Recensione
Danganronpa: The Animation
4.0/10
"Danganronpa", è un anime tratto dall'omonimo videogioco della Spike Chunsoft. E' diretto da Seiji Kishi, che preferisco ricordarlo per Angel Beats, e scordarmi totalmente di quest'opera, e più avanti vi spiego il perché.
All'inizio dell'anime ci viene mostrato un uomo che viene ucciso in maniera assurda, ma solo verso alla fine capiremo chi è, intento ci basta sapere che questo è un esempio di "punizione".
La storia, almeno all'inizio, può sembrare interessante, ma ben presto ci accorgiamo che non è come la credevamo.
Ci viene mostrato Naegi, un ragazzo intento a frequentare l'accademia Vetta della Speranza, una scuola dove solo ragazzi dotati di grande talento possono frequentare. Naegi non è dotato di nessun talento particolare, ma è il ragazzo fortunato a cui è permesso l'accesso grazie ad un concorso. I talenti in questione non sono di tipo scolastico, e lo capiamo quando ci vengono presentati i compagni di "classe" di Naegi: il super accademico altolocato, il super fuorilegge o la super idol. Questo serve per caratterizzare un po' i personaggi, ma alla fine non servono a nulla per la nostra storia.
Comunque sia, questi personaggi si sentono come se fossero stati rapiti e rinchiusi in quella scuola, dato che tutte le uscite sono bloccate e non c'è via di fuga. Quando tutti stanno cercando un modo per uscire, ecco che arriva Monokuma, un orsacchiotto di peluche che si presenta come un sadico malato e preside della scuola. Sarà lui a spiegare come uscire dal college, basterà che uno studente riesca silenziosamente ad ucciderne un altro, senza essere scoperto e sopravvivendo al Processo di Classe, un tribunale dove tutti gli studenti prenderanno parte per discutere su chi è il colpevole. La decisione sarà messa ai voti, lo studente più votato sarà dichiarato colpevole, nel caso di risposta giusta l'assassino verrà punito perché non è riuscito a fare un omicidio perfetto; nel caso di risposta sbagliata la vittoria sarà dell'assassino stesso, e tutti gli altri verranno puniti. Questo con lo scopo di far cadere tutti in una tremenda disperazione.
Naegi però non si lascia influenzare dai giochi psicologici di Monokuma, e arriva alla conclusione che per lasciare la scuola basta non farsi prendere dall'agitazione, e svelare il mistero che si cela dietro essa.
Come ho detto prima la storia a prima vista non sembra niente male, ma ben presto capisci che non c'è niente di originale, ma anzi è tutto confuso, senza senso e ripetitivo. Confuso perché tantissime cose non riusciremo mai, e dico mai a capirle, perché nemmeno alla fine verranno spiegate. Ti accorgi che è senza senso già da come si comportano i personaggi, dal loro modo di parlare e da come si svolgono i fatti narrati. Ripetitivo, perché con il passare degli episodi ti accorgi che la storia è un ciclo vizioso: omicidio, indagini e processo, punizione. I processi all'inizio sono belli, dove tutta la classe vi partecipa e ci sono molte riflessioni e obiezioni, ma andando avanti col tempo diventa solo un discorso tra l'assassino (ormai scontato come non so cosa) e Naegi. Infatti negli ultimi processi solo lui aprirà bocca e il colpevole non farà nulla per difendersi, anche se pensandoci bene sin dai processi iniziali gli assassini non facevano nulla per difendersi, ma si perdevano di morale già dalla prima accusa, rendendo tutto molto monotono.
Però in un anime senza senso dove capisci ben poco dei personaggi, dai quali non viene nemmeno spiegata la loro storia passata o come sono finiti in accademia, con la scusa che tutti soffrono di amnesia, (della quale ovviamente non ci viene spiegato nulla) e che sembrano messi lì solo per morire, ti aspetti almeno un finale decente. Ma non è così...
L'unica cosa buona del finale è che viene svelata l'identità di Monokuma, per il resto è un ammasso di no-sense anche quello.
Perlomeno, le caratteristiche tecniche di quest'anime sono fantastiche, e qui non c'è da discuterci. Il character design è originale, e davvero ben fatto, ogni personaggio con il suo aspetto caratteristico, tutti colorati e dettagliati. Le colonne sonore sono carine, e anche se alcune di loro non azzeccano molto con l'atmosfera di questa storia, sono sempre molto orecchiabili e non danno mai fastidio in nessuna situazione.
Tuttavia non posso alzare il voto solo per questo, perché tecnicamente è molto bello, ma poi un opera dovrebbe anche cercare di darti una buona storia, altrimenti poi è inguardabile...
Ciò che mi ha spinto a dare un voto così basso, (oltre ai motivi scritti prima), è anche perché questo anime tratta temi come la morte con molta leggerezza e scherzandoci sopra. Inoltre quando un personaggio muore, la maggior parte delle volte tutti si dimenticano di lui, come se quei personaggi fossero inutili, e come ho detto prima, messi lì solo per morire. Solo pochi vengono rimpianti da alcuni "grandi amici", ma questo è tutto poco credibile dato che l'anime è troppo corto per creare forti legami tra i personaggi.
In conclusione la storia è confusa e non originale, è il classico survival game, nulla di nuovo, personalmente non lo consiglierei, ma dopotutto qualcuno che può apprezzarlo ci può essere.
All'inizio dell'anime ci viene mostrato un uomo che viene ucciso in maniera assurda, ma solo verso alla fine capiremo chi è, intento ci basta sapere che questo è un esempio di "punizione".
La storia, almeno all'inizio, può sembrare interessante, ma ben presto ci accorgiamo che non è come la credevamo.
Ci viene mostrato Naegi, un ragazzo intento a frequentare l'accademia Vetta della Speranza, una scuola dove solo ragazzi dotati di grande talento possono frequentare. Naegi non è dotato di nessun talento particolare, ma è il ragazzo fortunato a cui è permesso l'accesso grazie ad un concorso. I talenti in questione non sono di tipo scolastico, e lo capiamo quando ci vengono presentati i compagni di "classe" di Naegi: il super accademico altolocato, il super fuorilegge o la super idol. Questo serve per caratterizzare un po' i personaggi, ma alla fine non servono a nulla per la nostra storia.
Comunque sia, questi personaggi si sentono come se fossero stati rapiti e rinchiusi in quella scuola, dato che tutte le uscite sono bloccate e non c'è via di fuga. Quando tutti stanno cercando un modo per uscire, ecco che arriva Monokuma, un orsacchiotto di peluche che si presenta come un sadico malato e preside della scuola. Sarà lui a spiegare come uscire dal college, basterà che uno studente riesca silenziosamente ad ucciderne un altro, senza essere scoperto e sopravvivendo al Processo di Classe, un tribunale dove tutti gli studenti prenderanno parte per discutere su chi è il colpevole. La decisione sarà messa ai voti, lo studente più votato sarà dichiarato colpevole, nel caso di risposta giusta l'assassino verrà punito perché non è riuscito a fare un omicidio perfetto; nel caso di risposta sbagliata la vittoria sarà dell'assassino stesso, e tutti gli altri verranno puniti. Questo con lo scopo di far cadere tutti in una tremenda disperazione.
Naegi però non si lascia influenzare dai giochi psicologici di Monokuma, e arriva alla conclusione che per lasciare la scuola basta non farsi prendere dall'agitazione, e svelare il mistero che si cela dietro essa.
Come ho detto prima la storia a prima vista non sembra niente male, ma ben presto capisci che non c'è niente di originale, ma anzi è tutto confuso, senza senso e ripetitivo. Confuso perché tantissime cose non riusciremo mai, e dico mai a capirle, perché nemmeno alla fine verranno spiegate. Ti accorgi che è senza senso già da come si comportano i personaggi, dal loro modo di parlare e da come si svolgono i fatti narrati. Ripetitivo, perché con il passare degli episodi ti accorgi che la storia è un ciclo vizioso: omicidio, indagini e processo, punizione. I processi all'inizio sono belli, dove tutta la classe vi partecipa e ci sono molte riflessioni e obiezioni, ma andando avanti col tempo diventa solo un discorso tra l'assassino (ormai scontato come non so cosa) e Naegi. Infatti negli ultimi processi solo lui aprirà bocca e il colpevole non farà nulla per difendersi, anche se pensandoci bene sin dai processi iniziali gli assassini non facevano nulla per difendersi, ma si perdevano di morale già dalla prima accusa, rendendo tutto molto monotono.
Però in un anime senza senso dove capisci ben poco dei personaggi, dai quali non viene nemmeno spiegata la loro storia passata o come sono finiti in accademia, con la scusa che tutti soffrono di amnesia, (della quale ovviamente non ci viene spiegato nulla) e che sembrano messi lì solo per morire, ti aspetti almeno un finale decente. Ma non è così...
L'unica cosa buona del finale è che viene svelata l'identità di Monokuma, per il resto è un ammasso di no-sense anche quello.
Perlomeno, le caratteristiche tecniche di quest'anime sono fantastiche, e qui non c'è da discuterci. Il character design è originale, e davvero ben fatto, ogni personaggio con il suo aspetto caratteristico, tutti colorati e dettagliati. Le colonne sonore sono carine, e anche se alcune di loro non azzeccano molto con l'atmosfera di questa storia, sono sempre molto orecchiabili e non danno mai fastidio in nessuna situazione.
Tuttavia non posso alzare il voto solo per questo, perché tecnicamente è molto bello, ma poi un opera dovrebbe anche cercare di darti una buona storia, altrimenti poi è inguardabile...
Ciò che mi ha spinto a dare un voto così basso, (oltre ai motivi scritti prima), è anche perché questo anime tratta temi come la morte con molta leggerezza e scherzandoci sopra. Inoltre quando un personaggio muore, la maggior parte delle volte tutti si dimenticano di lui, come se quei personaggi fossero inutili, e come ho detto prima, messi lì solo per morire. Solo pochi vengono rimpianti da alcuni "grandi amici", ma questo è tutto poco credibile dato che l'anime è troppo corto per creare forti legami tra i personaggi.
In conclusione la storia è confusa e non originale, è il classico survival game, nulla di nuovo, personalmente non lo consiglierei, ma dopotutto qualcuno che può apprezzarlo ci può essere.