Recensione
Detective Conan
10.0/10
Il manga, come al solito, è meglio dell'anime, anche perchè diventa più semplice seguire i ragionamenti di Conan e quindi permette al lettore di cercare meglio la soluzione del caso. La cosa brutta nel manga è l'atmosfera che, almeno secondo me, viene a mancare nei casi degli Uomini in Nero (MIB) visto che l'anime allunga i tempi e crea più suspense allo spettatore. I disegni fatti da Gosho Aoyama sono perfetti e vengono utilizzati molti dialoghi. Detective Conan parla di un ragazzo liceale, Kudo Shinichi, che per caso ha incontrato un'organizzazione (i MIB) che con un veleno provano a metterlo a tacere per sempre... ma questo provoca invece un immediato ringiovanimento. Da questo momento il nome di Shinichi cambia in Conan Edogawa, perchè i MIB sapendolo ancora vivo lo cercherebero per uccidere lui e tutti i suoi conoscenti. Per questo il segreto verrà rivelato solo al vicino di casa, Dottor Agasa, e a una ex MIB, Ai (Shery era il nome in codice che aveva prima di bere la stesa pozione di Shinichi), e al suo amico Heiji (anche lui detective liceale ma di Osaka).
Da quel momento Conan indagherà su molti casi approfittando dell'ospitalità di Ran (l'amica d'infanzia) e Kogoro, cercando sempre indizi su i MIB in modo da poter ritornare finalmente normale.
Da quel momento Conan indagherà su molti casi approfittando dell'ospitalità di Ran (l'amica d'infanzia) e Kogoro, cercando sempre indizi su i MIB in modo da poter ritornare finalmente normale.