Recensione
Sound! Euphonium
8.0/10
Recensione di Spirit Eater
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Quando la KyoAni annunciò un nuovo anime a tema musicale fu naturale per alcuni stupirsi: il confronto con l'ormai mitologico "K-On!" sarebbe stato inevitabile. Molti pregustavano un nuovo cast di fanciulle moe-moe dalla mente di bambine di cinque anni solite a passare il pomeriggio a mangiare biscotti e strimpellare la chitarra. Ebbene, "Hibike! Euphonium" si è rivelato essere un prodotto ben diverso dalle aspettative.
All'inizio dell'opera avviene una scelta simbolica che, a posteriori, è sicuramente il simbolo della volontà di perseguire un cammino differente da quello tracciato dall'altro anime. Al liceo Kitauji arriva un nuovo responsabile del club degli strumenti a fiato il quale pone ai membri un semplice quesito: il club dovrà scegliere tra un'attività rilassata e poco onerosa, dedita semplicemente a trascorrere un felice periodo scolastico, o puntare ai nazionali. Unanime, o quasi, è la decisione di puntare in alto. E' così che un liceo trascinatosi al massimo fino al bronzo deciderà di puntare all'oro, questa volta sotto la ferrea disciplina del nuovo responsabile: Taki-sensei.
Dal momento in cui viene presa questa decisione, il fantasma dell'ei fu "K-On!" si allontana prima lentamente e poi alla velocità della luce dal novello "Sound! Euphonium" che, nel corso delle puntate, arriverà a conquistare il proprio onore nel campo di battaglia dell'animazione.
E' però, "Risuona Eufonio", una serie molto realistica sulla musica in cui si affrontano anche problemi ed esigenze dei personaggi: si parla di abbandoni, di fallimenti, di apparenti ingiustizie, di frustrazione, di voglia di impegnarsi e di gioia.
A muoversi su questo palco sono personaggi in parte diversi dal classico stampino KyoAni: le dolci ragazzine spensierate ci sono, inutile negarlo, ma rivestono un ruolo decisamente secondario rispetto ad altri personaggi ben più interessanti. Dalla senpai che ha in mente solo la vittoria alla debole presidentessa, ma piena di buoni sentimenti, per giungere alla vera star del cast: Reina Kousaka. Mi mancava tra le personalità proposte dalla casa di produzione un personaggio così brillante e vivido, capace di far emozionare anche nell'anno duemilaquindici. Se in un primo momento l'abile primina pare il classico personaggio freddo e distaccato, dalla profonda conoscenza musicale, in realtà in un secondo momento, e in un paio di episodi in particolare, il suo approfondimento regala un quadro più complesso fatto di sicurezza e gioia di vivere, di determinazione e, forse, di paura di perderla.
Kumiko, la nostra protagonista, è d'altro canto un altro personaggio estremamente riuscito che nel corso di dodici episodi evolve dolcemente, cresce e, anche se crescere a volte fa piangere, la rende felice. La maturazione del suo amore per la musica è tenero, ma deciso, e lascia nello spettatore un senso di appagamento.
Il cast si arricchisce anche di personaggi maschili, ed è evidente anche l'influenza dei bei nuotatori di "Free!" che ci portano Taki-sensei, il professore dal bell'aspetto, ma duro e forte d'animo.
La grafica in generale è, come ci si aspetta da KyoAni, ineccepibile. Animazioni fluide e piene di colori che danno il meglio di sé quando sono colorate con la luce ambrata del tramonto. I fondali sono al solito curatissimi e il design dei personaggi è l'ormai usuale moe-oriented by KyoAni, ovvero il top del character design dolce e morbido.
Finora si è tracciata la profonda linea di confine con l'anime per antonomasia di KyoAni, ma quali sono le similitudini, se ci sono?
"K-On!" ci è ricordato da un preciso elemento di questa opera: l'assenza quasi totale di brani per intero in gran parte dell'anime. Le esibizioni saranno due e i personaggi passeranno tutto il tempo dell'opera ad esercitarsi, ma, come già detto, questa serie si concentra più sulla crescita e sulle problematiche che sorgono nel club rispetto alle pure e semplici esibizioni (che comunque sono di grande impatto e dall'irreprensibile regia). Le scelte musicali sono in ogni caso pregevoli, proponendo un primo brano abbastanza orecchiabile e poco più che passabile, in contrasto con le altre due splendide esecuzioni di musiche ritmate e caratteristiche che ben sanno colpire anche lo spettatore più ignorante in materia d'ottoni.
Le musiche vere e proprie dell'anime, dicasi opening ed ending, sono ben fatte e orecchiabili, in classico stile KyoAni, con l'opening sgargiante e classica e l'ending in stile "video musicale", ormai caratteristica dei prodotti dello studio.
A dare qualche acciacco al prodotto è sicuramente la falsa partenza. L'anime parte con presupposti differenti da "K-On!", ma per la prima metà pare essere un semplice prodotto che parla di club in cui i risultati sono ottenuti dopo tanto impegno e grazie agli sforzi e all'amicizia. Inoltre, la caratterizzazione dei personaggi è ancora in parte celata e l'evoluzione di Kumiko è lenta nella sua prima parte, per poi evolvere all'improvviso. Non sorprende quindi il voto finale, un otto secco, che premia il prodotto, ma lo bacchetta per l'effettiva scarsità di contenuti dei primi episodi.
Il finale è poi aperto. In realtà, dal mio punto di vista, le vicende si chiudono perfettamente, senza bisogno di dire altro. Ma forse qualche chiarimento, qualche scena che tutti aspettiamo con ansia sarebbe bello vederla in un film conclusivo bello almeno quanto il caro "Tamako Love Story", che per l'appunto colma una "mancanza" simile a quella presente in "Hibike! Euphonium".
Ma com'è allora l'insieme di questa trama, di queste musiche, di questa grafica e di questi personaggi? Ottima! Una brillante gestione dell'evoluzione psicologica dei nostri personaggi è accompagnata da buone musiche e ci viene mostrata per mezzo di una stupefacente veste grafica, presentando una trama interessante e in parte realistica che, evitando i cliché degli anime scolastici, non ci annoia. Peccato per i primi episodi che sviano e potrebbero aver fatto perdere qualche spettatore.
Un ottimo anime, "Hibike! Euphonium", che ci ricorda che la KyoAni varia sempre e che dopo ragazzine che strimpellano, ragazze affette dalla sindrome della seconda media, giovani pasticciere tradizionali, 'pucciose' combattenti e abili (e visivamente degustabili) nuotatori, lo studio sa ancora regalare emozioni senza cadere nel già visto e, anzi, evitando di netto i richiami al passato.
All'inizio dell'opera avviene una scelta simbolica che, a posteriori, è sicuramente il simbolo della volontà di perseguire un cammino differente da quello tracciato dall'altro anime. Al liceo Kitauji arriva un nuovo responsabile del club degli strumenti a fiato il quale pone ai membri un semplice quesito: il club dovrà scegliere tra un'attività rilassata e poco onerosa, dedita semplicemente a trascorrere un felice periodo scolastico, o puntare ai nazionali. Unanime, o quasi, è la decisione di puntare in alto. E' così che un liceo trascinatosi al massimo fino al bronzo deciderà di puntare all'oro, questa volta sotto la ferrea disciplina del nuovo responsabile: Taki-sensei.
Dal momento in cui viene presa questa decisione, il fantasma dell'ei fu "K-On!" si allontana prima lentamente e poi alla velocità della luce dal novello "Sound! Euphonium" che, nel corso delle puntate, arriverà a conquistare il proprio onore nel campo di battaglia dell'animazione.
E' però, "Risuona Eufonio", una serie molto realistica sulla musica in cui si affrontano anche problemi ed esigenze dei personaggi: si parla di abbandoni, di fallimenti, di apparenti ingiustizie, di frustrazione, di voglia di impegnarsi e di gioia.
A muoversi su questo palco sono personaggi in parte diversi dal classico stampino KyoAni: le dolci ragazzine spensierate ci sono, inutile negarlo, ma rivestono un ruolo decisamente secondario rispetto ad altri personaggi ben più interessanti. Dalla senpai che ha in mente solo la vittoria alla debole presidentessa, ma piena di buoni sentimenti, per giungere alla vera star del cast: Reina Kousaka. Mi mancava tra le personalità proposte dalla casa di produzione un personaggio così brillante e vivido, capace di far emozionare anche nell'anno duemilaquindici. Se in un primo momento l'abile primina pare il classico personaggio freddo e distaccato, dalla profonda conoscenza musicale, in realtà in un secondo momento, e in un paio di episodi in particolare, il suo approfondimento regala un quadro più complesso fatto di sicurezza e gioia di vivere, di determinazione e, forse, di paura di perderla.
Kumiko, la nostra protagonista, è d'altro canto un altro personaggio estremamente riuscito che nel corso di dodici episodi evolve dolcemente, cresce e, anche se crescere a volte fa piangere, la rende felice. La maturazione del suo amore per la musica è tenero, ma deciso, e lascia nello spettatore un senso di appagamento.
Il cast si arricchisce anche di personaggi maschili, ed è evidente anche l'influenza dei bei nuotatori di "Free!" che ci portano Taki-sensei, il professore dal bell'aspetto, ma duro e forte d'animo.
La grafica in generale è, come ci si aspetta da KyoAni, ineccepibile. Animazioni fluide e piene di colori che danno il meglio di sé quando sono colorate con la luce ambrata del tramonto. I fondali sono al solito curatissimi e il design dei personaggi è l'ormai usuale moe-oriented by KyoAni, ovvero il top del character design dolce e morbido.
Finora si è tracciata la profonda linea di confine con l'anime per antonomasia di KyoAni, ma quali sono le similitudini, se ci sono?
"K-On!" ci è ricordato da un preciso elemento di questa opera: l'assenza quasi totale di brani per intero in gran parte dell'anime. Le esibizioni saranno due e i personaggi passeranno tutto il tempo dell'opera ad esercitarsi, ma, come già detto, questa serie si concentra più sulla crescita e sulle problematiche che sorgono nel club rispetto alle pure e semplici esibizioni (che comunque sono di grande impatto e dall'irreprensibile regia). Le scelte musicali sono in ogni caso pregevoli, proponendo un primo brano abbastanza orecchiabile e poco più che passabile, in contrasto con le altre due splendide esecuzioni di musiche ritmate e caratteristiche che ben sanno colpire anche lo spettatore più ignorante in materia d'ottoni.
Le musiche vere e proprie dell'anime, dicasi opening ed ending, sono ben fatte e orecchiabili, in classico stile KyoAni, con l'opening sgargiante e classica e l'ending in stile "video musicale", ormai caratteristica dei prodotti dello studio.
A dare qualche acciacco al prodotto è sicuramente la falsa partenza. L'anime parte con presupposti differenti da "K-On!", ma per la prima metà pare essere un semplice prodotto che parla di club in cui i risultati sono ottenuti dopo tanto impegno e grazie agli sforzi e all'amicizia. Inoltre, la caratterizzazione dei personaggi è ancora in parte celata e l'evoluzione di Kumiko è lenta nella sua prima parte, per poi evolvere all'improvviso. Non sorprende quindi il voto finale, un otto secco, che premia il prodotto, ma lo bacchetta per l'effettiva scarsità di contenuti dei primi episodi.
Il finale è poi aperto. In realtà, dal mio punto di vista, le vicende si chiudono perfettamente, senza bisogno di dire altro. Ma forse qualche chiarimento, qualche scena che tutti aspettiamo con ansia sarebbe bello vederla in un film conclusivo bello almeno quanto il caro "Tamako Love Story", che per l'appunto colma una "mancanza" simile a quella presente in "Hibike! Euphonium".
Ma com'è allora l'insieme di questa trama, di queste musiche, di questa grafica e di questi personaggi? Ottima! Una brillante gestione dell'evoluzione psicologica dei nostri personaggi è accompagnata da buone musiche e ci viene mostrata per mezzo di una stupefacente veste grafica, presentando una trama interessante e in parte realistica che, evitando i cliché degli anime scolastici, non ci annoia. Peccato per i primi episodi che sviano e potrebbero aver fatto perdere qualche spettatore.
Un ottimo anime, "Hibike! Euphonium", che ci ricorda che la KyoAni varia sempre e che dopo ragazzine che strimpellano, ragazze affette dalla sindrome della seconda media, giovani pasticciere tradizionali, 'pucciose' combattenti e abili (e visivamente degustabili) nuotatori, lo studio sa ancora regalare emozioni senza cadere nel già visto e, anzi, evitando di netto i richiami al passato.