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7.0/10
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Wataru Yoshimizu è conosciuta in tutto il mondo per "Marmalade Boy", opera della quale è stata realizzato un anime giunto anche in Italia col nome "Piccoli Problemi di Cuore". Dopo quello che rimane tuttora il suo più grande successo, la mangaka ha realizzato diversi altri fumetti di breve durata (tutti composti da 1-2 volumi, a parte un paio di eccezioni da 5-6 volumi) nei quali ragazze adolescenti sono protagoniste di leggere storie d'amore minate dai dubbi e dai comportamenti propri di quell'età.
Questo "Spicy Pink" è il tentativo di realizzare finalmente qualcosa di più adulto, a partire dalla caratterizzazione anagrafica della protagonista: Sakura ha 26 anni e, anche se presenta ancora qualche goffaggine propria delle eroine degli shojo per essere più simpatica al lettore, la sua età sposta naturalmente la narrazione su un piano più maturo, con meno paranoie, insicurezze e imbarazzi giovanili.
Durante una cena di gruppo per soli single, Sakura incontra Iku, un chirurgo estetico interessato alla protagonista ma senza darlo troppo a vedere, un po' per il carattere introverso e un po' perché prova gusto nello stuzzicarla; i due si avvicineranno e cominceranno a frequentarsi senza troppi romanticismi smielati, ma vivendo un rapporto complicato a causa delle poche volte che si possono incontrare per via dei rispettivi impegni lavorativi. Questa rappresentazione realistica purtroppo è interrotta di tanto in tanto da colpi di scena sensazionalistici e ritorni dal passato dei due protagonisti, che trasformano un'affascinante ritratto di una relazione tra adulti in una vicenda da soap opera, sorprendente ma meno ispirata di quanto non siano i passaggi più quotidiani della trama.
Un elemento che rende speciale "Spicy Pink" è la professione svolta da Sakura, ovvero la mangaka: si tratta di un contesto sicuramente originale per una storia d'amore, di cui la Yoshimizu approfitta per raccontare in modo personale i ritmi e il modo di vivere della sua attività, tra scadenze e uscite con le colleghe. Tra le pagine traspare anche uno sfogo palesemente autobiografico: Sakura col cuore in mano confessa che pur amando il suo mestiere, spesso non le viene lasciato spazio quando vorrebbe scrivere storie di genere differente, mentre la sua editor le ricorda che non sempre una storia originale è da considerarsi come riuscita, siccome il pubblico si aspetta determinati schemi e determinati personaggi e che quindi è bene concentrarsi su cosa vogliono i lettori. Ripercorrendo la carriera della Yoshimizu si può intuire da dove nasca questa frustrazione; forse proprio per simili direttive editoriali, nonostante l'autrice abbia cercato di allontanarsi dai propri cliché, si riaffacciano alcuni espedienti narrativi delle sue precedenti opere, dando così vita a un fumetto originale solo in parte.

E' un peccato che questo progetto distante dai canoni della Yoshizumi sia stato anche interrotto bruscamente senza troppo preavviso, forzando così l'autrice ad assemblare un finale di fortuna ma che fortunatamente non risulta affrettato; non si capisce però il motivo per cui Planet Manga abbia deciso di concludere il secondo volume con la scritta "Continua prossimamente!", dato che in patria il fumetto è terminato senza alcuna avvisaglia di essere ripreso in futuro...

Da apprezzare il tratto della disegnatrice che nel tempo sta continuando a maturare, raggiungendo una pulizia sempre maggiore e riesce ad adattarsi a personaggi più adulti come quelli che compongono la maggior parte del cast di "Spicy Pink".