Recensione
Soul Eater
8.0/10
Recensione di Haruhi Suzumiya Gold Edition
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Fin da subito molto chiacchierato, "Soul Eater" è l'anime tratto dall'omonima serie manga di Atsushi Ohkubo.
La trama, abbastanza complessa, può essere brevemente riassunta in questo modo. In un mondo dove le Streghe mirano alla pura distruzione e dove un terrificante essere chiamato Kishin, nonché reincarnazione della follia estrema e in grado quindi di destabilizzare l'equilibrio mondiale al suo risveglio, è intrappolato in un luogo ai più sconosciuto, il dio della morte Shinigami-sama ha creato una particolare scuola, la Shibusen, per addestrare nuovi artigiani e le loro armi a diventare forti guerrieri in grado di mantenere la pace. Le particolarità iniziano subito. Le armi, infatti, altro non sono se non comuni esseri umani all'apparenza, in grado però di assumere le sembianze di varie armi, ognuna con la propria particolarità. Poiché da sole non possono fare molto, devono trovare un compagno, chiamato appunto artigiano, che faccia coppia con loro. Tra il ragazzo e la propria arma nascerà un legame indissolubile e, sincronizzando le loro anime, riusciranno a completarsi a vicenda formando un duo mortale. Le loro missioni sembrano inizialmente semplici: catturare novantanove anime (il cibo che consente alle armi di crescere e fortificarsi) di persone malvagie e, per centesima, l'anima di una strega. Solo in questo modo l'arma raggiungerà il massimo livello di potenza, diventando Death Schyte, e conseguendo il diritto di diventare un'arma di Shinigami-sama. Ovviamente, non solo la missione si rivelerà ben più ardua del previsto, ma nel giro di breve tempo nuovi personaggi e improvvisi colpi di scena sposteranno la trama a un piano più elevato, e ben presto i protagonisti si ritroveranno a lottare per la salvezza del mondo intero.
I personaggi principali sono svariati, e tutti molto particolari.
Vi è l'artigiana Maka, coscienziosa e amante dello studio, che fa coppia con la falce Soul, un giovane all'apparenza arrogante e presuntuoso.
C'è Black Star, un giovane assassino il cui ego è talmente elevato che lo porta ad autoproclamarsi più volte superiore a Dio, accompagnato dalla paziente e remissiva Tsubaki, ultima discendente di un'antica famiglia di armi e in grado di assumere varie sembianze.
Chiude il gruppo Kid, il figlio di Shinigami-sama, il quale, essendo in parte un dio, sarebbe il più potente e micidiale dei tre, ma è perennemente messo in ginocchio da una grave forma di disturbo ossessivo compulsivo che gli impedisce addirittura di muoversi se tutto non è perfettamente simmetrico. Le sue armi sono le due sorelle Liz e Patty Thompson, in grado di trasformarsi in due pistole del medesimo aspetto (quindi Kid può tranquillamente impugnarle), diverse però tra loro nel carattere e nell'aspetto quando hanno sembianze umane, e profondamente legate a lui per averle salvate da una vita sulla strada.
A loro si unirà ben presto una rosa di stupendi personaggi ottimamente caratterizzati, sia tra le linee dei buoni che tra quelle dei cattivi. Tra i primi, avranno un ruolo fondamentale il professor Stein, insegnante della Shibusen perennemente in lotta con la follia, nonché più forte studente uscito da quella scuola, Spirit, il padre maniaco e apprensivo di Maka in grado di tramutarsi in un'invincibile Death Schyte, Shinigami-sama e numerosi altri studenti e le loro armi. Tra i secondi, avranno di sicuro un ruolo di spicco la strega Medusa, una donna malvagia oltre ogni limite profondamente intenzionata a risvegliare il Kishin, suo figlio Chrona, un ragazzo spaventato e disturbato a causa dell'influenza maligna della madre con la spada Ragnarock, sua sorella Arachne con la quale non è in buoni rapporti, anch'essa determinata ad avere la sua fetta di gloria nella battaglia, la streghetta Eruka, costretta ad eseguire gli ordini di Medusa, e l'immortale Free, anch'egli seguace della malefica donna al quale è riconoscente per avergli donato una nuova vita facendolo uscire di prigione. Non meno importante è proprio Asura, il Kishin. Ex combattente al fianco di Shinigami-sama, divorato da una paura incontenibile che si impadroniva sempre più della sua mente, è finito presto sulla strada della perdizione uccidendo ogni essere che aveva la sfortuna di imbattersi sulla sua strada, fino a diventare la personificazione della follia in persona, in grado di rendere folle chiunque venisse a contatto con lui.
E qua, ha inizio per me la parte più interessante di "Soul Eater", ovvero la rappresentazione della follia. Oserei quasi dire che è proprio questo sentimento il vero protagonista.
Nel mondo di "Soul Eater", la follia assume un connotato particolare, discostandosi profondamente da ogni malattia psichiatrica esistente. In questo universo, la follia alberga in ogni protagonista, può essere risvegliata quasi all'improvviso, anche per scelta. Follia diventa sinonimo di abbandono di ogni paura, del raggiungimento di uno stato mentale che rasenta l'invincibilità, perché abbandonato ogni raziocinio, logica, morale e pudore, nessun gesto diventa impossibile da compiere, e la lista di cose possibili da fare aumenta a dismisura. Ma c'è un prezzo da pagare per tutto questo potere. La follia entra nel sangue, va in circolo velocemente, prende possesso della mente e uscirne, una volta entrati, è sempre più complesso, così come, in realtà, si rivelerà assai complessa la mentalità del Kishin Asura.
Ed ecco quindi i nostri personaggi, ragazzi come noi, con gioie, timori, paure, voglia di vivere la propria vita, crescere nella mente e nel corpo nel corso della serie, evolversi, potenziarsi... e trovandosi puntualmente davanti a quella sfida estrema rappresentata dalla follia.
Mi rendo conto che questa mia recensione potrà risultare un po' atipica. Tuttavia, dopo aver letto attentamente il manga e visionato l'anime, soffermandomi e riguardando (o rileggendo) le parti principali, sono giunta alla conclusione di quanto sia proprio la follia a subentrare nella storia di ogni personaggio, di come buoni e cattivi si rapportino con essa e come la sua influenza sia fondamentale nelle decisioni che prenderanno. Ecco perché "Soul Eater" non è un semplice anime dove a manipolare l'attenzione sono le scene di combattimento o le gag, ma una storia con un tema di base molto interessante e sviluppato in modo davvero particolare. Uno stato mentale la cui influenza metterà in ginocchio parecchi personaggi, presenza a volte oscura e silenziosa, ma onnipresente e pronta a colpire anche quando meno ce lo si aspetta.
Altri pregi di questo anime sono i combattimenti, a parer mio molto dinamici, coinvolgenti con i vari stili di combattimento, in continua evoluzione e che nulla tolgono al manga, anzi!
Il character design dei personaggi è decisamente fuori dal comune e forse a molti potrà non piacere. Io lo trovo fantastico e azzeccatissimo.
Stupenda è inoltre la colonna sonora, che ci presenta una serie di opening ed ending di alto livello (tuttora presenti nel mio i-Pod).
Unico neo, purtroppo, è rappresentato dal finale. Raramente ho visto in un anime un finale così frettoloso e, onestamente, del tutto ridicolo. Tutto questo ovviamente è dovuto al fatto che al momento della fine della realizzazione dell'anime il manga originale era ben lontano dalla conclusione. Molti personaggi hanno preso nell'anime quindi strade completamente diverse e il finale è stato proprio un insulto.
Ho sperato a lungo che, al termine del manga, venisse realizzato almeno un episodio speciale in grado di rendere onore a "Soul Eater", ma purtroppo non sono ancora stata accontentata.
Invito quindi gli amanti del genere a gustarsi questo anime, apprezzandone sia i combattimenti e le scene d'azione, che le evoluzioni psicologiche dei personaggi e i vari temi affrontati... e consiglio vivamente la lettura del manga a tutti coloro che sono giunti fino all'ultimo episodio, per scoprire cosa sia successo veramente ai nostri protagonisti.
La trama, abbastanza complessa, può essere brevemente riassunta in questo modo. In un mondo dove le Streghe mirano alla pura distruzione e dove un terrificante essere chiamato Kishin, nonché reincarnazione della follia estrema e in grado quindi di destabilizzare l'equilibrio mondiale al suo risveglio, è intrappolato in un luogo ai più sconosciuto, il dio della morte Shinigami-sama ha creato una particolare scuola, la Shibusen, per addestrare nuovi artigiani e le loro armi a diventare forti guerrieri in grado di mantenere la pace. Le particolarità iniziano subito. Le armi, infatti, altro non sono se non comuni esseri umani all'apparenza, in grado però di assumere le sembianze di varie armi, ognuna con la propria particolarità. Poiché da sole non possono fare molto, devono trovare un compagno, chiamato appunto artigiano, che faccia coppia con loro. Tra il ragazzo e la propria arma nascerà un legame indissolubile e, sincronizzando le loro anime, riusciranno a completarsi a vicenda formando un duo mortale. Le loro missioni sembrano inizialmente semplici: catturare novantanove anime (il cibo che consente alle armi di crescere e fortificarsi) di persone malvagie e, per centesima, l'anima di una strega. Solo in questo modo l'arma raggiungerà il massimo livello di potenza, diventando Death Schyte, e conseguendo il diritto di diventare un'arma di Shinigami-sama. Ovviamente, non solo la missione si rivelerà ben più ardua del previsto, ma nel giro di breve tempo nuovi personaggi e improvvisi colpi di scena sposteranno la trama a un piano più elevato, e ben presto i protagonisti si ritroveranno a lottare per la salvezza del mondo intero.
I personaggi principali sono svariati, e tutti molto particolari.
Vi è l'artigiana Maka, coscienziosa e amante dello studio, che fa coppia con la falce Soul, un giovane all'apparenza arrogante e presuntuoso.
C'è Black Star, un giovane assassino il cui ego è talmente elevato che lo porta ad autoproclamarsi più volte superiore a Dio, accompagnato dalla paziente e remissiva Tsubaki, ultima discendente di un'antica famiglia di armi e in grado di assumere varie sembianze.
Chiude il gruppo Kid, il figlio di Shinigami-sama, il quale, essendo in parte un dio, sarebbe il più potente e micidiale dei tre, ma è perennemente messo in ginocchio da una grave forma di disturbo ossessivo compulsivo che gli impedisce addirittura di muoversi se tutto non è perfettamente simmetrico. Le sue armi sono le due sorelle Liz e Patty Thompson, in grado di trasformarsi in due pistole del medesimo aspetto (quindi Kid può tranquillamente impugnarle), diverse però tra loro nel carattere e nell'aspetto quando hanno sembianze umane, e profondamente legate a lui per averle salvate da una vita sulla strada.
A loro si unirà ben presto una rosa di stupendi personaggi ottimamente caratterizzati, sia tra le linee dei buoni che tra quelle dei cattivi. Tra i primi, avranno un ruolo fondamentale il professor Stein, insegnante della Shibusen perennemente in lotta con la follia, nonché più forte studente uscito da quella scuola, Spirit, il padre maniaco e apprensivo di Maka in grado di tramutarsi in un'invincibile Death Schyte, Shinigami-sama e numerosi altri studenti e le loro armi. Tra i secondi, avranno di sicuro un ruolo di spicco la strega Medusa, una donna malvagia oltre ogni limite profondamente intenzionata a risvegliare il Kishin, suo figlio Chrona, un ragazzo spaventato e disturbato a causa dell'influenza maligna della madre con la spada Ragnarock, sua sorella Arachne con la quale non è in buoni rapporti, anch'essa determinata ad avere la sua fetta di gloria nella battaglia, la streghetta Eruka, costretta ad eseguire gli ordini di Medusa, e l'immortale Free, anch'egli seguace della malefica donna al quale è riconoscente per avergli donato una nuova vita facendolo uscire di prigione. Non meno importante è proprio Asura, il Kishin. Ex combattente al fianco di Shinigami-sama, divorato da una paura incontenibile che si impadroniva sempre più della sua mente, è finito presto sulla strada della perdizione uccidendo ogni essere che aveva la sfortuna di imbattersi sulla sua strada, fino a diventare la personificazione della follia in persona, in grado di rendere folle chiunque venisse a contatto con lui.
E qua, ha inizio per me la parte più interessante di "Soul Eater", ovvero la rappresentazione della follia. Oserei quasi dire che è proprio questo sentimento il vero protagonista.
Nel mondo di "Soul Eater", la follia assume un connotato particolare, discostandosi profondamente da ogni malattia psichiatrica esistente. In questo universo, la follia alberga in ogni protagonista, può essere risvegliata quasi all'improvviso, anche per scelta. Follia diventa sinonimo di abbandono di ogni paura, del raggiungimento di uno stato mentale che rasenta l'invincibilità, perché abbandonato ogni raziocinio, logica, morale e pudore, nessun gesto diventa impossibile da compiere, e la lista di cose possibili da fare aumenta a dismisura. Ma c'è un prezzo da pagare per tutto questo potere. La follia entra nel sangue, va in circolo velocemente, prende possesso della mente e uscirne, una volta entrati, è sempre più complesso, così come, in realtà, si rivelerà assai complessa la mentalità del Kishin Asura.
Ed ecco quindi i nostri personaggi, ragazzi come noi, con gioie, timori, paure, voglia di vivere la propria vita, crescere nella mente e nel corpo nel corso della serie, evolversi, potenziarsi... e trovandosi puntualmente davanti a quella sfida estrema rappresentata dalla follia.
Mi rendo conto che questa mia recensione potrà risultare un po' atipica. Tuttavia, dopo aver letto attentamente il manga e visionato l'anime, soffermandomi e riguardando (o rileggendo) le parti principali, sono giunta alla conclusione di quanto sia proprio la follia a subentrare nella storia di ogni personaggio, di come buoni e cattivi si rapportino con essa e come la sua influenza sia fondamentale nelle decisioni che prenderanno. Ecco perché "Soul Eater" non è un semplice anime dove a manipolare l'attenzione sono le scene di combattimento o le gag, ma una storia con un tema di base molto interessante e sviluppato in modo davvero particolare. Uno stato mentale la cui influenza metterà in ginocchio parecchi personaggi, presenza a volte oscura e silenziosa, ma onnipresente e pronta a colpire anche quando meno ce lo si aspetta.
Altri pregi di questo anime sono i combattimenti, a parer mio molto dinamici, coinvolgenti con i vari stili di combattimento, in continua evoluzione e che nulla tolgono al manga, anzi!
Il character design dei personaggi è decisamente fuori dal comune e forse a molti potrà non piacere. Io lo trovo fantastico e azzeccatissimo.
Stupenda è inoltre la colonna sonora, che ci presenta una serie di opening ed ending di alto livello (tuttora presenti nel mio i-Pod).
Unico neo, purtroppo, è rappresentato dal finale. Raramente ho visto in un anime un finale così frettoloso e, onestamente, del tutto ridicolo. Tutto questo ovviamente è dovuto al fatto che al momento della fine della realizzazione dell'anime il manga originale era ben lontano dalla conclusione. Molti personaggi hanno preso nell'anime quindi strade completamente diverse e il finale è stato proprio un insulto.
Ho sperato a lungo che, al termine del manga, venisse realizzato almeno un episodio speciale in grado di rendere onore a "Soul Eater", ma purtroppo non sono ancora stata accontentata.
Invito quindi gli amanti del genere a gustarsi questo anime, apprezzandone sia i combattimenti e le scene d'azione, che le evoluzioni psicologiche dei personaggi e i vari temi affrontati... e consiglio vivamente la lettura del manga a tutti coloro che sono giunti fino all'ultimo episodio, per scoprire cosa sia successo veramente ai nostri protagonisti.