Recensione
Psycho-Pass 2
8.0/10
A distanza di due anni torna a far parlare di sé "Psycho-Pass", una delle serie thriller/sci-fi migliori degli ultimi anni: la Production I.G riprende in mano fiduciosa il brand e a testa alta si getta a capofitto in un sequel diretto, "Psycho-Pass 2"!
Le aspettative sono alte, tutti non attendono altro che gustarsi ancora una volta i nostri ispettori ed esecutori all'opera su nuovi casi, imparare qualche altra lezione di filosofia e, chissà, magari assistere a una degna conclusione di tutta la vicenda...
A dispetto di tale foga iniziale, però, le premesse sono tutt'altro che rosee: Urobuchi non ha più un ruolo cardine alla sceneggiatura, gli episodi sono solo undici e il budget è altamente limitato. Ma si sa, mai dare nulla per scontato, quindi senza essere tanto superficiali iniziamo a tracciare un quadro generale della serie nella sua interezza.
Trama
Nel dipartimento di pubblica sicurezza, senza perdere tempo con episodi introduttivi ed esplicativi, ritroviamo la nostra Akane subito in azione insieme a una giovanissima nuova leva, e con tanti esecutori diversi, pronti a risolvere un caso che si rivelerà molto diverso dal solito. Fine.
Banale? Non proprio, la struttura dell'opera è rimasta invariata, con la differenza che il nostro modo di approcciarci ad essa sarà molto diverso dalla prima serie. Dopo essere venuti a conoscenza dei segreti del Sibyl System, di come una società apparentemente sicura e perfetta fosse in realtà una delle più grandi distopie mai create, ci ritroveremo catapultati in una serie di eventi dove sia noi che la nostra protagonista saremo sempre confusi e titubanti sul dare ragione alla "giustizia" del Sibyl o meno. Un fattore disorientante che già dai primi episodi ci farà annegare nei dubbi e nei misteri, elevando notevolmente la tensione.
Nonostante questi ottimi fattori non tutto è perfetto, la serie infatti parte davvero troppo in fretta e sottotono, gli eventi non fanno che susseguirsi e i nostri personaggi (ad eccezione della nostra protagonista) ne verranno inevitabilmente travolti, senza un attimo di sosta, risultando molte volte come semplici soldatini senza una caratterizzazione marcata, intenti a compiere azioni meccaniche e prevedibili. Per intenderci, totalmente l'opposto di un Kogami o di un Masaoka, che attraverso giochi investigativi e azioni controverse riuscivano a risaltare e sorprenderci ad ogni episodio.
Personaggi
Se nella prima serie la nostra Akane era una figura insicura, tremolante, che faceva sempre troppo affidamento sui propri senpai, ora la storia è cambiata notevolmente: la nostra protagonista infatti è matura, affidabile, sicura di sé, con una dinamicità di pensiero a 360° e, nonostante debba fare i conti più volte con sé stessa, senza mai lasciarsi sopraffare dalla rabbia o dalla paura porta avanti fedelmente la propria idea di "giustizia", il tutto con una "umanità" che mai risulterà poco credibile... insomma, diciamocelo, una donna con le p***e! Con una forza esistenziale tale da far orbitare attorno a sé tutti i restanti personaggi, che ne verranno nel bene o nel male influenzati in modo incisivo, per tutta la durata della serie. La miglior protagonista che mai possiate desiderare!
Ma, se la caratterizzazione della nostra eroina è tale da rappresentare lei stessa un personaggio perfetto e completo, sotto ogni aspetto, purtroppo non si può dire lo stesso per il resto del cast, dove, davvero, i problemi di caratterizzazione sono evidenti.
Ritroviamo un Ginoza esecutore che, a parte rievocare le memorie del padre con i suoi nuovi arti meccanici, fa solo presenza, senza avere mai spazio per azioni/dialoghi individuali importanti (a parte forse uno). Facciamo la conoscenza di Shimotsuki Mika, la nuova ispettrice, che, senza mezze misure, si rivelerà una papera starnazzante simpatica come una cinghiata sulla schiena. Ci viene presentato un nuovo misterioso esecutore, Tougane Sakuya, che nonostante l'affiancamento evidente alla nostra protagonista volto a sostituire la figura del nostro vecchio Kogami, non riesce per nulla nel suo intento, risultando il più delle volte molto stereotipato.
L'antagonista? I restanti personaggi? Meglio non parlarne... Insomma, la mancanza di elementi carismatici e ben caratterizzati come Masaoka, Kagari, Kogami e lo stesso Makishima si sente... e parecchio. Per non parlare del nostro caro Professor. Saiga, con il quale colgo l'occasione per collegarmi al prossimo elemento da analizzare. Ovvero...
Filosofia e critica alla società
Anche in questo capitolo la denuncia alla società è evidente! Questa volta si affronta in modo concreto il tema della ribellione e dell'anarchia da parte dei singoli individui che agiscono come "gruppi" di persone (e di pensiero), e ancora una volta si rimarca il fatto che una società completamente gestita dalle "macchine" rimane tanto imperfetta quanto gli esseri umani che le hanno create. La continua lotta a tale contraddizione da parte dei nostri protagonisti, attraverso dialoghi molto accentuati, è ancora una volta decisa ed efficace, su questo nulla da dire.
E per quanto riguarda gli spunti filosofici e le citazioni? Non c'è un titolo di episodio che non rimandi a una certa opera letteraria, e poi... basta? Purtroppo sì. Come già anticipato, il nostro professor Saiga farà forse uno dei suoi eloquenti soliloqui ad alto contenuto ermetico, ai quali eravamo abituati a cadenza di due episodi nell'opera precedente, per il resto a lui (e a tutti i restanti) verrà riempita la bocca di frasi fatte e discorsi retorici... dalle stelle alle stalle, insomma, ma d'altronde, quando si è circondati da soggetti senza un minimo di cultura, come dargli torto. Un vero peccato, dato che era a tutti gli effetti una delle peculiarità cardine dell'opera.
Sceneggiatura
La serie si prefigge un obbiettivo ben preciso, e lo raggiunge! Forse con delle forzature un po' evidenti, ma tutto torna alla perfezione! Per quanto riguarda il percorso centrale, invece, il calo qualitativo e la mancanza di idee è evidente, il ritmo è altalenante, e in più le scene di indagine vengono lasciate quasi sempre in balia del random. Tutto viene fatto sì alla "Psycho-Pass", ma senza la solita cura.
Quasi tutte le parti, ad eccezione del meraviglioso "Nessun dorma", sono di pochissimo impatto e, fidatevi, sono talmente anonime che tenderete a dimenticarle in fretta. Ma c'è da dire che in fin dei conti l'opera il suo lavoro lo fa bene! La vicenda infatti resta comunque molto stimolante, coinvolgente, e mai tenderà ad annoiare.
Apparato tecnico
Poco da dire, si è fatto quel che si è potuto, la qualità delle animazioni è sì di gran lunga inferiore al primo capitolo, ma resta comunque discreta e godibile (a parte la CGI, che è il solito pugno in un occhio).
Il comparto sonoro e i fondali invece riescono come sempre a stupire magistralmente e creare la giusta atmosfera in modo impeccabile.
In conclusione
Riesce questo sequel ad essere un degno successore dell'opera madre? Diciamo di sì, ma non riesce, in nessun modo, ad esserne di pari livello.
La mancanza di personaggi intriganti, la sceneggiatura a volte insipida e un repertorio di erudizione abbastanza piatto ne sono le cause principali. Resta in ogni caso una serie originale, gradevole e davvero interessante che, malgrado qualche acciacco, riuscirà a intrattenervi appieno e non vi farà abbandonare la poltrona (e il brand).
Nonostante il tentativo, raggiungere il livello della prima stagione (venuta davvero esageratamente bene, sotto ogni aspetto) era davvero troppo arduo.
Forse anche noi, troppo impegnati a fare paragoni, siamo stati altrettanto approssimativi a giudicare troppo severamente una serie che nonostante tutto, nel panorama dell'animazione odierno, resta in ogni caso una perla da ammirare e godere in tutto il suo splendore!
Le aspettative sono alte, tutti non attendono altro che gustarsi ancora una volta i nostri ispettori ed esecutori all'opera su nuovi casi, imparare qualche altra lezione di filosofia e, chissà, magari assistere a una degna conclusione di tutta la vicenda...
A dispetto di tale foga iniziale, però, le premesse sono tutt'altro che rosee: Urobuchi non ha più un ruolo cardine alla sceneggiatura, gli episodi sono solo undici e il budget è altamente limitato. Ma si sa, mai dare nulla per scontato, quindi senza essere tanto superficiali iniziamo a tracciare un quadro generale della serie nella sua interezza.
Trama
Nel dipartimento di pubblica sicurezza, senza perdere tempo con episodi introduttivi ed esplicativi, ritroviamo la nostra Akane subito in azione insieme a una giovanissima nuova leva, e con tanti esecutori diversi, pronti a risolvere un caso che si rivelerà molto diverso dal solito. Fine.
Banale? Non proprio, la struttura dell'opera è rimasta invariata, con la differenza che il nostro modo di approcciarci ad essa sarà molto diverso dalla prima serie. Dopo essere venuti a conoscenza dei segreti del Sibyl System, di come una società apparentemente sicura e perfetta fosse in realtà una delle più grandi distopie mai create, ci ritroveremo catapultati in una serie di eventi dove sia noi che la nostra protagonista saremo sempre confusi e titubanti sul dare ragione alla "giustizia" del Sibyl o meno. Un fattore disorientante che già dai primi episodi ci farà annegare nei dubbi e nei misteri, elevando notevolmente la tensione.
Nonostante questi ottimi fattori non tutto è perfetto, la serie infatti parte davvero troppo in fretta e sottotono, gli eventi non fanno che susseguirsi e i nostri personaggi (ad eccezione della nostra protagonista) ne verranno inevitabilmente travolti, senza un attimo di sosta, risultando molte volte come semplici soldatini senza una caratterizzazione marcata, intenti a compiere azioni meccaniche e prevedibili. Per intenderci, totalmente l'opposto di un Kogami o di un Masaoka, che attraverso giochi investigativi e azioni controverse riuscivano a risaltare e sorprenderci ad ogni episodio.
Personaggi
Se nella prima serie la nostra Akane era una figura insicura, tremolante, che faceva sempre troppo affidamento sui propri senpai, ora la storia è cambiata notevolmente: la nostra protagonista infatti è matura, affidabile, sicura di sé, con una dinamicità di pensiero a 360° e, nonostante debba fare i conti più volte con sé stessa, senza mai lasciarsi sopraffare dalla rabbia o dalla paura porta avanti fedelmente la propria idea di "giustizia", il tutto con una "umanità" che mai risulterà poco credibile... insomma, diciamocelo, una donna con le p***e! Con una forza esistenziale tale da far orbitare attorno a sé tutti i restanti personaggi, che ne verranno nel bene o nel male influenzati in modo incisivo, per tutta la durata della serie. La miglior protagonista che mai possiate desiderare!
Ma, se la caratterizzazione della nostra eroina è tale da rappresentare lei stessa un personaggio perfetto e completo, sotto ogni aspetto, purtroppo non si può dire lo stesso per il resto del cast, dove, davvero, i problemi di caratterizzazione sono evidenti.
Ritroviamo un Ginoza esecutore che, a parte rievocare le memorie del padre con i suoi nuovi arti meccanici, fa solo presenza, senza avere mai spazio per azioni/dialoghi individuali importanti (a parte forse uno). Facciamo la conoscenza di Shimotsuki Mika, la nuova ispettrice, che, senza mezze misure, si rivelerà una papera starnazzante simpatica come una cinghiata sulla schiena. Ci viene presentato un nuovo misterioso esecutore, Tougane Sakuya, che nonostante l'affiancamento evidente alla nostra protagonista volto a sostituire la figura del nostro vecchio Kogami, non riesce per nulla nel suo intento, risultando il più delle volte molto stereotipato.
L'antagonista? I restanti personaggi? Meglio non parlarne... Insomma, la mancanza di elementi carismatici e ben caratterizzati come Masaoka, Kagari, Kogami e lo stesso Makishima si sente... e parecchio. Per non parlare del nostro caro Professor. Saiga, con il quale colgo l'occasione per collegarmi al prossimo elemento da analizzare. Ovvero...
Filosofia e critica alla società
Anche in questo capitolo la denuncia alla società è evidente! Questa volta si affronta in modo concreto il tema della ribellione e dell'anarchia da parte dei singoli individui che agiscono come "gruppi" di persone (e di pensiero), e ancora una volta si rimarca il fatto che una società completamente gestita dalle "macchine" rimane tanto imperfetta quanto gli esseri umani che le hanno create. La continua lotta a tale contraddizione da parte dei nostri protagonisti, attraverso dialoghi molto accentuati, è ancora una volta decisa ed efficace, su questo nulla da dire.
E per quanto riguarda gli spunti filosofici e le citazioni? Non c'è un titolo di episodio che non rimandi a una certa opera letteraria, e poi... basta? Purtroppo sì. Come già anticipato, il nostro professor Saiga farà forse uno dei suoi eloquenti soliloqui ad alto contenuto ermetico, ai quali eravamo abituati a cadenza di due episodi nell'opera precedente, per il resto a lui (e a tutti i restanti) verrà riempita la bocca di frasi fatte e discorsi retorici... dalle stelle alle stalle, insomma, ma d'altronde, quando si è circondati da soggetti senza un minimo di cultura, come dargli torto. Un vero peccato, dato che era a tutti gli effetti una delle peculiarità cardine dell'opera.
Sceneggiatura
La serie si prefigge un obbiettivo ben preciso, e lo raggiunge! Forse con delle forzature un po' evidenti, ma tutto torna alla perfezione! Per quanto riguarda il percorso centrale, invece, il calo qualitativo e la mancanza di idee è evidente, il ritmo è altalenante, e in più le scene di indagine vengono lasciate quasi sempre in balia del random. Tutto viene fatto sì alla "Psycho-Pass", ma senza la solita cura.
Quasi tutte le parti, ad eccezione del meraviglioso "Nessun dorma", sono di pochissimo impatto e, fidatevi, sono talmente anonime che tenderete a dimenticarle in fretta. Ma c'è da dire che in fin dei conti l'opera il suo lavoro lo fa bene! La vicenda infatti resta comunque molto stimolante, coinvolgente, e mai tenderà ad annoiare.
Apparato tecnico
Poco da dire, si è fatto quel che si è potuto, la qualità delle animazioni è sì di gran lunga inferiore al primo capitolo, ma resta comunque discreta e godibile (a parte la CGI, che è il solito pugno in un occhio).
Il comparto sonoro e i fondali invece riescono come sempre a stupire magistralmente e creare la giusta atmosfera in modo impeccabile.
In conclusione
Riesce questo sequel ad essere un degno successore dell'opera madre? Diciamo di sì, ma non riesce, in nessun modo, ad esserne di pari livello.
La mancanza di personaggi intriganti, la sceneggiatura a volte insipida e un repertorio di erudizione abbastanza piatto ne sono le cause principali. Resta in ogni caso una serie originale, gradevole e davvero interessante che, malgrado qualche acciacco, riuscirà a intrattenervi appieno e non vi farà abbandonare la poltrona (e il brand).
Nonostante il tentativo, raggiungere il livello della prima stagione (venuta davvero esageratamente bene, sotto ogni aspetto) era davvero troppo arduo.
Forse anche noi, troppo impegnati a fare paragoni, siamo stati altrettanto approssimativi a giudicare troppo severamente una serie che nonostante tutto, nel panorama dell'animazione odierno, resta in ogni caso una perla da ammirare e godere in tutto il suo splendore!