Recensione
Magic Kaito 1412
6.0/10
"Magic Kaito 1412" (2014) è una nuova trasposizione animata di "Kaito Kid", l'opera prima con cui ha esordito Gosho Aoyama a metà degli anni ottanta, e che è diventata popolare grazie ai continui crossover nel manga e anime "Detective Conan", la serie che ha consacrato Aoyama. So che era già stata realizzata una breve serie animata nel 2010, ma non avendola visionata non posso fare un confronto, né posso farlo col manga di "Kaito Kid", non avendolo mai letto.
Questa serie TV, che attualmente conta una sola stagione di ventiquattro episodi, trasmessa in Italia a poche settimane di distanza sul canale Man-Ga in giapponese coi sottotitoli in italiano (una piega che sembra non vedere più opportunità per doppiaggi italiani...), ci mostra le origini del giovane Kaito Kuroba che, scoprendo l'identità del padre defunto, un prestigiatore che come seconda vita interpretava il ladro "Kaito Kid", una sorta di Lupin dei giorni nostri, inseguito da sempre dall'ispettore Nakamori, meglio noto come "Zenigata 2.0", si ritrova quindi a ridare lui stesso vita al personaggio, studiando i messaggi registrati lasciati dal padre.
A tal proposito, i messaggi del padre sono registrati sui vecchi dischi dell'epoca, eppure la serie è ambientata ai giorni nostri, si possono infatti notare tablet, portatili e smartphone... È una scelta che fa sicuramente leva sui gusti dei Giapponesi, grandi amanti della tecnologia, tuttavia avrei trovato più piacevole se la serie fosse stata invece ambientata proprio a metà degli anni '80 come l'opera originale.
Questo prodotto d'animazione ha un comparto tecnico piuttosto convincente, piacevoli opening ed ending, e una colonna sonora ottima e azzeccata. La maggioranza degli episodi, tratti dal manga credo, sono perlopiù tutti piacevoli da guardare, ogni tanto si possono vedere dei crossover con la banda di Shinichi Kudo. Si tratta di episodi visti in "Detective Conan", ma rielaborati dal punto di vista di Kaito Kid. Onestamente ho trovato la cosa molto piacevole, ma confesso che tutti quegli episodi perdono il confronto, in quanto risultavano decisamente più belli in "Detective Conan".
Una cosa che mi ha molto spiazzato guardando "Kaito Kid" è l'incredibile differenza di gestione dei "casi". In "Detective Conan" ogni situazione era spiegata minuziosamente, e per quanto si potesse sforare dal concetto di realismo, tutto veniva spiegato alla perfezione, tanto che per stare dietro al caso della settimana bisognava rimanere concentrati per seguire tutti i passaggi.
In "Kaito Kid" invece il tutto risulta spiegato in modo blando, e spesso Kaito Kid fa delle cose a dir poco fantascientifiche senza che venga spiegato un bel niente; a lasciar poi vittoria facile al ladro vestito di bianco è l'assurda incompetenza (o perlomeno in alcune puntate) di Nakamori e compagnia, che spesso per seguire tutti insieme un'esca di Kaito lasciano vuote le stanze dei furti. Un'altra cosa che mi ha stranito è la presenza Akako Koizumi, che è una strega e usa la magia. Onestamente ho trovato i suoi poteri un po' fuori luogo in quello che dovrebbe essere il contesto di "Kaito Kid" e soprattutto di "Detective Conan", anche se il personaggio alla fine risulta molto divertente.
Sempre riguardo ai personaggi, trovo odioso il personaggio di Kaito Kid, che sfrutta in modo slealissimo l'amicizia-amore di Aoko per spiare e fregare il padre, l'ispettore Nakamori, che giustamente parla dei piani per inchiodare Kaito Kid in pubblico, facendogli fare grandi figure barbine. Avrei preferito un Kaito Kuroba più ingegnoso, che scoprisse le trappole dei suoi avversari con la propria astuzia e col proprio fiuto, e non origliando le conversazioni stando vicino ad Aoko, o piazzando delle cimici su Nakamori o su sua figlia dopo essere stato invitato a pranzo.
Comunque sia, trovo che quest'anime sia piacevole da vedere, ma non l'ho trovato molto coinvolgente, tanto che ho dovuto "faticare" per finire di vedere tutti gli episodi che tenevo registrati su MySKY, e ammetto di aver tirato un sospiro di sollievo nello scoprire che non andava oltre i ventiquttro episodi. La storia del padre di Kaito, e delle gemme da ritrovare, onestamente mi danno l'idea di un concept per mandare avanti la storia all'infinito, e di cui difficilmente vedremo mai una fine o degli sviluppi consistenti... beh, voglio dire, se è dagli anni '80 che 'sta serie non ha un conclusione, non credo ci si debba fare troppe illusioni, ma a parte quello, è una sottotrama interessante sì e no un quarto di quella dell'organizzazione nera di "Detective Conan".
Di questa serie ho adorato invece la comicità dell'ispettore Ginzo Nakamori, grazie anche al bravissimo doppiatore nipponico Unshō Ishizuka. Bravo come al solito anche Kappei Yamaguchi (Kaito Kuroba) che, nonostante l'età, riesce ancora a calarsi perfettamente nei panni di un adolescente; però, metterlo nei flashback da bambino è stata un'eresia, non si può proprio sentire. Interessante anche la "nemesi" del protagonista, ossia Saguru Hakuba.
In definitiva un gradevole anime, non ho poi tanto da recriminare, ma quanto a mordente forse lascia un po' a desiderare. Speriamo di vederlo anche doppiato in italiano (su Nakamori ci vedrei benissimo Riccardo Lombardo, che se non erro lo ha già doppiato in alcune puntate di Conan).
Questa serie TV, che attualmente conta una sola stagione di ventiquattro episodi, trasmessa in Italia a poche settimane di distanza sul canale Man-Ga in giapponese coi sottotitoli in italiano (una piega che sembra non vedere più opportunità per doppiaggi italiani...), ci mostra le origini del giovane Kaito Kuroba che, scoprendo l'identità del padre defunto, un prestigiatore che come seconda vita interpretava il ladro "Kaito Kid", una sorta di Lupin dei giorni nostri, inseguito da sempre dall'ispettore Nakamori, meglio noto come "Zenigata 2.0", si ritrova quindi a ridare lui stesso vita al personaggio, studiando i messaggi registrati lasciati dal padre.
A tal proposito, i messaggi del padre sono registrati sui vecchi dischi dell'epoca, eppure la serie è ambientata ai giorni nostri, si possono infatti notare tablet, portatili e smartphone... È una scelta che fa sicuramente leva sui gusti dei Giapponesi, grandi amanti della tecnologia, tuttavia avrei trovato più piacevole se la serie fosse stata invece ambientata proprio a metà degli anni '80 come l'opera originale.
Questo prodotto d'animazione ha un comparto tecnico piuttosto convincente, piacevoli opening ed ending, e una colonna sonora ottima e azzeccata. La maggioranza degli episodi, tratti dal manga credo, sono perlopiù tutti piacevoli da guardare, ogni tanto si possono vedere dei crossover con la banda di Shinichi Kudo. Si tratta di episodi visti in "Detective Conan", ma rielaborati dal punto di vista di Kaito Kid. Onestamente ho trovato la cosa molto piacevole, ma confesso che tutti quegli episodi perdono il confronto, in quanto risultavano decisamente più belli in "Detective Conan".
Una cosa che mi ha molto spiazzato guardando "Kaito Kid" è l'incredibile differenza di gestione dei "casi". In "Detective Conan" ogni situazione era spiegata minuziosamente, e per quanto si potesse sforare dal concetto di realismo, tutto veniva spiegato alla perfezione, tanto che per stare dietro al caso della settimana bisognava rimanere concentrati per seguire tutti i passaggi.
In "Kaito Kid" invece il tutto risulta spiegato in modo blando, e spesso Kaito Kid fa delle cose a dir poco fantascientifiche senza che venga spiegato un bel niente; a lasciar poi vittoria facile al ladro vestito di bianco è l'assurda incompetenza (o perlomeno in alcune puntate) di Nakamori e compagnia, che spesso per seguire tutti insieme un'esca di Kaito lasciano vuote le stanze dei furti. Un'altra cosa che mi ha stranito è la presenza Akako Koizumi, che è una strega e usa la magia. Onestamente ho trovato i suoi poteri un po' fuori luogo in quello che dovrebbe essere il contesto di "Kaito Kid" e soprattutto di "Detective Conan", anche se il personaggio alla fine risulta molto divertente.
Sempre riguardo ai personaggi, trovo odioso il personaggio di Kaito Kid, che sfrutta in modo slealissimo l'amicizia-amore di Aoko per spiare e fregare il padre, l'ispettore Nakamori, che giustamente parla dei piani per inchiodare Kaito Kid in pubblico, facendogli fare grandi figure barbine. Avrei preferito un Kaito Kuroba più ingegnoso, che scoprisse le trappole dei suoi avversari con la propria astuzia e col proprio fiuto, e non origliando le conversazioni stando vicino ad Aoko, o piazzando delle cimici su Nakamori o su sua figlia dopo essere stato invitato a pranzo.
Comunque sia, trovo che quest'anime sia piacevole da vedere, ma non l'ho trovato molto coinvolgente, tanto che ho dovuto "faticare" per finire di vedere tutti gli episodi che tenevo registrati su MySKY, e ammetto di aver tirato un sospiro di sollievo nello scoprire che non andava oltre i ventiquttro episodi. La storia del padre di Kaito, e delle gemme da ritrovare, onestamente mi danno l'idea di un concept per mandare avanti la storia all'infinito, e di cui difficilmente vedremo mai una fine o degli sviluppi consistenti... beh, voglio dire, se è dagli anni '80 che 'sta serie non ha un conclusione, non credo ci si debba fare troppe illusioni, ma a parte quello, è una sottotrama interessante sì e no un quarto di quella dell'organizzazione nera di "Detective Conan".
Di questa serie ho adorato invece la comicità dell'ispettore Ginzo Nakamori, grazie anche al bravissimo doppiatore nipponico Unshō Ishizuka. Bravo come al solito anche Kappei Yamaguchi (Kaito Kuroba) che, nonostante l'età, riesce ancora a calarsi perfettamente nei panni di un adolescente; però, metterlo nei flashback da bambino è stata un'eresia, non si può proprio sentire. Interessante anche la "nemesi" del protagonista, ossia Saguru Hakuba.
In definitiva un gradevole anime, non ho poi tanto da recriminare, ma quanto a mordente forse lascia un po' a desiderare. Speriamo di vederlo anche doppiato in italiano (su Nakamori ci vedrei benissimo Riccardo Lombardo, che se non erro lo ha già doppiato in alcune puntate di Conan).