Recensione
Questo titolo rientra perfettamente nei canoni tipici dei manga creati dalla matita di Kaori Yuki: una storia che vede protagonista una ragazza simpatica, energica, ma combina guai che, per salvare la vita di un'amica, non esita ad entrare in un Host Club in cui crede ci siano dei vampiri. Alla commedia esilarante, dovuta sia ai guai che combina la protagonista, sia ai vari host che lavorano nel club, si aggiunge quella nota di mistero e suspence tanto cara all'autrice. Davvero è stato un vampiro a rapire la sua amica? Ed è davvero Suon il colpevole?
Anche il tratto della Yuki si riconosce al primo sguardo: il disegno è particolareggiato, con un notevole apprezzamento per gli elementi macabri, senza disdegnare gli occhioni tipici degli shoujo classici.
Anche i protagonisti meritano: lei è la classica ragazzina che, pur essendo imbranata, ha un cuore d'oro e finisce per risultare simpatica a tutti; lui è un host simpatico, galante, che però ogni tanto "mostra" di avere qualcosa di diverso facendoci comprendere che Rion ha visto giusto. Persino gli altri personaggi risultano simpatici e godibili, nonostante non abbiano fatto chissà quali grandi comparse.
I problemi di questo titolo (che mi portano a non dargli non più di 7) sono di varia natura, non sempre dipendenti dall'autrice. Tanto per cominciare l'edizione italiana risulta semplicemente indecente: 5.50 € per una semi-sottiletta, che scricchiola appena la si apre, con costina rovinata e copertina fatta male, storta, in molte copie; per non parlare poi dell'aspetto seriale: rispetto alle altre opere della serie "Kaori Yuki presenta", questa manca del numero progressivo (nonostante, sì, ne faccia proprio parte!), il font usato sul dorso è diverso da quello che troviamo nelle altre opere, e la striscia superiore risulta bianca, invece che nera, come le precedenti.
Ma non è soltanto questo.
La Yuki ha una brutta abitudine, a mio parere, ossia quella di creare opere brevi, di un solo volume, dove inizia a tratteggiare personaggi con un grande potenziale, ma che esauriscono la loro funzione in quei capitoletti che compongono il volume. In questo manga, poi, troviamo anche elementi di una storia molto più ampia e che fanno presagire un seguito che, a quanto ne so, non esiste neanche in Giappone, e che vedrebbe Rion come la reincarnazione di una vergine che i vampiri cercano da tempo. E questo fa quasi pensare che l'autrice, quando crea una storia, sia condizionata da un certo "capriccio creativo", che la porta a creare storie che la stancano e che quindi abbandona senza tanti problemi (al di là di quanto possa risultare gradita al pubblico la sua opera).
E questo, secondo me, è una grande pecca, e non solo di questo titolo.
Anche il tratto della Yuki si riconosce al primo sguardo: il disegno è particolareggiato, con un notevole apprezzamento per gli elementi macabri, senza disdegnare gli occhioni tipici degli shoujo classici.
Anche i protagonisti meritano: lei è la classica ragazzina che, pur essendo imbranata, ha un cuore d'oro e finisce per risultare simpatica a tutti; lui è un host simpatico, galante, che però ogni tanto "mostra" di avere qualcosa di diverso facendoci comprendere che Rion ha visto giusto. Persino gli altri personaggi risultano simpatici e godibili, nonostante non abbiano fatto chissà quali grandi comparse.
I problemi di questo titolo (che mi portano a non dargli non più di 7) sono di varia natura, non sempre dipendenti dall'autrice. Tanto per cominciare l'edizione italiana risulta semplicemente indecente: 5.50 € per una semi-sottiletta, che scricchiola appena la si apre, con costina rovinata e copertina fatta male, storta, in molte copie; per non parlare poi dell'aspetto seriale: rispetto alle altre opere della serie "Kaori Yuki presenta", questa manca del numero progressivo (nonostante, sì, ne faccia proprio parte!), il font usato sul dorso è diverso da quello che troviamo nelle altre opere, e la striscia superiore risulta bianca, invece che nera, come le precedenti.
Ma non è soltanto questo.
La Yuki ha una brutta abitudine, a mio parere, ossia quella di creare opere brevi, di un solo volume, dove inizia a tratteggiare personaggi con un grande potenziale, ma che esauriscono la loro funzione in quei capitoletti che compongono il volume. In questo manga, poi, troviamo anche elementi di una storia molto più ampia e che fanno presagire un seguito che, a quanto ne so, non esiste neanche in Giappone, e che vedrebbe Rion come la reincarnazione di una vergine che i vampiri cercano da tempo. E questo fa quasi pensare che l'autrice, quando crea una storia, sia condizionata da un certo "capriccio creativo", che la porta a creare storie che la stancano e che quindi abbandona senza tanti problemi (al di là di quanto possa risultare gradita al pubblico la sua opera).
E questo, secondo me, è una grande pecca, e non solo di questo titolo.