Recensione
Guin Saga
7.0/10
Non sono solita fare recensioni dopo aver visto/letto il primo volume/episodio di un'opera, ma visto che i giudizi su questo manga scarseggiano ho deciso di fare uno strappo alla regola.
Sinceramente mi aspettavo di più da questo manga, sia a livello grafico che di gestione della storia.
Partiamo dai disegni, che mi lasciano alquanto perplessa: in alcuni punti sono convincenti, e basta vedere gli screen qui a fianco per rendersene conto (le ultime due immagini sono davvero stupende), mentre in altre parti li ho trovati troppo leggeri, troppo abbozzati per riuscire a rendere bene l'atmosfera che, stando ai romanzi, avrebbe dovuto essere più cupa ed inquietante.
La resa grafica dei personaggi è anch'essa piuttosto altalenante e, proprio come nell'anime, lascia a desiderare nella resa dei protagonisti Rinda e Remus, che a me danno l'impressione di essere usciti da uno shojo d'altri tempi più che da un fantasy; buona invece la rappresentazione di Guin e soprattutto di Istvan, la cui controparte animata continua a non convincermi. Suni, invece, più che una mezza scimmia mi sembra un elfo rimpicciolito, e questo di certo non giova ad un personaggio che mi sta antipatico sin dall'epoca della lettura dei libri.
Un'ultima nota sul comparto dei disegni: se è vero che Miura s'è ispirato al Kurimoto per creare Berserk, Sawada ha, per così dire, 'ricambiato il favore' rifacendosi spesso ad alcune tavole di Misura per disegnare Guin (senza ovviamente raggiungere i livelli superbi del creatore del Guerriero Nero), o almeno questa è stata la mia impressione sin da subito. Che sia un bene o un male sta ai lettori deciderlo.
Passando poi alla gestione della trama, anche qui mi aspettavo qualcosina di più, visto che i tempi più rilassati dei manga avrebbero tranquillamente consentito di trattare in modo più approfondito gli eventi dei romanzi, visto che tanto verranno presi in considerazione solo i primi cinque, e non l'intero ciclo di 124 romanzi.
Infatti, proprio come nell'anime, vengono tagliate alcune scene che sì, magari potevano risultare superflue a livello di narrazione, ma che certamente avrebbero aiutato a rendere quell'atmosfera cupa di cui parlavo prima.
L'autore ha perso così una buona occasione di attrarre i lettori amanti di ambientazioni più dark di quelle da lui rese, ma pazienza, non si può certo avere tutto.
Sull'edizione Panini sorvoliamo come al solito, l'inchiostro macchia-dita è ormai un marchio di fabbrica a cui siamo tutti molto affezionati, per non parlare del prezzo alto se rapportato al numero di pagine.
In conclusione, considerando il fatto che ritengo questo manga un buon sistema per avvicinarsi ai romanzi originali e che in ogni caso non me la sento di buttarlo completamente giù dopo un solo volume, il mio voto finale è 7, con la solita speranza di ricredermi in futuro e pentirmi di aver dato un giudizio così basso, assieme all'augurio che il successo e le vendite di questo manga siano tali da indurre qualche casa editrice a pubblicare l'intera saga.
Sinceramente mi aspettavo di più da questo manga, sia a livello grafico che di gestione della storia.
Partiamo dai disegni, che mi lasciano alquanto perplessa: in alcuni punti sono convincenti, e basta vedere gli screen qui a fianco per rendersene conto (le ultime due immagini sono davvero stupende), mentre in altre parti li ho trovati troppo leggeri, troppo abbozzati per riuscire a rendere bene l'atmosfera che, stando ai romanzi, avrebbe dovuto essere più cupa ed inquietante.
La resa grafica dei personaggi è anch'essa piuttosto altalenante e, proprio come nell'anime, lascia a desiderare nella resa dei protagonisti Rinda e Remus, che a me danno l'impressione di essere usciti da uno shojo d'altri tempi più che da un fantasy; buona invece la rappresentazione di Guin e soprattutto di Istvan, la cui controparte animata continua a non convincermi. Suni, invece, più che una mezza scimmia mi sembra un elfo rimpicciolito, e questo di certo non giova ad un personaggio che mi sta antipatico sin dall'epoca della lettura dei libri.
Un'ultima nota sul comparto dei disegni: se è vero che Miura s'è ispirato al Kurimoto per creare Berserk, Sawada ha, per così dire, 'ricambiato il favore' rifacendosi spesso ad alcune tavole di Misura per disegnare Guin (senza ovviamente raggiungere i livelli superbi del creatore del Guerriero Nero), o almeno questa è stata la mia impressione sin da subito. Che sia un bene o un male sta ai lettori deciderlo.
Passando poi alla gestione della trama, anche qui mi aspettavo qualcosina di più, visto che i tempi più rilassati dei manga avrebbero tranquillamente consentito di trattare in modo più approfondito gli eventi dei romanzi, visto che tanto verranno presi in considerazione solo i primi cinque, e non l'intero ciclo di 124 romanzi.
Infatti, proprio come nell'anime, vengono tagliate alcune scene che sì, magari potevano risultare superflue a livello di narrazione, ma che certamente avrebbero aiutato a rendere quell'atmosfera cupa di cui parlavo prima.
L'autore ha perso così una buona occasione di attrarre i lettori amanti di ambientazioni più dark di quelle da lui rese, ma pazienza, non si può certo avere tutto.
Sull'edizione Panini sorvoliamo come al solito, l'inchiostro macchia-dita è ormai un marchio di fabbrica a cui siamo tutti molto affezionati, per non parlare del prezzo alto se rapportato al numero di pagine.
In conclusione, considerando il fatto che ritengo questo manga un buon sistema per avvicinarsi ai romanzi originali e che in ogni caso non me la sento di buttarlo completamente giù dopo un solo volume, il mio voto finale è 7, con la solita speranza di ricredermi in futuro e pentirmi di aver dato un giudizio così basso, assieme all'augurio che il successo e le vendite di questo manga siano tali da indurre qualche casa editrice a pubblicare l'intera saga.