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8.0/10
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Il saggio Ovidio diceva: "La semplicità è cosa rarissima ai nostri tempi".

Ora più che mai questo aforisma sembra rispecchiare la realtà dei fatti, soprattutto nel mondo dell'intrattenimento, dove spesso capita di imbattersi in opere molto complesse. Libri, fumetti, film e serie televisive che cercano di costruire universi credibili, infarciti di trame e sotto-trame. Un fenomeno a cui neanche gli anime sono indifferenti: trasposizioni di visual novel e manga sempre pronte a buttare nuova carne sul fuoco, ad aggiungere qualche nuovo personaggio di contorno e a sollevare il profumo della novità. In molti casi, purtroppo, con risultati a dir poco disastrosi: dal banchetto si alza troppo spesso fumo di bruciato.

Poi ci sono quelle serie che ricercano la semplicità. Sono gli slice of life, opere con cui teoricamente si presuppone di assistere alla quotidianità di una persona normale, ma il più delle volte questo non accade: c'è sempre un dramma dietro l'angolo, tante lacrime facili e difficoltà sconosciute ai più.

"Usagi Drop" stesso parte con delle premesse che paiono annunciare un dramma mascherato da vita normale: Daikichi ha trent'anni e torna a casa per il funerale del nonno, a cui partecipa anche una misteriosa bambina dai lunghi capelli biondi, di nome Rin. Con enorme stupore scopre che la piccola sarebbe la figlia del nonno, avuta da una donna più giovane di lui, anche se purtroppo non si conosce l'identità di quest'ultima. Subito dopo l'iniziale turbamento per via dell'inaspettata rivelazione, Daikichi inizia a provare un forte fastidio per il modo in cui gli altri parenti sembrano solo imbarazzati di fronte alla bambina e più che mai indifferenti alla sua sorte. In uno scatto d'orgoglio, Daikichi decide di prendere sotto la sua ala la piccola, ma forse l'idea di prendersi cura di una bambina potrebbe rivelarsi più complicata di quanto lui creda...

Una partenza decisamente fuori dal comune, capace di insospettire lo spettatore che avesse voluto cercare una storia quotidiana priva di stranezze, ma l'anime cerca di far trasparire la sua vera essenza tramite ogni mezzo. I disegni dal tratto semplice e non completamente rifiniti, i colori pastello che negli sfondi lasciano punti di bianco attorno ai bordi come se fossero utilizzati da un bambino, e le musiche leggere e ripetitive sono tutti elementi che si rifanno alla semplicità e alla quotidianità di una vita tranquilla, senza chissà quali preoccupazioni. A dire il vero, sono presenti ostacoli lungo il cammino intrapreso dalla strana coppia, ma non così particolari da stravolgere l'atmosfera: trovare un asilo per Rin, scegliere un posto di lavoro che permetta a Daikichi di occuparsi meglio di lei, piccoli problemi relativi alla salute della bambina e ai suoi studi... Difficoltà genuine e trattate con la massima apprensione dal povero Daikichi, una lente con cui ogni spettatore riesce a vedere quanto possa essere complicata la vita del genitore, soprattutto se single. Una bella aggiunta è anche la conoscenza da parte di Daikichi della mamma divorziata del migliore amico di Rin, con cui è possibile esplorare anche il lato "femminile" della faccenda: una corsa contro il tempo continua per evitare che il pregiudizio possa vincere contro le sue effettive abilità come lavoratrice e come madre. Tutte queste tematiche sembrerebbero puntare verso aspetti un po' cupi e indigesti, ma la sceneggiatura, la regia e la semplicità stessa degli elementi artistici fanno sì che questi problemi abbiano la giusta importanza all'interno della narrazione. Non troppo preponderanti né presi in considerazione con superficialità.

Da un certo punto di vista le preoccupazioni paiono sminuite dalla stessa docilità della piccola Rin: a differenza dei suoi coetanei dimostra una maturità e delle capacità al di sopra della media, forse fin troppo estranee alla vivacità e ai capricci tipici dei bambini, anche se in parte spiegate con il fatto che Rin abbia vissuto con una persona molto anziana. Un aspetto del carattere che, comunque, manda alla deriva certi momenti nella sdolcinatezza, però mantenendo bene l'equilibrio fra questi e quelli più riflessivi.

Ma la vera semplicità di tutti i giorni è difficile da ottenere in un'opera creata apposta per lasciar svagare lo spettatore dalla realtà quotidiana, sebbene "Usagi Drop" sia davvero in grado di assottigliare il confine. L'evidenziare ogni prospettiva dell'essere genitore (da quelle più rosee a quelle più disfattiste grazie ai colleghi genitori di Daikichi e a chi non vuole fare il genitore), il voler scegliere un sentiero artistico improntato alla semplicità e la tranquillità con cui vengono affrontate le tematiche nel corso delle puntate rendono la serie capace di essere, in ogni episodio, una normale giornata di vita vissuta. Non esistono buoni e cattivi, esiste solo il relativo modo di pensare di ciascuna persona, esiste solo l'emozione di stringere la manina di un bambino e sentire la sua felicità come propria.
Un anime capace di trasmettere la pura bellezza di essere genitore, nonostante le varie opinioni contrastanti che si possano incrociare per strada.

Otto, perché è difficile rendere la quotidianità nel mondo dello show business, ma "Usagi Drop" riesce a trasmettere, in ogni suo elemento, la semplicità della vita del genitore.