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Nato nell'ormai lontano 1986 dalla matita di Masami Kurumada, Saint Seiya ebbe un immediato successo,venendo trasposto quasi in contemporanea alla pubblicazione del manga in anime, ed ispirando più di recente, una serie di spin-off, o presunti tali(vedi canvas), per non parlare dei gadget e delle serie che ad esso si rifanno(i 5 Samurai, Sailor Moon, Bleach ecc). L'incredibile fama che l'opera regalerà al suo autore è dovuta principalmente alle sue incredibili doti di soggettista. Riuscendo abilmente a mescolare, letteratura, mito, astrologia e buddismo il maestro riuscirà creare un amalgama estremamente suggestiva che lui stesso definirà "Ipermito".
In nome della sua abilità, nel raccontare in modo intenso e appassionante una storia, nella quale i sentimenti e le virtù vengono magnificati ed espressi all'ennesima potenza, verrà coniato il termine "Kurumadismo"(Ep.G docet).
La creatura del Maestro si ammanta di sfumature grigie. Il concetto stesso di bellezza, applicato nel manga, rivoluziona totalmente la tradizione manga precedente, dove il bene ed il male palesemente riconoscibili, si incarnavano nel bello e nel brutto. Nell'universo Kurumadiano non esistono cattivi assoluti(salvo rari casi). Talvolta si combatte per un ideale non condiviso, per un inganno, perché costretti dalle circostanze, talaltra, avversari che, sebbene malvagi, vantano una estetica diabolicamente affascinante, che vela la mostruosità della loro indole, rendendoli estremamente carismatici e in taluni casi più amati dei protagonisti stessi.
Passando al Kurumada sceneggiatore iniziano le note dolenti. Sicuramente meritevole di lodi per quanto concerne ritmo della narrazione e colpi di scena (degni di una soap-opera) ma indubbiamente carente per quanto riguarda la congruenza interna della trama e la descrizione di alcuni passaggi della storia, decisamente approssimativi (e in generale meglio sviluppati nell'anime).
Il disegno è indubbiamente modesto. I personaggi sono tozzi e scarni di dettagli (salvo quanto sto per dire). Il colpo di genio Kurumada lo trova nel design delle armature, che si smontano dal totem di partenza, raffigurante la costellazione di appartenenza, per attagliarsi sul corpo del cavaliere di turno (alcune armature sono davvero meravigliose).
Concludendo,credo che Saint Seiya si possa considerare un diamante grezzo, che troverà il suo stato definitivo nell'anime derivato. Confesso che se non ci fosse stato il cartone animato, difficilmente mi sarei avvicinato alla sua controparte cartacea.
Ciononostante rimane un classico dei manga giapponesi che ha il merito di aver tracciato il sentiero ad un anime entrato nel cuore di tantissimi.