Recensione
Isshuukan Friends.
8.0/10
"La pensavo anche io così, che i miei sforzi sarebbero stati inutili, che avrebbe inevitabilmente perso la memoria. Però standole accanto, ho capito che i ricordi restano dentro di lei e si accumulano l'uno sull'altro... pensala come vuoi... ma io e lei siamo amici.."
Ve lo ricordate "50 volte il primo bacio", il film americano del 2004 con Adam Sandler e Drew Barrymore?
In breve la pellicola raccontava gli sforzi di un ragazzo per conquistare tutti i giorni l'amata, cosa non facile data la grave forma di malattia cerebrale di lei (sindrome amnesica anterograda) che le faceva dimenticare di notte tutto quello che avveniva durante la giornata. Ecco ora portate questa storia in una serie animata giapponese e avrete "Isshuukan Friends" ("One Week Friends"), titolo primaverile conclusosi lo scorso 22 giugno, tratto da un manga di Matcha Hazuki in formato 4-koma (la striscia a fumetti che inizia e si conclude appunto in quattro vignette) serializzato dal 2012 sulla rivista Gangan Joker e ancora in corso.
La liceale Fujimiya Kaori è anch'essa affetta da una forma di amnesia anterograda, i suoi ricordi, in particolare quelli dei suoi amici più stretti, scompaiono ogni Lunedi determinando in lei la scelta di non avvicinarsi a nessuno in particolare perseguendo un freddo distacco con chiunque con la sola eccezione per i membri della sua famiglia.
Questo comportamento le fa ritagliare addosso l'etichetta di ragazza fredda e snob da parte dei suoi compagni di classe, etichetta alla quale l'impacciato Hase Yuki non crede. Egli vede la ragazza intelligente e dannatamente sola, soprattutto durante il pranzo, e visto che le piace, e non poco, decide di farsi avanti con lei e diventarne quantomeno amico.
Chi scommetterebbe cinque yen che da una premessa tanto semplice e poco originale possa nascere qualcosa di buono? E invece i ragazzi della Brains Base hanno fatto di nuovo il miracolo.
Lo studio di animazione che negli ultimi anni ha portato sul piccolo schermo ottime trasposizioni animate come "Natsume Yuujinchou" e "Durarara!!", senza scordarci di "Mawaru-Penguindrum", il loro lavoro forse più noto in Italia, ha regalato, anche in questo caso, agli anime fan un titolo sicuramente piacevole e positivo ma soprattutto privo di qualsivoglia forma di fanservice. Una bella risposta insomma a chi pensa che ormai l'animazione giapponese si sia ridotta solo a questo.
Scelta che, ad essere sinceri, non sembra pagare molto in termini di vendite in Giappone ma che da quanto si evince dai vari commenti su questo stesso sito e in altri, al fandom italico è piaciuta molto.
Lo show offerto riesce infatti nel corso delle sue dodici puntate a rimanere quasi sempre piuttosto fedele alla sua premessa non scadendo quasi mai nel patetismo, nella lacrima facile verso la quale ormai il genere sembra sempre più spesso incline, merito soprattutto di quasi tutti i pochi personaggi che ne fanno parte a cominciare proprio dalla protagonista Fujimiya Kaori.
Lo spettatore non potrà che affezionarsi a questo personaggio fin dalla prima puntata, fare il tifo per lei vedendola finalmente aprirsi al mondo e alla vita, capendone i tormenti per arrivare a scoprirne il delizioso lato del carattere altruista con quel pizzico di ingenuità che conquista anche il cuore più duro. Assortita quasi alla perfezione la coppia Shogo Kiryu e Yamagishi Saki, tanto saggio e assennato lui quanto completamente svampita e bisognosa di affetto l'altra, i classici opposti che si attraggono, due personaggi comprimari che rafforzano per davvero lo spettacolo offerto e in alcuni, seppur brevi momenti, riescono a rapire il cuore e l'attenzione degli spettatori. Questo anche grazie alla bravura di chi gli presta la voce: Yoshimasa Hosoya per Shogo e soprattutto Rumi Okubo (Pisti in "Magi: The Kingdom of Magic"), fantastica nell'interpretazione di Yamagishi.
La nota dolente tra le caratterizzazioni, che in piccola parte dà ragione a chi critica questa serie, spetta a mio avviso proprio al personaggio maschile. Hase parte bene conquistando anch'esso una certa empatia con lo spettatore che infatti, sulle prime, finisce per rimanere appunto coinvolto da questo personaggio impacciato ma coraggioso, quasi cavalleresco nel suo tentativo di rinnovare l'amicizia con la ragazza nonostante davvero tutto remi contro.
Inizio tanto promettente quanto illusorio, nei suoi dubbi, nelle sue azioni, nelle sue emozioni Hase risulta, man mano che le puntate vanno avanti, sempre meno credibile e imbrigliato nello stato del "vorrei ma non posso" finendo per essere sommerso dalla presenza scenica degli altri personaggi, anche dalla figura a lui comprimaria dell'amico Shogo.
Hase entra quindi a far arte della non invidiabile schiera di quei protagonisti che riescono a provocare un' involontaria irritazione nello spettatore, pur se in alcuni rari momenti sembra riprendersi.
Questa pecca però non inficia più di tanto il valore generale della serie, un tenero affresco sul valore dell'amicizia tanto che ogni singolo episodio è concentrato su un aspetto particolare di questa.
Difficile trovar parole molto serie,
tenterò di disegnare...
come un pittore,
farò in modo di arrivare dritto al cuore
con la forza del colore.
Quelli della Brain Base sembrano aver preso alla lettera le canzoni dei Modà e infatti non si può non considerare azzeccata la scelta stilistica attuata su questo anime che vede un chara dei personaggi estremamente "addolcito" e il tripudio di colori pastellati, quasi stile retrò, nei fondali, che riesce a calare lo spettatore in una dimensione piuttosto onirica, in un Giappone colmo di quei cliché che gustano tanto all'anime fan medio: quello, per intenderci, fatto di ponti, sakura, tetti di scuola e fermate del treno.
Essenziale la colonna sonora mentre dolcissime e perfettamente calzanti alla serie risultano essere la opening "Niji no Kakera" (letteralmente "Frammenti di un arcobaleno"), cantata da Natsumi Kon, con testi e composizione per Ai Kawashima e la ending, una cover del singolo del 2004 "Kanade" ("Sinfonia") del duo jazz fusion Sukima Switch, in questa occasione interpretata da Sora Amamiya, la doppiatrice di Kaori Fujimiya.
"Isshuukan Friends" fa parte di quei titoli indirizzati in primis ai romanticoni di tutte le età desiderosi di una bella dose di melassa per addolcire il loro finale di giornata e che non cercano il pelo nell'uovo ma soltanto dei personaggi piacevoli e poco stucchevoli. Pazienza quindi se non tutte le puntate sono pienamente riuscite e che la storia non ha un effettivo finale (il manga è ancora in corso e terminerà il 22 aprile 2015). Se siete in cerca di tanta tenerezza e di un titolo capace di dare uno sguardo al tempo stesso semplice e sincero sull'amicizia, non fermatevi alla trama, già sentita e risentita, ma date una possibilità a questo anime.
Ve lo ricordate "50 volte il primo bacio", il film americano del 2004 con Adam Sandler e Drew Barrymore?
In breve la pellicola raccontava gli sforzi di un ragazzo per conquistare tutti i giorni l'amata, cosa non facile data la grave forma di malattia cerebrale di lei (sindrome amnesica anterograda) che le faceva dimenticare di notte tutto quello che avveniva durante la giornata. Ecco ora portate questa storia in una serie animata giapponese e avrete "Isshuukan Friends" ("One Week Friends"), titolo primaverile conclusosi lo scorso 22 giugno, tratto da un manga di Matcha Hazuki in formato 4-koma (la striscia a fumetti che inizia e si conclude appunto in quattro vignette) serializzato dal 2012 sulla rivista Gangan Joker e ancora in corso.
La liceale Fujimiya Kaori è anch'essa affetta da una forma di amnesia anterograda, i suoi ricordi, in particolare quelli dei suoi amici più stretti, scompaiono ogni Lunedi determinando in lei la scelta di non avvicinarsi a nessuno in particolare perseguendo un freddo distacco con chiunque con la sola eccezione per i membri della sua famiglia.
Questo comportamento le fa ritagliare addosso l'etichetta di ragazza fredda e snob da parte dei suoi compagni di classe, etichetta alla quale l'impacciato Hase Yuki non crede. Egli vede la ragazza intelligente e dannatamente sola, soprattutto durante il pranzo, e visto che le piace, e non poco, decide di farsi avanti con lei e diventarne quantomeno amico.
Chi scommetterebbe cinque yen che da una premessa tanto semplice e poco originale possa nascere qualcosa di buono? E invece i ragazzi della Brains Base hanno fatto di nuovo il miracolo.
Lo studio di animazione che negli ultimi anni ha portato sul piccolo schermo ottime trasposizioni animate come "Natsume Yuujinchou" e "Durarara!!", senza scordarci di "Mawaru-Penguindrum", il loro lavoro forse più noto in Italia, ha regalato, anche in questo caso, agli anime fan un titolo sicuramente piacevole e positivo ma soprattutto privo di qualsivoglia forma di fanservice. Una bella risposta insomma a chi pensa che ormai l'animazione giapponese si sia ridotta solo a questo.
Scelta che, ad essere sinceri, non sembra pagare molto in termini di vendite in Giappone ma che da quanto si evince dai vari commenti su questo stesso sito e in altri, al fandom italico è piaciuta molto.
Lo show offerto riesce infatti nel corso delle sue dodici puntate a rimanere quasi sempre piuttosto fedele alla sua premessa non scadendo quasi mai nel patetismo, nella lacrima facile verso la quale ormai il genere sembra sempre più spesso incline, merito soprattutto di quasi tutti i pochi personaggi che ne fanno parte a cominciare proprio dalla protagonista Fujimiya Kaori.
Lo spettatore non potrà che affezionarsi a questo personaggio fin dalla prima puntata, fare il tifo per lei vedendola finalmente aprirsi al mondo e alla vita, capendone i tormenti per arrivare a scoprirne il delizioso lato del carattere altruista con quel pizzico di ingenuità che conquista anche il cuore più duro. Assortita quasi alla perfezione la coppia Shogo Kiryu e Yamagishi Saki, tanto saggio e assennato lui quanto completamente svampita e bisognosa di affetto l'altra, i classici opposti che si attraggono, due personaggi comprimari che rafforzano per davvero lo spettacolo offerto e in alcuni, seppur brevi momenti, riescono a rapire il cuore e l'attenzione degli spettatori. Questo anche grazie alla bravura di chi gli presta la voce: Yoshimasa Hosoya per Shogo e soprattutto Rumi Okubo (Pisti in "Magi: The Kingdom of Magic"), fantastica nell'interpretazione di Yamagishi.
La nota dolente tra le caratterizzazioni, che in piccola parte dà ragione a chi critica questa serie, spetta a mio avviso proprio al personaggio maschile. Hase parte bene conquistando anch'esso una certa empatia con lo spettatore che infatti, sulle prime, finisce per rimanere appunto coinvolto da questo personaggio impacciato ma coraggioso, quasi cavalleresco nel suo tentativo di rinnovare l'amicizia con la ragazza nonostante davvero tutto remi contro.
Inizio tanto promettente quanto illusorio, nei suoi dubbi, nelle sue azioni, nelle sue emozioni Hase risulta, man mano che le puntate vanno avanti, sempre meno credibile e imbrigliato nello stato del "vorrei ma non posso" finendo per essere sommerso dalla presenza scenica degli altri personaggi, anche dalla figura a lui comprimaria dell'amico Shogo.
Hase entra quindi a far arte della non invidiabile schiera di quei protagonisti che riescono a provocare un' involontaria irritazione nello spettatore, pur se in alcuni rari momenti sembra riprendersi.
Questa pecca però non inficia più di tanto il valore generale della serie, un tenero affresco sul valore dell'amicizia tanto che ogni singolo episodio è concentrato su un aspetto particolare di questa.
Difficile trovar parole molto serie,
tenterò di disegnare...
come un pittore,
farò in modo di arrivare dritto al cuore
con la forza del colore.
Quelli della Brain Base sembrano aver preso alla lettera le canzoni dei Modà e infatti non si può non considerare azzeccata la scelta stilistica attuata su questo anime che vede un chara dei personaggi estremamente "addolcito" e il tripudio di colori pastellati, quasi stile retrò, nei fondali, che riesce a calare lo spettatore in una dimensione piuttosto onirica, in un Giappone colmo di quei cliché che gustano tanto all'anime fan medio: quello, per intenderci, fatto di ponti, sakura, tetti di scuola e fermate del treno.
Essenziale la colonna sonora mentre dolcissime e perfettamente calzanti alla serie risultano essere la opening "Niji no Kakera" (letteralmente "Frammenti di un arcobaleno"), cantata da Natsumi Kon, con testi e composizione per Ai Kawashima e la ending, una cover del singolo del 2004 "Kanade" ("Sinfonia") del duo jazz fusion Sukima Switch, in questa occasione interpretata da Sora Amamiya, la doppiatrice di Kaori Fujimiya.
"Isshuukan Friends" fa parte di quei titoli indirizzati in primis ai romanticoni di tutte le età desiderosi di una bella dose di melassa per addolcire il loro finale di giornata e che non cercano il pelo nell'uovo ma soltanto dei personaggi piacevoli e poco stucchevoli. Pazienza quindi se non tutte le puntate sono pienamente riuscite e che la storia non ha un effettivo finale (il manga è ancora in corso e terminerà il 22 aprile 2015). Se siete in cerca di tanta tenerezza e di un titolo capace di dare uno sguardo al tempo stesso semplice e sincero sull'amicizia, non fermatevi alla trama, già sentita e risentita, ma date una possibilità a questo anime.