Recensione
Recensione di rum42coach
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"La malinconia di Haruhi Suzumiya" mi ha deluso nella serie principale, anzi nelle due serie principali dedicate a tale anime, tuttavia ho provato a vedere questo film, criticato positivamente dai più, che si intitola "La scomparsa di Haruhi Suzumiya", adattamento animato della quarta light novel. Le premesse per un risultato sorprendente erano in me poco profonde, optando piuttosto per una pigra visione, leggermente incuriosita dalla notevole lunghezza del film (due ore e quaranta minuti circa), nonché per valutare la storia, sperando in qualcosa di differente dal solito. Incredibile ma vero, il film oggetto di valutazione ha oltrepassato ogni mia più rosea aspettativa, aprendomi possibilità mai pensate fino ad oggi riguardo questo anime, nettamente rivalutato in meglio. Difatti lo reputo su un piano quasi opposto rispetto alle due serie, forse perché finalmente tutti i personaggi danno il meglio di sé, smettendo di incentrare tutta la storia sulla protagonista Suzumiya.
Nella fattispecie, a guadagnarne maggiormente sono Kyon e Nagato, due personaggi che sono caratterizzati a dovere qui, non semplici macchiette stereotipate come ero abituato a vederli nelle opere passate.
Il primo, pur mantenendo il consueto sarcasmo che lo contraddistingue, rivela la parte più matura del proprio io, la parte impaurita dai cambiamenti del mondo in cui vive, cambiamenti causati da una persona a lui vicina ma mai considerati tanto importanti. Riflette, probabilmente per la prima volta nella sua vita, se la vita lo soddisfa, se sì in quale misura, e specialmente sull'importanza di Haruhi sulla sua vita. Insomma, se l'impatto di quest'ultima sia negativo oppure positivo. L'introspezione che accompagna la storia è da elogiare, perché è nuova all'opera - piena di ilarità e comicità scolastica -, estranea ai ragionamenti esistenziali fino alla realizzazione della suddetta opera. Proprio Kyon ha la caratterizzazione migliore nel film: sebbene leggermente forzato in determinate decisioni, tutto sommato convince nel ruolo di protagonista effettivo - non solo narratore -, consentendo allo spettatore che visiona l'anime di affezionarsi a lui, lasciandosi conseguentemente trascinare nella trama misteriosa.
Anche Nagato Yuki esce bene dall'opera, perché verte per buona parte sul proprio personaggio, analizzandolo a fondo, cercando di aprire il guscio che ordinariamente la circonda, che la protegge dagli altri. Una Nagato più viva troviamo in questa opera, più umana e addirittura disposta, malgrado la sua timidezza, a trovare l'amore. In sostanza, la nuova faccia di Nagato è una persona capace di provare sentimenti ed emozioni concrete, non diverse da quelle che proviamo noi essere umani. Un'evoluzione coraggiosa e che appassiona durante il film.
E pensare che il film comincia normalmente, narrando delle vacanze estive secondo la brigata SOS, secondo quindi Haruhi, salvo però mutare tutto nell'arco di una notte, apparentemente come tante altre. Kyon scopre di essere l'unico a non avere ricordi alterati o a non essere scomparso nel nulla, e dovrà perciò darsi da fare allo scopo di ritrovare i suoi veri compagni di club, e soprattutto dovrà scegliere se perseguire verso la strada intrapresa o mantenere lo status quo delle cose.
La durata del film è abbastanza lunga, come accennato, ma personalmente non l'ho trovata pesante o eccessiva, poiché intrattiene dall'inizio alla fine senza allungare il brodo, non utilizzando fanservice o altri escamatoge propri di altre opere. Una delizia per il palato che non manca quindi di stupire mediante disegni e animazioni superbi, anche essi nettamente migliorati se confrontati con le due serie. Il lavoro svolto è evidente anche per ciò che concerne le ambientazioni e i disegni dei personaggi, più dettagliati qui che in passato.
Le musiche sono piacevoli, con l'opening della prima serie riutilizzata sapientemente e la ending pertinente alla storia. Le musiche di intermezzo svolgono bene il loro mestiere, avendo avuto piacere in particolar modo all'ascolto del seguente brano:"Rekishi no Tenkanten", spaventosamente bello, provocando la discesa, non frequente in verità, di lacrime dal mio volto. Emozionante.
La regia è da applausi, riuscendo a donare al film atmosfera e inquadrature uniche nel suo genere, mature e meno demenziali del solito, angoscianti e malinconiche. Segnalo ad esempio i colori scuri che circondano l'ambiente in tutta la durata del film o ancora la scena dell'arrivo in classe di Kyon, magistrale quando incontra Asakura la prima volta...
Posso promuovere pienamente il film attribuendogli un 9 più che meritato, frutto di duro lavoro e maturato grazie ai personaggi che sono liberi di mostrare i loro lati deboli, i lati reali della personalità, abbandonando per un attimo le solite beghe adolescenziali mostrate da Haruhi. Un miglioramento graduale ma sostanziale di tutti gli altri settori fa il resto. Una perla meritevole di attenzione!
Nella fattispecie, a guadagnarne maggiormente sono Kyon e Nagato, due personaggi che sono caratterizzati a dovere qui, non semplici macchiette stereotipate come ero abituato a vederli nelle opere passate.
Il primo, pur mantenendo il consueto sarcasmo che lo contraddistingue, rivela la parte più matura del proprio io, la parte impaurita dai cambiamenti del mondo in cui vive, cambiamenti causati da una persona a lui vicina ma mai considerati tanto importanti. Riflette, probabilmente per la prima volta nella sua vita, se la vita lo soddisfa, se sì in quale misura, e specialmente sull'importanza di Haruhi sulla sua vita. Insomma, se l'impatto di quest'ultima sia negativo oppure positivo. L'introspezione che accompagna la storia è da elogiare, perché è nuova all'opera - piena di ilarità e comicità scolastica -, estranea ai ragionamenti esistenziali fino alla realizzazione della suddetta opera. Proprio Kyon ha la caratterizzazione migliore nel film: sebbene leggermente forzato in determinate decisioni, tutto sommato convince nel ruolo di protagonista effettivo - non solo narratore -, consentendo allo spettatore che visiona l'anime di affezionarsi a lui, lasciandosi conseguentemente trascinare nella trama misteriosa.
Anche Nagato Yuki esce bene dall'opera, perché verte per buona parte sul proprio personaggio, analizzandolo a fondo, cercando di aprire il guscio che ordinariamente la circonda, che la protegge dagli altri. Una Nagato più viva troviamo in questa opera, più umana e addirittura disposta, malgrado la sua timidezza, a trovare l'amore. In sostanza, la nuova faccia di Nagato è una persona capace di provare sentimenti ed emozioni concrete, non diverse da quelle che proviamo noi essere umani. Un'evoluzione coraggiosa e che appassiona durante il film.
E pensare che il film comincia normalmente, narrando delle vacanze estive secondo la brigata SOS, secondo quindi Haruhi, salvo però mutare tutto nell'arco di una notte, apparentemente come tante altre. Kyon scopre di essere l'unico a non avere ricordi alterati o a non essere scomparso nel nulla, e dovrà perciò darsi da fare allo scopo di ritrovare i suoi veri compagni di club, e soprattutto dovrà scegliere se perseguire verso la strada intrapresa o mantenere lo status quo delle cose.
La durata del film è abbastanza lunga, come accennato, ma personalmente non l'ho trovata pesante o eccessiva, poiché intrattiene dall'inizio alla fine senza allungare il brodo, non utilizzando fanservice o altri escamatoge propri di altre opere. Una delizia per il palato che non manca quindi di stupire mediante disegni e animazioni superbi, anche essi nettamente migliorati se confrontati con le due serie. Il lavoro svolto è evidente anche per ciò che concerne le ambientazioni e i disegni dei personaggi, più dettagliati qui che in passato.
Le musiche sono piacevoli, con l'opening della prima serie riutilizzata sapientemente e la ending pertinente alla storia. Le musiche di intermezzo svolgono bene il loro mestiere, avendo avuto piacere in particolar modo all'ascolto del seguente brano:"Rekishi no Tenkanten", spaventosamente bello, provocando la discesa, non frequente in verità, di lacrime dal mio volto. Emozionante.
La regia è da applausi, riuscendo a donare al film atmosfera e inquadrature uniche nel suo genere, mature e meno demenziali del solito, angoscianti e malinconiche. Segnalo ad esempio i colori scuri che circondano l'ambiente in tutta la durata del film o ancora la scena dell'arrivo in classe di Kyon, magistrale quando incontra Asakura la prima volta...
Posso promuovere pienamente il film attribuendogli un 9 più che meritato, frutto di duro lavoro e maturato grazie ai personaggi che sono liberi di mostrare i loro lati deboli, i lati reali della personalità, abbandonando per un attimo le solite beghe adolescenziali mostrate da Haruhi. Un miglioramento graduale ma sostanziale di tutti gli altri settori fa il resto. Una perla meritevole di attenzione!