Recensione
Labyrinth
9.0/10
Labyrinth (Suteki Tantei Labyrinth) è un manga diretto da Meito Banjo e disegnato da Seiji Wakayama, pubblicato in Giappone nel 2006 dalla casa editrice Kodansha edito qua in Italia nel 2009 da GP Publishing. Qui è arrivato un po’ in sordina e senza tanto clamore.
Riassunto dei primi due volumi:
Un tempo convulsa metropoli del Giappone, Tokio è oggi una città devastata e semideserta, chiamata comunemente Kyuto, “Vecchia Capitale”, per distinguerla da Shinto, la nuova capitale. In questa città in rovina, ridotta a covo dei peggiori malviventi, succedono continuamente crimini di ogni genere, al punto che la situazione è ormai ingestibile anche per la polizia. Alcuni casi, ai quali né la scientifica né le indagini riescono a dare spiegazione logica, vengono archiviati con la definizione di “casi paranormali” restando così irrisolti. L’ispettore di Shinto Miyako è però convinta che sia possibile spiegare razionalmente anche i casi più misteriosi e, in compagnia dell’agente Ryusuke Inogami, si mette a indagare su un delitto archiviato come “paranormale” nel quale era stato ritrovato un cadavere infilzato sulla punta di una vecchia torre di ferro. I due poliziotti, non riuscendo a trovare indizi, decidono di ricorrere all’aiuto di un giovane detective di Kyuto, che già altre volte ha fornito il suo aiuto alla legge. Tomaru rimane però molto stupita quando, incontrandolo, scopre che il noto Myuki Hyuga è in realtà un dolce bambino di undici anni, assistito dall’inseparabile maggiordomo Seirano Shinano, dall’imbranata cameriera Hatsumi e dalla turbolenta amica Sanae. Seppur restia, l’ispettore accetta così di coinvolgere il ragazzino nelle indagini e così, grazie alle incredibili deduzioni di Myuki, riescono a scoprire l’identità dell’assassino – il vigile del fuoco Ramo – e il modo con cui ha potuto trasportare il cadavere fino alla cima dell’alta torre. Qualche giorno dopo, nel liceo femminile Wakasuka Moegi, viene ucciso il professore di musica Mokuno, noto per intrattenere rapporti poco professionali con le studentesse. All’arrivo della polizia però, accanto al cadavere, si trova proprio Hatsumi, che si era recata nell’aula per parlare con l’insegnante con in mano le forbici usate per uccidere l’uomo. La cameriera di Myuki finisce così per essere considerata la principale indiziata dell’omicidio, ma il suo amico detective, con l’aiuto di Tomaru, Seiran e gli altri, è deciso a dimostrare l’innocenza di Hatsumi…
Scopre così che l’umo lavorava di nascosto in un host club e che la maestra di violino dell’istituto Seishuin, la professoressa Itsumi, era una delle sue clienti. Indagando ulteriormente, riesce a incastrare la donna dimostrando che il suo alibi è falso e che è stata proprio lei l’assassina, scagionando così Hatsumi. Successivamente Myuki viene interpellato dalla polizia per una serie di casi di indagini di giovani ragazze svanite nel nulla. Appena iniziano le indagini, però, scompare misteriosamente anche l’amica di Myuki, Sanae. Il piccolo detective, analizzando le carte numerate ritrovate nei luoghi delle sparizioni, comprende che il colpevole deve essere qualcuno che lo conosce bene. Tutti gli indizi diventano chiari e lo indirizzano… al salone di casa sua! Lì Myuki ritrova Sanae e un inquietante personaggio di nome Seiju…
La trama di Labyrinth l’ho trovata assai originale, complicata e articolata. Non è affatto semplice e per alcuni casi, bisogna rileggere due volte le deduzioni di Myuki per capirle affondo. La storia scorre velocemente e in modo rapido, ma non troppo. La sceneggiatura e i dialoghi sono perfetti e l’impostazione delle tavole è quantomeno azzecata. L’approfondimento di tutti i personaggi non è mai blando ma anzi, sono tutti ben usati e con una psicologia interessante; in primis Myuki, un personaggio che all’apparenza può sembrare un comune ragazzino, ma che poi si rivela un personaggio molto misterioso.
Parlando del disegno, devo dire che, è uno dei migliori mai visti, estremamente curato, dettagliato e particolareggiato. Le tavole sono comunemente ricche di tratteggi e il design è molto originale e ben fatto, considerando che si tratta di un’opera di debutto (anche se non lo fosse, comunque).
L’edizione italiana di GP Publishing è molto buona. Presenta una rilegatura morbida e flessibile, e sfogliare l’albo è molto piacevole. La carta liscia e bianca si adegua perfettamente alla storia, unica nota dolente sono un po’ di errori grammaticali qua e la, ma che si ritrovano, fortunatamente, solo nel primo volumetto. Il rapporto qualità/prezzo (3.90 euro) è ottimo, considerando la buona rilegatura e l’assenza di sovracopertina e pagine a colori.
Un ottimo manga che seguirò fino alla fine.
Riassunto dei primi due volumi:
Un tempo convulsa metropoli del Giappone, Tokio è oggi una città devastata e semideserta, chiamata comunemente Kyuto, “Vecchia Capitale”, per distinguerla da Shinto, la nuova capitale. In questa città in rovina, ridotta a covo dei peggiori malviventi, succedono continuamente crimini di ogni genere, al punto che la situazione è ormai ingestibile anche per la polizia. Alcuni casi, ai quali né la scientifica né le indagini riescono a dare spiegazione logica, vengono archiviati con la definizione di “casi paranormali” restando così irrisolti. L’ispettore di Shinto Miyako è però convinta che sia possibile spiegare razionalmente anche i casi più misteriosi e, in compagnia dell’agente Ryusuke Inogami, si mette a indagare su un delitto archiviato come “paranormale” nel quale era stato ritrovato un cadavere infilzato sulla punta di una vecchia torre di ferro. I due poliziotti, non riuscendo a trovare indizi, decidono di ricorrere all’aiuto di un giovane detective di Kyuto, che già altre volte ha fornito il suo aiuto alla legge. Tomaru rimane però molto stupita quando, incontrandolo, scopre che il noto Myuki Hyuga è in realtà un dolce bambino di undici anni, assistito dall’inseparabile maggiordomo Seirano Shinano, dall’imbranata cameriera Hatsumi e dalla turbolenta amica Sanae. Seppur restia, l’ispettore accetta così di coinvolgere il ragazzino nelle indagini e così, grazie alle incredibili deduzioni di Myuki, riescono a scoprire l’identità dell’assassino – il vigile del fuoco Ramo – e il modo con cui ha potuto trasportare il cadavere fino alla cima dell’alta torre. Qualche giorno dopo, nel liceo femminile Wakasuka Moegi, viene ucciso il professore di musica Mokuno, noto per intrattenere rapporti poco professionali con le studentesse. All’arrivo della polizia però, accanto al cadavere, si trova proprio Hatsumi, che si era recata nell’aula per parlare con l’insegnante con in mano le forbici usate per uccidere l’uomo. La cameriera di Myuki finisce così per essere considerata la principale indiziata dell’omicidio, ma il suo amico detective, con l’aiuto di Tomaru, Seiran e gli altri, è deciso a dimostrare l’innocenza di Hatsumi…
Scopre così che l’umo lavorava di nascosto in un host club e che la maestra di violino dell’istituto Seishuin, la professoressa Itsumi, era una delle sue clienti. Indagando ulteriormente, riesce a incastrare la donna dimostrando che il suo alibi è falso e che è stata proprio lei l’assassina, scagionando così Hatsumi. Successivamente Myuki viene interpellato dalla polizia per una serie di casi di indagini di giovani ragazze svanite nel nulla. Appena iniziano le indagini, però, scompare misteriosamente anche l’amica di Myuki, Sanae. Il piccolo detective, analizzando le carte numerate ritrovate nei luoghi delle sparizioni, comprende che il colpevole deve essere qualcuno che lo conosce bene. Tutti gli indizi diventano chiari e lo indirizzano… al salone di casa sua! Lì Myuki ritrova Sanae e un inquietante personaggio di nome Seiju…
La trama di Labyrinth l’ho trovata assai originale, complicata e articolata. Non è affatto semplice e per alcuni casi, bisogna rileggere due volte le deduzioni di Myuki per capirle affondo. La storia scorre velocemente e in modo rapido, ma non troppo. La sceneggiatura e i dialoghi sono perfetti e l’impostazione delle tavole è quantomeno azzecata. L’approfondimento di tutti i personaggi non è mai blando ma anzi, sono tutti ben usati e con una psicologia interessante; in primis Myuki, un personaggio che all’apparenza può sembrare un comune ragazzino, ma che poi si rivela un personaggio molto misterioso.
Parlando del disegno, devo dire che, è uno dei migliori mai visti, estremamente curato, dettagliato e particolareggiato. Le tavole sono comunemente ricche di tratteggi e il design è molto originale e ben fatto, considerando che si tratta di un’opera di debutto (anche se non lo fosse, comunque).
L’edizione italiana di GP Publishing è molto buona. Presenta una rilegatura morbida e flessibile, e sfogliare l’albo è molto piacevole. La carta liscia e bianca si adegua perfettamente alla storia, unica nota dolente sono un po’ di errori grammaticali qua e la, ma che si ritrovano, fortunatamente, solo nel primo volumetto. Il rapporto qualità/prezzo (3.90 euro) è ottimo, considerando la buona rilegatura e l’assenza di sovracopertina e pagine a colori.
Un ottimo manga che seguirò fino alla fine.