Recensione
Karakuri Circus
8.0/10
<b>Karakuri Circus</b> è la più recente serie lunga di <i>Kazuhiro Fujita</i>, già noto in Italia per <i>Ushio e Tora</i>, la sua opera precedente.
Masaru Saiga è un bambino delle elementari, un figlio illegittimo, ma, nonostante il suo status, si ritrova inaspettatamente erede universale di tutta la fortuna economica della famiglia paterna, che fino ad allora l’aveva ignorato. Ovviamente i suoi parenti non sono per nulla disposti a cedergli le proprie ricchezze. I fratellastri, e in particolare lo zio, non si fanno scrupoli ad assoldare dei killer per farlo fuori utilizzando delle gigantesche bambole meccaniche derivate dall'antica tradizione artigiana giapponese dei <i>karakuri ningyo</i>, bambole dall’aspetto mostruoso e inquietante manovrate per mezzo di speciali guanti. Ma perché usare mezzi così distruttivi per eliminare un bambino inoffensivo?
Intanto, perché non è così semplice: Masaru è protetto dalla bella Shirogane, una ragazza francese addestrata fin dalla nascita a padroneggiare Harlequin, una tra le marionette da combattimento più potenti! Inoltre, Masaru ha dalla sua parte il <i>fratellone</i> Narumi, un energumeno campione di arti marziali che l'ha salvato dai primi sicari e al quale si è molto affezionato. Narumi soffre di una strana malattia che lo costringe a far ridere il suo prossimo, pena un attacco che lo condurrebbe alla morte. Poiché Masaru ha sempre un gran sorriso stampato in faccia, nonostante le sue disavventure, tra i due si crea una sorta di rapporto simbiotico: Narumi lo difende e Masaru, ridendo, gli evita la morte. Il bambino è un personaggio molto solare e spesso è la fonte del coraggio e della forza di chi gli sta attorno. In questo senso interpreta un ruolo molto simile a quello di Ushio, l’eroe della precedente opera di <i>Fujita</i>.
Il collegamento col circo risulta, negli unici dodici numeri pubblicati da <b>Play Press</b>, corrispondenti ai primi sei volumi originali, come binario principale. Shirogane è un ex-circense, il nonno di Narumi era un pagliaccio ed egli stesso fa il saltimbanco in strada per sopravvivere. Altri comprimari, che arriveranno in seguito al primo ciclo di storie, fanno o hanno fatto parte del circo. Una componente importante del manga è l'aura di mistero che circonda le bambole meccaniche e le origini stesse della famiglia Saiga. Come in <i>Ushio e Tora</i>, la madre del protagonista sembra avere un ruolo importante ai fini della storia e, se <i>Fujita</i> non si smentisce, le tetre e angoscianti atmosfere che si sono viste nei primi capitoli della storia, rese alla perfezione grazie al suo tratto sporco, non sono che un assaggio.
In patria il manga, iniziato nel 1997, si è concluso nel 2006 a 43 volumi dopo aver ottenuto un grande seguito, che ha permesso all’autore di andare avanti con la storia per quasi dieci anni. Ma è chiaro che non tutto quello che vende in Giappone vende anche in Italia: stranamente, qui da noi i manga di <i>Fujita</i> non hanno mai ottenuto grande successo, e pertanto la loro pubblicazione procede sempre in maniera piuttosto travagliata, come già avvenuto per <i>Ushio e Tora</i>.
Personalmente credo che le colpe di questo insuccesso siano imputabili essenzialmente agli stessi editori italiani, i primi a non credere a fondo nelle potenzialità delle opere di questo eccellente autore. Non si spiega altrimenti. I manga di <i>Fujita</i> contengono tutti gli elementi che hanno reso dei bestseller opere ben più famose. Forse per via di uno stile di disegno poco convenzionale, poco commerciale, vengono sottovalutati o snobbati dal pubblico italiano, che poi va ad acquistare prodotti veramente mediocri, ma più alla moda. Al di là dello stile e dei disegni, che possono piacere o non piacere, non si può non riconoscere a <i>Kazuhiro Fujita</i> la capacità di abilissimo narratore, mai banale, un vero autore di storie di sentimenti. Alla fine, infatti, tolti tutti gli elementi pirotecnici e le scene d'azione che servono per attirare l'attenzione del lettore, le sue rimangono solo storie di sentimenti, raccontate come pochi altri mangaka sanno fare, provocando nel lettore emozioni che spaziano dalla commozione all’allegria con infinita immediatezza. <i>Fujita</i> è davvero un maestro!
Ma peccato, perché <b>Karakuri Circus</b> era uno dei pochi manga validi rimasti da comprare.
Masaru Saiga è un bambino delle elementari, un figlio illegittimo, ma, nonostante il suo status, si ritrova inaspettatamente erede universale di tutta la fortuna economica della famiglia paterna, che fino ad allora l’aveva ignorato. Ovviamente i suoi parenti non sono per nulla disposti a cedergli le proprie ricchezze. I fratellastri, e in particolare lo zio, non si fanno scrupoli ad assoldare dei killer per farlo fuori utilizzando delle gigantesche bambole meccaniche derivate dall'antica tradizione artigiana giapponese dei <i>karakuri ningyo</i>, bambole dall’aspetto mostruoso e inquietante manovrate per mezzo di speciali guanti. Ma perché usare mezzi così distruttivi per eliminare un bambino inoffensivo?
Intanto, perché non è così semplice: Masaru è protetto dalla bella Shirogane, una ragazza francese addestrata fin dalla nascita a padroneggiare Harlequin, una tra le marionette da combattimento più potenti! Inoltre, Masaru ha dalla sua parte il <i>fratellone</i> Narumi, un energumeno campione di arti marziali che l'ha salvato dai primi sicari e al quale si è molto affezionato. Narumi soffre di una strana malattia che lo costringe a far ridere il suo prossimo, pena un attacco che lo condurrebbe alla morte. Poiché Masaru ha sempre un gran sorriso stampato in faccia, nonostante le sue disavventure, tra i due si crea una sorta di rapporto simbiotico: Narumi lo difende e Masaru, ridendo, gli evita la morte. Il bambino è un personaggio molto solare e spesso è la fonte del coraggio e della forza di chi gli sta attorno. In questo senso interpreta un ruolo molto simile a quello di Ushio, l’eroe della precedente opera di <i>Fujita</i>.
Il collegamento col circo risulta, negli unici dodici numeri pubblicati da <b>Play Press</b>, corrispondenti ai primi sei volumi originali, come binario principale. Shirogane è un ex-circense, il nonno di Narumi era un pagliaccio ed egli stesso fa il saltimbanco in strada per sopravvivere. Altri comprimari, che arriveranno in seguito al primo ciclo di storie, fanno o hanno fatto parte del circo. Una componente importante del manga è l'aura di mistero che circonda le bambole meccaniche e le origini stesse della famiglia Saiga. Come in <i>Ushio e Tora</i>, la madre del protagonista sembra avere un ruolo importante ai fini della storia e, se <i>Fujita</i> non si smentisce, le tetre e angoscianti atmosfere che si sono viste nei primi capitoli della storia, rese alla perfezione grazie al suo tratto sporco, non sono che un assaggio.
In patria il manga, iniziato nel 1997, si è concluso nel 2006 a 43 volumi dopo aver ottenuto un grande seguito, che ha permesso all’autore di andare avanti con la storia per quasi dieci anni. Ma è chiaro che non tutto quello che vende in Giappone vende anche in Italia: stranamente, qui da noi i manga di <i>Fujita</i> non hanno mai ottenuto grande successo, e pertanto la loro pubblicazione procede sempre in maniera piuttosto travagliata, come già avvenuto per <i>Ushio e Tora</i>.
Personalmente credo che le colpe di questo insuccesso siano imputabili essenzialmente agli stessi editori italiani, i primi a non credere a fondo nelle potenzialità delle opere di questo eccellente autore. Non si spiega altrimenti. I manga di <i>Fujita</i> contengono tutti gli elementi che hanno reso dei bestseller opere ben più famose. Forse per via di uno stile di disegno poco convenzionale, poco commerciale, vengono sottovalutati o snobbati dal pubblico italiano, che poi va ad acquistare prodotti veramente mediocri, ma più alla moda. Al di là dello stile e dei disegni, che possono piacere o non piacere, non si può non riconoscere a <i>Kazuhiro Fujita</i> la capacità di abilissimo narratore, mai banale, un vero autore di storie di sentimenti. Alla fine, infatti, tolti tutti gli elementi pirotecnici e le scene d'azione che servono per attirare l'attenzione del lettore, le sue rimangono solo storie di sentimenti, raccontate come pochi altri mangaka sanno fare, provocando nel lettore emozioni che spaziano dalla commozione all’allegria con infinita immediatezza. <i>Fujita</i> è davvero un maestro!
Ma peccato, perché <b>Karakuri Circus</b> era uno dei pochi manga validi rimasti da comprare.