi rubati, non senza l'elemento mistico delle magiche "Peace Souls", poteri che a poco servono se non a far spogliare i rockettari quando suonano. Già.
Veniamo dunque alla componente tamarra, al cosiddetto "trash" che, ahimè, abbonda sin troppo in questo anime. Per fare un confronto tra tamarraggine e tamarraggine, mentre in Sengoku Basara essa si accompagnava ad una storia nondimeno seria, ricoprendo un lato spiccatamente comico (ad esempio i superpoteri dei samurai o i cavalli a mo' di motocicletta, eccetera), qui invece diventa componente essenziale dalla prima all'ultima puntata, con personaggi dall'umorismo scadente (come il protagonista che non muoverebbe un dito se non fosse per il suo sacrosanto rock, o il solito trans comparsa che tanto va di moda), e ancora le folle pronte a idolatrare chiunque, serpenti enormi che sbucano dal nulla(!), aggiungete un po' di itaRiano storpiato a mo' di "Arcana Famiglia" inserito a caso nei siparietti, e la frittata è fatta.
La voluta tamarraggine si rispecchia anche nel comparto grafico, che non lesina a donare capelli metallizzati rossi e verdi al protagonista, coloratissimi kimono e giubbotti adornati ai suoi colleghi, capigliature e look da idol a qualunque personaggio maschile abbia la sfortuna di comparire. Fin qui probabilmente non ci sarebbe nulla di strano, in fondo chi ha visto anime è abituato a capelli e tagli irrealistici (è anche un po' il loro bello!) tuttavia qui il tutto diventa esasperato, e il prepotente inserimento della computer grafica per far suonare i rocker proprio durante i concerti mi fa davvero domandare se non si potesse donare un minimo di cura in più alle animazioni oltre che al character design (tornando ai concerti, avete presente il software Miku Miku Dance? Solitamente viene usato dai fan per creare video amatoriali, e non dagli studi d'animazione...ebbene, l'effetto visivo è proprio quello).
Per tirare le somme, abbiamo una storia inconsistente, personaggi stereotipati e irrealistici, musica di un genere indistinguibile a metà tra Rock e Pop, tonnellate di fanservice non richiesto e nessun messaggio di fondo, è davvero il vuoto, facesse almeno ridere! Di voto sarei probabilmente rimasta su un 5 ma a ripensare a tutte le gravi lacune che si porta dietro, alle alternative maggiormente valide sopramenzionate e alla grafica difficilmente apprezzabile da chiunque abbia più di 12 anni, non riesco proprio ad arrotondare per eccesso quello che è ormai è un 4 e mezzo. Fatevi un favore e statene alla larga, in giro c'è di molto meglio.
Personalmente, confesso di essermi avvicinata a questa serie con alle spalle un discreto background di anime affini, tratti da videogiochi o col tema della musica, basti solo menzionare la tamarraggine degli eroi di "Sengoku Basara", il periodo storico sull'orlo della fine dello shogunato in "Hakuouki", e il musicale "Uta No Prince-sama", dove protagonisti sono degli aitanti idol determinati a sfondare nel mondo della musica. Trovo opportuno citare questi titoli in quanto Bakumatsu Rock, serie estiva 2014 scaturita anch'essa da un videogioco, amalgama vari elementi dei titoli sopramenzionati dando luogo ad una miscela a mio parere tremendamente insapore; vediamone qui di seguito le cause.
La storia, innanzitutto. Dalla profondità minore di una pozzanghera, vede questi rocker (primi di una lunga serie di anacronismi), dotati in tutto e per tutto di chitarra elettrica, basso e batteria, suonare orgogliosamente il rock nel Giappone unito sotto il regno dei Tokugawa. Questo rock tuttavia possiede degli effetti destabilizzanti, non solo nella storia vera e propria (è capace infatti di contrastare la "Heaven Song", la musica governativa propagandata dagli idol della Shinsengumi, e che ipnotizza tutti al volere dello Shogun) ma ahimé anche nella mente dello spettatore, che si chiederà più volte dove sia, anche a livello meramente di genere, la differenza tra il "rock" dei protagonisti e il j-pop, chiamiamolo così, degli idol della Shinsengumi. La storia vede dunque le due fazioni combattersi a colpi di concerti e palchi rubati, non senza l'elemento mistico delle magiche "Peace Souls", poteri che a poco servono se non a far spogliare i rockettari quando suonano. Già.
Veniamo dunque alla componente tamarra, al cosiddetto "trash" che, ahimè, abbonda sin troppo in questo anime. Per fare un confronto tra tamarraggine e tamarraggine, mentre in Sengoku Basara essa si accompagnava ad una storia nondimeno seria, ricoprendo un lato spiccatamente comico (ad esempio i superpoteri dei samurai o i cavalli a mo' di motocicletta, eccetera), qui invece diventa componente essenziale dalla prima all'ultima puntata, con personaggi dall'umorismo scadente (come il protagonista che non muoverebbe un dito se non fosse per il suo sacrosanto rock, o il solito trans comparsa che tanto va di moda), e ancora le folle pronte a idolatrare chiunque, serpenti enormi che sbucano dal nulla(!), aggiungete un po' di itaRiano storpiato a mo' di "Arcana Famiglia" inserito a caso nei siparietti, e la frittata è fatta.
La voluta tamarraggine si rispecchia anche nel comparto grafico, che non lesina a donare capelli metallizzati rossi e verdi al protagonista, coloratissimi kimono e giubbotti adornati ai suoi colleghi, capigliature e look da idol a qualunque personaggio maschile abbia la sfortuna di comparire. Fin qui probabilmente non ci sarebbe nulla di strano, in fondo chi ha visto anime è abituato a capelli e tagli irrealistici (è anche un po' il loro bello!) tuttavia qui il tutto diventa esasperato, e il prepotente inserimento della computer grafica per far suonare i rocker proprio durante i concerti mi fa davvero domandare se non si potesse donare un minimo di cura in più alle animazioni oltre che al character design (tornando ai concerti, avete presente il software Miku Miku Dance? Solitamente viene usato dai fan per creare video amatoriali, e non dagli studi d'animazione...ebbene, l'effetto visivo è proprio quello).
Per tirare le somme, abbiamo una storia inconsistente, personaggi stereotipati e irrealistici, musica di un genere indistinguibile a metà tra Rock e Pop, tonnellate di fanservice non richiesto e nessun messaggio di fondo, è davvero il vuoto, facesse almeno ridere! Di voto sarei probabilmente rimasta su un 5 ma a ripensare a tutte le gravi lacune che si porta dietro, alle alternative maggiormente valide sopramenzionate e alla grafica difficilmente apprezzabile da chiunque abbia più di 12 anni, non riesco proprio ad arrotondare per eccesso quello che è ormai è un 4 e mezzo. Fatevi un favore e statene alla larga, in giro c'è di molto meglio.