Recensione
Berserk
9.0/10
Questo manga non ha bisogno di presentazioni; quindi se mi è permesso non mi occuperò del lato tecnico, per il quale non ho le sufficienti competenze, quanto per il lato narrativo.
Pertanto alla domanda "come sono i disegni?" non rispondo perchè scontato, ed il prodotto merita addirittura di più in quanto a riflessione filosofica e compromessi.
Riflessione perché si addentra in tematiche delicate, che illustro brevemente senza anticipare nulla; compromessi perché l'autore è morbosamente lontano da buonismi nel rappresentare un'umanità marcescente e in pieno delirio.
Colpisce senza dubbio alcuno un ferrato pessimismo; bene e male sono due entità umane, perché non esistono, sono una scelta umana di distinguere aspetti in realtà biunivoci. Il protagonista è un buon cattivo, o un cattivo buono come si preferisce, come tutti gli altri personaggi.
In secondo luogo c'è una palese polemica sulla massa: il mondo è plasmato nella sua interezza da poche persone che guidano il gregge, reminiscenza biblica ridondante nella storia.
Da notare che l'uomo/dio (altro aspetto biunivoco) è totalmente dominato dalle passioni; la ragione e' spaventosamente assente nel microuniverso presentato. Forse su tale elemento Miura calca leggermente la mano, le vicende di formazione degli interessati sono un po' esasperate, soprattutto per Gatsu che nelle battute per ora conclusive perde quell'equilibrio sadico; la sua luce ombra diventa opposizione tra innamorato e criminale, eccessivo a mio avviso.
Ottimo prodotto comunque, merita sicuramente in mezzo a tanta paccottiglia.
Pertanto alla domanda "come sono i disegni?" non rispondo perchè scontato, ed il prodotto merita addirittura di più in quanto a riflessione filosofica e compromessi.
Riflessione perché si addentra in tematiche delicate, che illustro brevemente senza anticipare nulla; compromessi perché l'autore è morbosamente lontano da buonismi nel rappresentare un'umanità marcescente e in pieno delirio.
Colpisce senza dubbio alcuno un ferrato pessimismo; bene e male sono due entità umane, perché non esistono, sono una scelta umana di distinguere aspetti in realtà biunivoci. Il protagonista è un buon cattivo, o un cattivo buono come si preferisce, come tutti gli altri personaggi.
In secondo luogo c'è una palese polemica sulla massa: il mondo è plasmato nella sua interezza da poche persone che guidano il gregge, reminiscenza biblica ridondante nella storia.
Da notare che l'uomo/dio (altro aspetto biunivoco) è totalmente dominato dalle passioni; la ragione e' spaventosamente assente nel microuniverso presentato. Forse su tale elemento Miura calca leggermente la mano, le vicende di formazione degli interessati sono un po' esasperate, soprattutto per Gatsu che nelle battute per ora conclusive perde quell'equilibrio sadico; la sua luce ombra diventa opposizione tra innamorato e criminale, eccessivo a mio avviso.
Ottimo prodotto comunque, merita sicuramente in mezzo a tanta paccottiglia.