Recensione
L'uomo della tundra
9.0/10
Recensione di Zannabianca15
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"L'uomo della tundra" è una raccolta di sei racconti ambientate in vari luoghi della Terra (dall'Alaska al Giappone) e che mostrano il difficile rapporto che lega l'uomo alla natura.
Molto varie le trame e le tematiche: si racconta della difficoltà di convivere con la natura e di "sopravvivere", come nei primi due racconti tratti dalle opere di Jack London (il primo, "Il viaggiatore delle terre ghiacciate", è inedito e riguarda degli appunti trovati in un suo taccuino, il secondo, "La bianca terra desolata", invece è preso dalla prima parte di "Zanna Bianca); oppure si parla di tradizioni e di vendetta di un vecchio giapponese verso un orso che ha ucciso suo figlio, nel terzo racconto "Verso la montagna".
Ma il rapporto tra l'uomo e la natura non è solo negativamente difficile, ma anche sentimentale, come quello che lega una bambina all'isola dove abita e al mare dove nuota ogni giorno ("L'isola di Kayose"), o l'amicizia fra un biologo marino e una balena che lo porterà a rischiare di morire per vedere il cimitero delle balene.
L'unico racconto che non c'entra con il tema della natura è "Shokaro", nome di un'antica pensione dove un aspirante mangaka vive insieme ai suoi strani vicini: questa volta l'Uomo deve vedersela con le antiche tradizioni sopraffatte dall'era moderna. Ma il protagonista, rinchiuso in quella piccola stanza soffocante a disegnare, quando guarda nella finestrella sul soffitto, forse desidera qualcosa di più, la libertà, l'aperto... forse la Natura.
Alla fine l'uomo non deve dimenticare che contrastare e ribellarsi alla Natura non servirà a nulla: convivere e prenderne atto è la soluzione migliore, perchè l'Uomo è egli stesso un animale, un essere vivente nato dalla Natura.
Jiro Taniguchi in questi racconti non fa mai vedere una Natura "cattiva" e "malvagia", ma piuttosto la fa diventare misteriosa, magnifica, stupenda e a volte anche magica, e tutto questo grazie alla sua grafica eccezionale: i disegni sono perfetti e fanno vedere tutta lo splendore "selvaggio" della nostra Terra.
L'edizione della Coconino Press forse è un po' cara, ma il formato grande e la buona stampa fanno apprezzare al massimo i disegni di Taniguchi.
"L'uomo della tundra" è la prima opera che mi ha fatto scoprire Jiro Taniguchi. E ne sono infinitamente felice, perchè questo volume mi ha fatto commuovere più volte: se si è appassionati di fumetto (e non solo giapponese) leggere questo autore è d'obbligo.
Molto varie le trame e le tematiche: si racconta della difficoltà di convivere con la natura e di "sopravvivere", come nei primi due racconti tratti dalle opere di Jack London (il primo, "Il viaggiatore delle terre ghiacciate", è inedito e riguarda degli appunti trovati in un suo taccuino, il secondo, "La bianca terra desolata", invece è preso dalla prima parte di "Zanna Bianca); oppure si parla di tradizioni e di vendetta di un vecchio giapponese verso un orso che ha ucciso suo figlio, nel terzo racconto "Verso la montagna".
Ma il rapporto tra l'uomo e la natura non è solo negativamente difficile, ma anche sentimentale, come quello che lega una bambina all'isola dove abita e al mare dove nuota ogni giorno ("L'isola di Kayose"), o l'amicizia fra un biologo marino e una balena che lo porterà a rischiare di morire per vedere il cimitero delle balene.
L'unico racconto che non c'entra con il tema della natura è "Shokaro", nome di un'antica pensione dove un aspirante mangaka vive insieme ai suoi strani vicini: questa volta l'Uomo deve vedersela con le antiche tradizioni sopraffatte dall'era moderna. Ma il protagonista, rinchiuso in quella piccola stanza soffocante a disegnare, quando guarda nella finestrella sul soffitto, forse desidera qualcosa di più, la libertà, l'aperto... forse la Natura.
Alla fine l'uomo non deve dimenticare che contrastare e ribellarsi alla Natura non servirà a nulla: convivere e prenderne atto è la soluzione migliore, perchè l'Uomo è egli stesso un animale, un essere vivente nato dalla Natura.
Jiro Taniguchi in questi racconti non fa mai vedere una Natura "cattiva" e "malvagia", ma piuttosto la fa diventare misteriosa, magnifica, stupenda e a volte anche magica, e tutto questo grazie alla sua grafica eccezionale: i disegni sono perfetti e fanno vedere tutta lo splendore "selvaggio" della nostra Terra.
L'edizione della Coconino Press forse è un po' cara, ma il formato grande e la buona stampa fanno apprezzare al massimo i disegni di Taniguchi.
"L'uomo della tundra" è la prima opera che mi ha fatto scoprire Jiro Taniguchi. E ne sono infinitamente felice, perchè questo volume mi ha fatto commuovere più volte: se si è appassionati di fumetto (e non solo giapponese) leggere questo autore è d'obbligo.