Recensione
Genshiken - Otaku club
9.0/10
Decisamente un manga fuori dal comune, con tematiche totalmente diverse da qualsiasi altro manga, tanto da sembrare una sorta di opera autoironica sul mondo degli otaku, appassionati (estremi) di manga, anime e del mondo che li circonda.
Si sa, in giappone gli otaku sono ormai un fenomeno conosciuto da tutti, e col passare del tempo questo termine è entrato nella dialettica per lo più giovanile di tanti altri paesi. Otaku club parla proprio di un gruppo di ragazzi giapponesi, che fra mille vicissitudini davvero esilaranti riescono a fondare a scuola un club che porti avanti iniziative, temi e attività inerenti al mondo otaku. Per essere chiari, tutto il manga segue un filo platealmente comico, pieno di battute esplicite e autorionia sul mondo dei fan di anime e manga, action figures e quant'altro. Nonostante questo, riesce anche a ritagliare momenti molto seri e introspettivi nei personaggi protagonisti, mettendo a confronto due diversi mondi, così vicini eppur così lontani: uno dei frequentatori del club è un ragazzo bello e con un'aria che mia si direbbe interessata ai manga, a videogiochi o simili, e ha una fidanzata che odia espressamente gli otaku, definendoli come molti altri, purtroppo, "sfigati, senza futuro e malati di mente". La ragazza però sarà costretta per amore a seguire il suo amato all'interno dell'associazione, pur di poterlo frequentare, e qui si accorgerà di come questi "sfigati" sono molto più normali di quanto sembri, con sentimenti indentici ai suoi, capaci di piangere, sorridere, farla divertire e preoccupare, fino a tal punto che senza accorgersene, ella stessa si troverà a far parte di questo mondo che un tempo rinnegava.
Durante la storia vengono introdotti diversi personaggi curiosi e spassosi, alcuni davvero ridicoli e talvolta strani e incomprensibili, oppure che ancora non hanno trovato il modo di esprimere al meglio il loro essere otaku, e quindi navigano fra l'indifferenza e l'imbarazzo, indecisi se unirsi o no al club.
Otaku club va letto oltre che per i disegni veramente belli e un'impostazione dinamica e un tratto meraviglioso, per la profondità introspettiva che la vicenda offre, nonostante sembri solamente un manga umoristico. Riesce a trattare il tema del razzismo e dei diversi modi di pensare da un punto di vista più che originale, ricordando a tutti quanti, che nonostante le nostre idee siano diverse e per quanto il nostro modo di pensare e vedere le cose possa essere lontano, abbiamo tutti un cuore e un gran desiderio di condividere ciò che sentiamo con chi ci è più vicino, oltre che il diritto di mostrare ciò che siamo veramente senza la paura di esser discriminati. Paura, o vergona, che probabilmente, è generata dall'intolleranza di chi pensa diversamente, per quanto discutibili siano le passioni di ognuno di noi.
Da non perdere.
Si sa, in giappone gli otaku sono ormai un fenomeno conosciuto da tutti, e col passare del tempo questo termine è entrato nella dialettica per lo più giovanile di tanti altri paesi. Otaku club parla proprio di un gruppo di ragazzi giapponesi, che fra mille vicissitudini davvero esilaranti riescono a fondare a scuola un club che porti avanti iniziative, temi e attività inerenti al mondo otaku. Per essere chiari, tutto il manga segue un filo platealmente comico, pieno di battute esplicite e autorionia sul mondo dei fan di anime e manga, action figures e quant'altro. Nonostante questo, riesce anche a ritagliare momenti molto seri e introspettivi nei personaggi protagonisti, mettendo a confronto due diversi mondi, così vicini eppur così lontani: uno dei frequentatori del club è un ragazzo bello e con un'aria che mia si direbbe interessata ai manga, a videogiochi o simili, e ha una fidanzata che odia espressamente gli otaku, definendoli come molti altri, purtroppo, "sfigati, senza futuro e malati di mente". La ragazza però sarà costretta per amore a seguire il suo amato all'interno dell'associazione, pur di poterlo frequentare, e qui si accorgerà di come questi "sfigati" sono molto più normali di quanto sembri, con sentimenti indentici ai suoi, capaci di piangere, sorridere, farla divertire e preoccupare, fino a tal punto che senza accorgersene, ella stessa si troverà a far parte di questo mondo che un tempo rinnegava.
Durante la storia vengono introdotti diversi personaggi curiosi e spassosi, alcuni davvero ridicoli e talvolta strani e incomprensibili, oppure che ancora non hanno trovato il modo di esprimere al meglio il loro essere otaku, e quindi navigano fra l'indifferenza e l'imbarazzo, indecisi se unirsi o no al club.
Otaku club va letto oltre che per i disegni veramente belli e un'impostazione dinamica e un tratto meraviglioso, per la profondità introspettiva che la vicenda offre, nonostante sembri solamente un manga umoristico. Riesce a trattare il tema del razzismo e dei diversi modi di pensare da un punto di vista più che originale, ricordando a tutti quanti, che nonostante le nostre idee siano diverse e per quanto il nostro modo di pensare e vedere le cose possa essere lontano, abbiamo tutti un cuore e un gran desiderio di condividere ciò che sentiamo con chi ci è più vicino, oltre che il diritto di mostrare ciò che siamo veramente senza la paura di esser discriminati. Paura, o vergona, che probabilmente, è generata dall'intolleranza di chi pensa diversamente, per quanto discutibili siano le passioni di ognuno di noi.
Da non perdere.