Recensione
Yowamushi Pedal
8.0/10
Sakamichi Onoda è al primo anno di superiori e non vede l'ora di iscriversi al club di anime del liceo Sohoku. Durante le scuole medie non aveva amici e non faceva altro che andare ad Akihabara, distante quarantacinque chilometri, in bici. Ciò che però scopre il primo giorno lo sconvolge: il club ha chiuso per mancanza di iscritti. Deciso più che mai, è intenzionato a trovare altri quattro membri per riformare il gruppo. Durante la sua ricerca si imbatterà prima in Shunsuke Imaizumi e successivamente Shokichi Naruko che, a causa degli eventi che si susseguiranno, lo convinceranno a unirsi al club di ciclismo. Così ha inizio la grande corsa di "Yowamushi Pedal".
Un ragazzino, che incarna la personalità di noi amanti della cultura otaku, alla ricerca di amici. Una passione che riunisce personalità di ogni genere e i principi di uno sport che spesso non viene molto considerato. Ho letteralmente divorato i trentotto episodi della prima stagione in due giorni! Eh eh, a volte tendo a esagerare...
Anche se l'opera di Wataru Watanabe non si è ancora conclusa, la ritengo completa sotto ogni punto di vista. Uno spokon fatto con i fiocchi, nonostante, come il genere vuole, tutto gira intorno al ciclismo; i profili psicologici dei protagonisti e di molti avversari son ben curati e illustrati dall'autore.
Ogni personaggio, tranne alcuni stacanovisti come il capitano del Sohoku, sa essere davvero esilarante, ma al contempo celare un tratto drammatico nel passato.
Watanabe inoltre ci mostra davvero molte o forse tutte le sfaccettature del ciclismo e delle emozioni che ne derivano. In poche parole è un'opera che va assaporata pedalata dopo pedalata.
Un ragazzino, che incarna la personalità di noi amanti della cultura otaku, alla ricerca di amici. Una passione che riunisce personalità di ogni genere e i principi di uno sport che spesso non viene molto considerato. Ho letteralmente divorato i trentotto episodi della prima stagione in due giorni! Eh eh, a volte tendo a esagerare...
Anche se l'opera di Wataru Watanabe non si è ancora conclusa, la ritengo completa sotto ogni punto di vista. Uno spokon fatto con i fiocchi, nonostante, come il genere vuole, tutto gira intorno al ciclismo; i profili psicologici dei protagonisti e di molti avversari son ben curati e illustrati dall'autore.
Ogni personaggio, tranne alcuni stacanovisti come il capitano del Sohoku, sa essere davvero esilarante, ma al contempo celare un tratto drammatico nel passato.
Watanabe inoltre ci mostra davvero molte o forse tutte le sfaccettature del ciclismo e delle emozioni che ne derivano. In poche parole è un'opera che va assaporata pedalata dopo pedalata.