Recensione
Free! Eternal Summer
7.0/10
FREE!- ETERNAL SUMMER (7)
Eccomi davanti ad un'altra serie verso la quale provo sentimenti contrastanti: da un lato, l'incredibile lavoro svolto da KyoAni in alcune scene ed episodi dell'anime e la quantità di emozioni che esso è riuscito a trasmettermi; dall'altro, il rammarico e la consapevolezza che questa seconda serie non sarà mai all'altezza della prima.
Ritorna lo scalmanato quartetto Iwatobi, proprio lì dove li avevamo lasciati -e il primo episodio, così simile al primo della prima stagione ci comunica proprio questo: complimenti, davvero complimenti- e soprattutto come li avevamo lasciati. Qualcosa è cambiato però: Haru e Makoto sono all'ultimo anno di superiori e si devono diplomare, Rin è stato nominato capitano del team Samezuka e nuovi personaggi faranno la loro comparsa nell'arco di questi 13 episodi.
L'inizio è promettente, gli sviluppi possibili sono molteplici ma, ahimè, KyoAni non ha scelto la via migliore -e più logica- su cui far proseguire la serie. Secondo me, appunto, tutto sarebbe stato valorizzato di più se si fosse dato più spazio alla rivalità e allo scontro tra Iwatobi e Samezuka, opponendo i due quartetti di nuotatori che in breve tempo si vengono a formare e facendo procedere la trama su due binari a volte paralleli, a volte incidenti. Purtroppo, tutto quel che ci viene presentato è ben lontano da questa possibilità: soltanto in una o due occasioni c'è uno scontro diretto tra i due team.
Se in "Free!" si poteva individuare un marcato sviluppo lineare nella trama, in "Free!- Eternal Summer" ciò è meno presente: tutti i primi 4-5 episodi ad esempio servono ad approfondire e a raccontarci qualcosa sui personaggi. Ho apprezzato molto le parti di Rei e Nagisa, perché nella prima serie su di loro viene detto molto poco ed ero rimasta un po' delusa... certo nel caso di Nagisa si affronta un discorso veramente trito e ritrito, ma almeno nel mio caso mi ci rispecchio abbastanza, quindi non mi ha dato più di tanto fastidio. Lentamente la serie ingrana e iniziano a venire fuori i vari intrecci: il passato di Sosuke, la pressione per i nazionali, l'indecisione dei senpai verso i futuro.
Ho notato però veramente una grande disorganizzazione nella gestione dei tempi narrativi di questa seconda stagione: si è sprecato un episodio intero per parlare di Makoto -non brutto per carità, ma di questo personaggio si era già ampiamente trattato in precedenza- quando poi il blocco emotivo di Haru viene risolto nel giro di un attimo e alcuni altri personaggi (Momotaro, Kisumi) pur facendo la loro comparsa nella serie non hanno diritto ad alcun approfondimento, su di loro non ci viene detto nulla. Anche tutta la storia di Sosuke a mio parere risulta forzata, arrivando quasi ad una vera e propria contraddizione da un episodio all'altro.
Allo stesso tempo però ci sono episodi, scene o momenti dove KyoAni ha dato il meglio di sé e che rappresentano secondo me le punte di diamante di Free!: parlo ad esempio del primo episodio e dell'ultimo, che si richiamano in continuazione fra di loro e con la prima serie, come a dire "siamo tornati, siamo qui, ma è già tempo di lasciarci e pensare al futuro". Oppure anche le staffette, le gare in piscina: esse hanno un valore simbolico, ci fanno capire come si sente il tal personaggio in quel momento, cosa prova, quali sono le sue speranze, quali i suoi rimpianti; e molto spesso fino all'ultimo l'esito è incerto e non si può fare a meno di guardare e tifare per l'una o per l'altra squadra o, addirittura, sperare in un pareggio.
Tra alti e qualche basso insomma la narrazione non risulta affatto noiosa, la puntata prende e non stanca anche se, devo dirlo, mi sono trovata meno coinvolta da questa seconda serie rispetto alla prima.
Per quanto riguarda i personaggi, desidero spendere qualche parola in più: sono rimasta sorpresa non tanto da quelli nuovi, quanto da quelli vecchi.
Rin, in primis. È incredibile quanto caratterialmente l'abbiano migliorato rispetto a "Free!": se prima poteva risultare irritante, nervoso, una specie di donna mancata; qui è totalmente diverso. Troviamo un Rin più sereno, più maturo e più determinato a svolgere al meglio il suo ruolo di capitano e a lavorare sodo per raggiungere il suo sogno. Dico spesso che il "Rin che sorride" è uno dei migliori regali che KyoAni potesse farci, e tutta questa serie di migliorie caratteriali lo ha portato a diventare il mio secondo personaggio preferito dopo Nagisa.
Nagisa che, insieme a Rei, mostra ancora una volta quanto grande sia la sua volontà di nuotare e quanto tenga al club di nuoto. Come ho detto prima il suo approfondimento potrebbe essere banale, ma a me è piaciuto molto; e con Rei hanno fatto un lavoro ancora migliore, mettendo un attimo da parte il suo ruolo di "spalla comica" e facendoci vedere che sotto il suo desiderio di bellezza e perfezione si nasconde -ma nemmeno troppo- l'affetto per il club Iwatobi e la voglia di migliorare sempre di più per non essere un peso per i suoi amici.
Abbiamo poi Haru, che si ritrova a fronteggiare una crisi più grande di lui che metterà addirittura in discussione il suo amore per il nuoto e la sua voglia di continuare a praticarlo. Ho davvero apprezzato questo tentativo di trattare temi più seri quali la pressione e le aspettative altrui su un ragazzo particolarmente capace, e reputo la sequenza dei 100m stile libero ai regionali una delle migliori di tutte e due le serie. Purtroppo, come già accennato, KyoAni ha fretta di concludere, e questo suo problema viene risolto in maniera sbrigativa e affatto credibile, lasciando lo spettatore disorientato dalla eccessiva velocità della faccenda; la quale si contrappone però ad un'altra sequenza -quella del falco nella piscina in Australia - che rappresenta uno dei punti più alti toccati da "Eternal Summer".
Parliamo ora dei personaggi nuovi: Sosuke, Momotaro, Kisumi.
Il primo ci viene presentato in maniera improvvisa e misteriosa fin dai primi episodi: è un amico di infanzia di Rin che era solito allenarsi e gareggiare con lui prima che lo shotino rosso si trasferisse nella scuola dove poi ha fatto la conoscenza di Haru e compagnia.
Confesso che, nonostante tutta la drammaticità -forse eccessiva- della sua storia, il suo personaggio mi fa ridere a causa della palese ed esagerata "sindrome della sorellina" che sembra provare nei confronti di Rin. In più, come già detto, il suo passato non mi ha toccata perché troppo buttato lì per creare feelings e far piangere lo spettatore: sarebbe stato di gran lunga meglio dissolverlo un po' per tutto il corso della serie come si era fatto in precedenza con lo squaletto rosso.
Per quel che riguarda Momo-kun e Kisumi, sul primo ci viene detto solo che è il fratello dell'ex capitano Mikoshiba -e ovviamente si innamora a prima vista di Gou- e che il suo ruolo nella staffetta è di nuotare a dorso; il secondo invece, benché venga presentato come un vecchio amico di Haru, compare in un solo episodio, che tra l'altro è il filler su Makoto. Solo Nitori, che devo ammettere in questa serie è molto più sopportabile rispetto alla precedente, ottiene il suo momento di gloria in alcune occasioni.
Sul comparto invece tecnico non posso che notare dei miglioramenti: le sequenze delle gare sono state potenziate, nel senso che, come ho detto, più che alla competizione in sé mirano a mostrare come si sente il personaggio in quel momento, e questo non può che essere un bene. Le ost di sottofondo della serie sono di tutt'altro livello rispetto a prima, e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa poiché rappresentano un ulteriore coinvolgimento, agevolano ancor di più la visione dell'episodio. Endig e opening ricalcano lo stile di "Free!": una sigla introduttiva potente, grintosa, che carica ed esalta; una conclusiva simpatica ed ancor più scalmanata rispetto a prima.
Inoltre, vorrei ripetere i miei elogi alla regia che in alcune scene ha fatto un lavoro non eccelso, di più.
Dunque, che dire, l'impressione che ho avuto quando hanno annunciato la seconda stagione di "Free!" è stata confermata: "Eternal Summer" è stata fatta sull'onda del successo della prima serie, e pertanto si incentra molto più sui sentimenti e, bisogna dirlo, sulle varie ship per far contente le fan girl. Messa da parte l'esaltazione per questa o quella coppia però, si trova anche qualcosa di molto buono che vale la visione di questi 13 episodi, così come si riescono a riconoscere in maniera obbiettiva i difetti che sicuramente sono presenti.
Dopo averne appena guardato il finale, assegno a questa serie un 7: inferiore rispetto alla prima, ma di compagnia allo stesso modo e assolutamente perfetta per un'estate che di estate non ha avuto poi molto.
Eccomi davanti ad un'altra serie verso la quale provo sentimenti contrastanti: da un lato, l'incredibile lavoro svolto da KyoAni in alcune scene ed episodi dell'anime e la quantità di emozioni che esso è riuscito a trasmettermi; dall'altro, il rammarico e la consapevolezza che questa seconda serie non sarà mai all'altezza della prima.
Ritorna lo scalmanato quartetto Iwatobi, proprio lì dove li avevamo lasciati -e il primo episodio, così simile al primo della prima stagione ci comunica proprio questo: complimenti, davvero complimenti- e soprattutto come li avevamo lasciati. Qualcosa è cambiato però: Haru e Makoto sono all'ultimo anno di superiori e si devono diplomare, Rin è stato nominato capitano del team Samezuka e nuovi personaggi faranno la loro comparsa nell'arco di questi 13 episodi.
L'inizio è promettente, gli sviluppi possibili sono molteplici ma, ahimè, KyoAni non ha scelto la via migliore -e più logica- su cui far proseguire la serie. Secondo me, appunto, tutto sarebbe stato valorizzato di più se si fosse dato più spazio alla rivalità e allo scontro tra Iwatobi e Samezuka, opponendo i due quartetti di nuotatori che in breve tempo si vengono a formare e facendo procedere la trama su due binari a volte paralleli, a volte incidenti. Purtroppo, tutto quel che ci viene presentato è ben lontano da questa possibilità: soltanto in una o due occasioni c'è uno scontro diretto tra i due team.
Se in "Free!" si poteva individuare un marcato sviluppo lineare nella trama, in "Free!- Eternal Summer" ciò è meno presente: tutti i primi 4-5 episodi ad esempio servono ad approfondire e a raccontarci qualcosa sui personaggi. Ho apprezzato molto le parti di Rei e Nagisa, perché nella prima serie su di loro viene detto molto poco ed ero rimasta un po' delusa... certo nel caso di Nagisa si affronta un discorso veramente trito e ritrito, ma almeno nel mio caso mi ci rispecchio abbastanza, quindi non mi ha dato più di tanto fastidio. Lentamente la serie ingrana e iniziano a venire fuori i vari intrecci: il passato di Sosuke, la pressione per i nazionali, l'indecisione dei senpai verso i futuro.
Ho notato però veramente una grande disorganizzazione nella gestione dei tempi narrativi di questa seconda stagione: si è sprecato un episodio intero per parlare di Makoto -non brutto per carità, ma di questo personaggio si era già ampiamente trattato in precedenza- quando poi il blocco emotivo di Haru viene risolto nel giro di un attimo e alcuni altri personaggi (Momotaro, Kisumi) pur facendo la loro comparsa nella serie non hanno diritto ad alcun approfondimento, su di loro non ci viene detto nulla. Anche tutta la storia di Sosuke a mio parere risulta forzata, arrivando quasi ad una vera e propria contraddizione da un episodio all'altro.
Allo stesso tempo però ci sono episodi, scene o momenti dove KyoAni ha dato il meglio di sé e che rappresentano secondo me le punte di diamante di Free!: parlo ad esempio del primo episodio e dell'ultimo, che si richiamano in continuazione fra di loro e con la prima serie, come a dire "siamo tornati, siamo qui, ma è già tempo di lasciarci e pensare al futuro". Oppure anche le staffette, le gare in piscina: esse hanno un valore simbolico, ci fanno capire come si sente il tal personaggio in quel momento, cosa prova, quali sono le sue speranze, quali i suoi rimpianti; e molto spesso fino all'ultimo l'esito è incerto e non si può fare a meno di guardare e tifare per l'una o per l'altra squadra o, addirittura, sperare in un pareggio.
Tra alti e qualche basso insomma la narrazione non risulta affatto noiosa, la puntata prende e non stanca anche se, devo dirlo, mi sono trovata meno coinvolta da questa seconda serie rispetto alla prima.
Per quanto riguarda i personaggi, desidero spendere qualche parola in più: sono rimasta sorpresa non tanto da quelli nuovi, quanto da quelli vecchi.
Rin, in primis. È incredibile quanto caratterialmente l'abbiano migliorato rispetto a "Free!": se prima poteva risultare irritante, nervoso, una specie di donna mancata; qui è totalmente diverso. Troviamo un Rin più sereno, più maturo e più determinato a svolgere al meglio il suo ruolo di capitano e a lavorare sodo per raggiungere il suo sogno. Dico spesso che il "Rin che sorride" è uno dei migliori regali che KyoAni potesse farci, e tutta questa serie di migliorie caratteriali lo ha portato a diventare il mio secondo personaggio preferito dopo Nagisa.
Nagisa che, insieme a Rei, mostra ancora una volta quanto grande sia la sua volontà di nuotare e quanto tenga al club di nuoto. Come ho detto prima il suo approfondimento potrebbe essere banale, ma a me è piaciuto molto; e con Rei hanno fatto un lavoro ancora migliore, mettendo un attimo da parte il suo ruolo di "spalla comica" e facendoci vedere che sotto il suo desiderio di bellezza e perfezione si nasconde -ma nemmeno troppo- l'affetto per il club Iwatobi e la voglia di migliorare sempre di più per non essere un peso per i suoi amici.
Abbiamo poi Haru, che si ritrova a fronteggiare una crisi più grande di lui che metterà addirittura in discussione il suo amore per il nuoto e la sua voglia di continuare a praticarlo. Ho davvero apprezzato questo tentativo di trattare temi più seri quali la pressione e le aspettative altrui su un ragazzo particolarmente capace, e reputo la sequenza dei 100m stile libero ai regionali una delle migliori di tutte e due le serie. Purtroppo, come già accennato, KyoAni ha fretta di concludere, e questo suo problema viene risolto in maniera sbrigativa e affatto credibile, lasciando lo spettatore disorientato dalla eccessiva velocità della faccenda; la quale si contrappone però ad un'altra sequenza -quella del falco nella piscina in Australia - che rappresenta uno dei punti più alti toccati da "Eternal Summer".
Parliamo ora dei personaggi nuovi: Sosuke, Momotaro, Kisumi.
Il primo ci viene presentato in maniera improvvisa e misteriosa fin dai primi episodi: è un amico di infanzia di Rin che era solito allenarsi e gareggiare con lui prima che lo shotino rosso si trasferisse nella scuola dove poi ha fatto la conoscenza di Haru e compagnia.
Confesso che, nonostante tutta la drammaticità -forse eccessiva- della sua storia, il suo personaggio mi fa ridere a causa della palese ed esagerata "sindrome della sorellina" che sembra provare nei confronti di Rin. In più, come già detto, il suo passato non mi ha toccata perché troppo buttato lì per creare feelings e far piangere lo spettatore: sarebbe stato di gran lunga meglio dissolverlo un po' per tutto il corso della serie come si era fatto in precedenza con lo squaletto rosso.
Per quel che riguarda Momo-kun e Kisumi, sul primo ci viene detto solo che è il fratello dell'ex capitano Mikoshiba -e ovviamente si innamora a prima vista di Gou- e che il suo ruolo nella staffetta è di nuotare a dorso; il secondo invece, benché venga presentato come un vecchio amico di Haru, compare in un solo episodio, che tra l'altro è il filler su Makoto. Solo Nitori, che devo ammettere in questa serie è molto più sopportabile rispetto alla precedente, ottiene il suo momento di gloria in alcune occasioni.
Sul comparto invece tecnico non posso che notare dei miglioramenti: le sequenze delle gare sono state potenziate, nel senso che, come ho detto, più che alla competizione in sé mirano a mostrare come si sente il personaggio in quel momento, e questo non può che essere un bene. Le ost di sottofondo della serie sono di tutt'altro livello rispetto a prima, e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa poiché rappresentano un ulteriore coinvolgimento, agevolano ancor di più la visione dell'episodio. Endig e opening ricalcano lo stile di "Free!": una sigla introduttiva potente, grintosa, che carica ed esalta; una conclusiva simpatica ed ancor più scalmanata rispetto a prima.
Inoltre, vorrei ripetere i miei elogi alla regia che in alcune scene ha fatto un lavoro non eccelso, di più.
Dunque, che dire, l'impressione che ho avuto quando hanno annunciato la seconda stagione di "Free!" è stata confermata: "Eternal Summer" è stata fatta sull'onda del successo della prima serie, e pertanto si incentra molto più sui sentimenti e, bisogna dirlo, sulle varie ship per far contente le fan girl. Messa da parte l'esaltazione per questa o quella coppia però, si trova anche qualcosa di molto buono che vale la visione di questi 13 episodi, così come si riescono a riconoscere in maniera obbiettiva i difetti che sicuramente sono presenti.
Dopo averne appena guardato il finale, assegno a questa serie un 7: inferiore rispetto alla prima, ma di compagnia allo stesso modo e assolutamente perfetta per un'estate che di estate non ha avuto poi molto.