Recensione
Manhole
8.0/10
Manhole sa di metallo. Ha lo stesso rumore dei grossi tombini che si richiudono in modo pesante. Ha il sapore delle fogne e la paura di sapere cosa vi sia in quel mondo sotterraneo: dagli abissi, sotto le strade, si ha sempre il celato timore che possano uscire dal grembo del buio creature viscide, orrori che dimorano nella psiche umana più profonda.
In questo caso da un tombino esce fuori un uomo nudo e grondante sangue, proprio nel bel mezzo di una strada commerciale giapponese. Evidentemente ha perso la ragione, se mai l'avesse avuta. Pelato, quasi non umano nei movimenti, proprio come uno zombie, si aggrappa a un passante e gli vomita addosso sangue, prima di cadere a terra e di morire. Questo è l'inizio di Manhole, manga in tre volumi firmati da Tetsuya Tsutsui.
Sul posto intervengono i protagonisti principali della storia: Mizoguchi Ken, un detective e Inoue Nao, la sua collaboratrice.
La storia si dipana fino ad assumere i contorni sfumati tra thriller e horror, portando ben presto in scena la minaccia batteriologica su larga scala.
Manhole è una serie breve che sa a tratti di già visto: il nemico batteriologico non è certamente una componente nuova nei media narrativi moderni, tra film, fumetti e libri. Tuttavia la vera forza di Tsutsui è una presentazione graduale che incuriosisce il lettore, volta per volta.
Il tutto è dipanato ottimamente in soli tre volumi, anche se, ad onor del vero, c'è da segnalare un calo di coinvolgimento verso la conclusione della storia.
Altra componente ben realizzata sono i personaggi principali, tra cui spicca il detective Mizoguchi Ken: testardo, pieno di manie e nervosismo. Il rapporto con la collega poi è reso decisamente bene, una relazione a metà tra un rapporto lavorativo e familiare, che sfocia con l'interazione tra una improbabile coppia di colleghi.
Il tratto dell'autore è buono, limpido e pulito, pieno di dettagli. Sul comparto grafico non c'è nulla da dire, è un buon esempio di disegno, uno stile moderno ed essenziale, con una discreta gestione delle ombre e del chiaroscuro. Di rado l'autore usa retini complessi e mai ne fa un uso frequente, evitando così di appesantire le tavole con superflui e inutili virtuosismi.
Il problema principale dell'opera si nota dalla seconda parte della serie. Se la costruzione della storia gradualmente prende il lettore, ad un certo punto in poi alcuni risvolti e spiegazioni lasciano un po' a desiderare. Si ha l'impressione di una gestione in parte fallita su alcune tematiche della storia, come la gestione del motivo per cui "l'antagonista" ha fatto quello che ha fatto; inoltre Manhole è un manga molto crudo e difficile da leggere per alcune scene esplicite e in parte anche abbastanza disgustose a livello psicologico.
Di sicuro Manhole non è un manga per amanti degli shonen, degli shoujo o per deboli di stomaco. E' un Seinen maturo, discreto e disegnato molto bene da un autore che potrebbe dare ancora di più su altre opere future, fermo restando che già questo titolo è ottimamente realizzato, con i limiti che una serie breve può offrire. Per questo attendo e spero nella realizzazione di una nuova serie da parte di Tsutsui, magari più lunga, in quanto potrebbe essere curioso vederlo nuovamente al lavoro con più spazio a disposizione.
Una nota per l'edizione italiana: decisamente affascinante, una delle edizioni migliori che mi siano passate in mano. La carta è di livello ottimo, leggermente patinata, la stampa e' impressa in modo pulito, chiaro e potente. La copertina oltre ad essere stampata su sovracopertina di ottima qualità, ha un rilievo argentato bello da vedere e da toccare.
Manhole è una bella serie breve di soli 3 tankobon, confezionata su misura per chi vuole ricercare un Seinen la cui lettura fila liscia, per chi non rimane particolarmente impressionato di fronte a certe tematiche psicologiche e visive e... per chi ama le zanzare, se mai esistesse. Una più che discreta prova dell'autore che evidentemente ha messo molto impegno nella realizzazione di questa bella opera.
- Nota: nella serie e' presente, come fugace cameo, un personaggio proveniente da un altro lavoro breve di Tetsuya Tsutsui ("Reset", edito in Italia sempre dalla JPOP). I due lavori dell'autore oltre a questo non sono correlati in termini di storyline.
In questo caso da un tombino esce fuori un uomo nudo e grondante sangue, proprio nel bel mezzo di una strada commerciale giapponese. Evidentemente ha perso la ragione, se mai l'avesse avuta. Pelato, quasi non umano nei movimenti, proprio come uno zombie, si aggrappa a un passante e gli vomita addosso sangue, prima di cadere a terra e di morire. Questo è l'inizio di Manhole, manga in tre volumi firmati da Tetsuya Tsutsui.
Sul posto intervengono i protagonisti principali della storia: Mizoguchi Ken, un detective e Inoue Nao, la sua collaboratrice.
La storia si dipana fino ad assumere i contorni sfumati tra thriller e horror, portando ben presto in scena la minaccia batteriologica su larga scala.
Manhole è una serie breve che sa a tratti di già visto: il nemico batteriologico non è certamente una componente nuova nei media narrativi moderni, tra film, fumetti e libri. Tuttavia la vera forza di Tsutsui è una presentazione graduale che incuriosisce il lettore, volta per volta.
Il tutto è dipanato ottimamente in soli tre volumi, anche se, ad onor del vero, c'è da segnalare un calo di coinvolgimento verso la conclusione della storia.
Altra componente ben realizzata sono i personaggi principali, tra cui spicca il detective Mizoguchi Ken: testardo, pieno di manie e nervosismo. Il rapporto con la collega poi è reso decisamente bene, una relazione a metà tra un rapporto lavorativo e familiare, che sfocia con l'interazione tra una improbabile coppia di colleghi.
Il tratto dell'autore è buono, limpido e pulito, pieno di dettagli. Sul comparto grafico non c'è nulla da dire, è un buon esempio di disegno, uno stile moderno ed essenziale, con una discreta gestione delle ombre e del chiaroscuro. Di rado l'autore usa retini complessi e mai ne fa un uso frequente, evitando così di appesantire le tavole con superflui e inutili virtuosismi.
Il problema principale dell'opera si nota dalla seconda parte della serie. Se la costruzione della storia gradualmente prende il lettore, ad un certo punto in poi alcuni risvolti e spiegazioni lasciano un po' a desiderare. Si ha l'impressione di una gestione in parte fallita su alcune tematiche della storia, come la gestione del motivo per cui "l'antagonista" ha fatto quello che ha fatto; inoltre Manhole è un manga molto crudo e difficile da leggere per alcune scene esplicite e in parte anche abbastanza disgustose a livello psicologico.
Di sicuro Manhole non è un manga per amanti degli shonen, degli shoujo o per deboli di stomaco. E' un Seinen maturo, discreto e disegnato molto bene da un autore che potrebbe dare ancora di più su altre opere future, fermo restando che già questo titolo è ottimamente realizzato, con i limiti che una serie breve può offrire. Per questo attendo e spero nella realizzazione di una nuova serie da parte di Tsutsui, magari più lunga, in quanto potrebbe essere curioso vederlo nuovamente al lavoro con più spazio a disposizione.
Una nota per l'edizione italiana: decisamente affascinante, una delle edizioni migliori che mi siano passate in mano. La carta è di livello ottimo, leggermente patinata, la stampa e' impressa in modo pulito, chiaro e potente. La copertina oltre ad essere stampata su sovracopertina di ottima qualità, ha un rilievo argentato bello da vedere e da toccare.
Manhole è una bella serie breve di soli 3 tankobon, confezionata su misura per chi vuole ricercare un Seinen la cui lettura fila liscia, per chi non rimane particolarmente impressionato di fronte a certe tematiche psicologiche e visive e... per chi ama le zanzare, se mai esistesse. Una più che discreta prova dell'autore che evidentemente ha messo molto impegno nella realizzazione di questa bella opera.
- Nota: nella serie e' presente, come fugace cameo, un personaggio proveniente da un altro lavoro breve di Tetsuya Tsutsui ("Reset", edito in Italia sempre dalla JPOP). I due lavori dell'autore oltre a questo non sono correlati in termini di storyline.