Recensione
Samurai Champloo
9.0/10
Che dire intanto, se non che parliamo di una serie davvero eccezionale... una visione obbligatoria se si è appassionati di animazione.
Come suggerisce praticamente il nome, la serie è ambientata nel periodo dei samurai (per la precisione nel periodo Edo), mischiando però all'interno di questo preciso momento storico tanti elementi moderni e parecchi richiami all'hip-hop. Da questa base seguiamo le avventure di tre personaggi fantastici, in situazioni che partono dalle più comiche fino ad arrivare alle più tristi e malinconiche. Un viaggio che a tratti diverte, ma che in altre occasioni è un vero e proprio percorso di crescita, per tre personaggi incatenati a un triste passato, e che han vissuto a lungo in solitudine. Davvero qualcosa di favoloso!
Altro elemento simpatico è l'inserimento di situazioni che riguardano il trio di protagonisti, e che alla fine, secondo la narrazione, andrebbero a influenzare dei veri e propri momenti di storia reale (della serie che Van Gogh avrebbe iniziato a disegnare girasoli in seguito a ciò che succede in un determinato episodio della serie!). Cose di un'inventiva assurda, ma allo stesso tempo fattibili... tanto che quasi quasi ci si potrebbe credere!
Detto questo, passiamo al lato tecnico: Watanabe si dimostra ancora una volta maestoso! La regia è davvero qualcosa di perfetto. Si adegua sempre al meglio allo stile della serie, seguendo questo suo misto tra storie di samurai ed elementi tipici dell'hip-hop, che troviamo soprattutto nelle soundtrack. Alcune di queste infatti son dei perfetti motivetti da serie "underground", per intenderci (come la opening stessa). Ma le più belle fra tutte rimangono le musiche che sentiamo nei momenti più tristi, così come anche quelle delle scene di combattimento.
La serie è ovviamente inoltre animata molto bene: disegni sempre bellissimi, giusto con qualche cambio di stile in alcuni episodi, cosa dovuta sicuramente al fatto che ci avranno lavorato diversi gruppi dello studio (cosa normale per tante serie, appunto). Dunque parliamo anche di un livello tecnico, nel complesso, molto alto, per il super studio Manglobe (che purtroppo ha chiuso i battenti di recente).
Voto serie: 9/10
Parlo velocemente anche del doppiaggio italiano: davvero fenomenale anche questo! Ho adorato in particolar modo Mugen, su cui Iansante ci sta alla perfezione! (ad ogni "Ma che cazzo dici?", tirato fuori col suo tipico tono, crepavo dalle risate!). Ma anche gli altri son doppiati alla grande, comprese anche le tante comparse che troviamo. L'unica pecca, se proprio ne devo dire una, forse sta nel fatto che sentiamo palesemente alcune voci riusate, per personaggi secondari, come ad esempio Luca Ward che ne doppia uno negli episodi 13-14 e poi ne fa un altro ancora negli episodi 16-17... ma questo è davvero l'unico caso che si nota abbastanza (d'altronde, visti i costi dei doppiaggi, resta un fatto normale, che succedeva spesso una volta, così come succede tuttora).
Voto del doppiaggio: 9,5/10 (qualcosa di davvero quasi perfetto a mio parere).
Come suggerisce praticamente il nome, la serie è ambientata nel periodo dei samurai (per la precisione nel periodo Edo), mischiando però all'interno di questo preciso momento storico tanti elementi moderni e parecchi richiami all'hip-hop. Da questa base seguiamo le avventure di tre personaggi fantastici, in situazioni che partono dalle più comiche fino ad arrivare alle più tristi e malinconiche. Un viaggio che a tratti diverte, ma che in altre occasioni è un vero e proprio percorso di crescita, per tre personaggi incatenati a un triste passato, e che han vissuto a lungo in solitudine. Davvero qualcosa di favoloso!
Altro elemento simpatico è l'inserimento di situazioni che riguardano il trio di protagonisti, e che alla fine, secondo la narrazione, andrebbero a influenzare dei veri e propri momenti di storia reale (della serie che Van Gogh avrebbe iniziato a disegnare girasoli in seguito a ciò che succede in un determinato episodio della serie!). Cose di un'inventiva assurda, ma allo stesso tempo fattibili... tanto che quasi quasi ci si potrebbe credere!
Detto questo, passiamo al lato tecnico: Watanabe si dimostra ancora una volta maestoso! La regia è davvero qualcosa di perfetto. Si adegua sempre al meglio allo stile della serie, seguendo questo suo misto tra storie di samurai ed elementi tipici dell'hip-hop, che troviamo soprattutto nelle soundtrack. Alcune di queste infatti son dei perfetti motivetti da serie "underground", per intenderci (come la opening stessa). Ma le più belle fra tutte rimangono le musiche che sentiamo nei momenti più tristi, così come anche quelle delle scene di combattimento.
La serie è ovviamente inoltre animata molto bene: disegni sempre bellissimi, giusto con qualche cambio di stile in alcuni episodi, cosa dovuta sicuramente al fatto che ci avranno lavorato diversi gruppi dello studio (cosa normale per tante serie, appunto). Dunque parliamo anche di un livello tecnico, nel complesso, molto alto, per il super studio Manglobe (che purtroppo ha chiuso i battenti di recente).
Voto serie: 9/10
Parlo velocemente anche del doppiaggio italiano: davvero fenomenale anche questo! Ho adorato in particolar modo Mugen, su cui Iansante ci sta alla perfezione! (ad ogni "Ma che cazzo dici?", tirato fuori col suo tipico tono, crepavo dalle risate!). Ma anche gli altri son doppiati alla grande, comprese anche le tante comparse che troviamo. L'unica pecca, se proprio ne devo dire una, forse sta nel fatto che sentiamo palesemente alcune voci riusate, per personaggi secondari, come ad esempio Luca Ward che ne doppia uno negli episodi 13-14 e poi ne fa un altro ancora negli episodi 16-17... ma questo è davvero l'unico caso che si nota abbastanza (d'altronde, visti i costi dei doppiaggi, resta un fatto normale, che succedeva spesso una volta, così come succede tuttora).
Voto del doppiaggio: 9,5/10 (qualcosa di davvero quasi perfetto a mio parere).