Recensione
Mars
8.0/10
Non di rado capita nei manga di leggere l'avvertenza: i personaggi presenti in questo albo sono tutti maggiorenni e comunque non si tratta di persone realmente esistenti, ma di rappresentazioni grafiche. Eppure sebbene, necessario, tale monito risulta essere, nel manga di cui parliamo, decisamente inappropriato.
Si, perché i protagonisti di Mars non sono né maggiorenni (Rei compirà 18 anni solo negli ultimi numeri), né danno la sensazione di essere mere rappresentazioni. La capacità di indagare la psicologia dei personaggi della Souryo è tale da riuscire a renderli tridimensionali, quasi palpabili. Descrivendo le loro paure e ossessioni con incredibile maestria, plasmando i caratteri degli stessi nella gioia e nel dolore, nella paura e nella debolezza, servendosi infine di un intreccio complesso ma sempre attento, la mangaka riesce a scolpire "Mars".
Rei e Kira, i protagonisti della storia, rappresentano al meglio la fragilità che si cela nei giovani di oggi, che si annidi dietro la bellezza raggiante di un ragazzo che apparentemente ha tutto (donne, successo, fascino e alla fine anche soldi) ma che dentro si sente divorato dalla solitudine e dai ricordi, o che si eclissi dietro al garbo e alla delicatezza di una ragazza incapace di uscire dalla corazza che lei stessa si è costruita per sopravvivere alla crudeltà della vita.
Meno riuscita la rappresentazione di alcuni personaggi secondari come Harumi e Hamazaki, che passano dall'essere descritti come psicopatici all'inizio per poi divenire amica del cuore la prima, amicone sempre affidabile il secondo. Non che la cosa pesi molto all'interno della storia essendo appunto personaggi secondari, oserei definire Hamazaki anche marginale.
Costante e sempre scrupolosamente sviscerato, il tema della morte. Che si tratti di suicidio o di omicidio, la Souryo riesce a non cadere mai nella banalità, ricercando le pulsioni che possono animare tali scelte e descrivendo con attenzione l'arma con cui da sempre, uomini e donne affrontano le paure e le insicurezze che da esse discendono, ossia l'amore.
Sotto il profilo grafico un buon manga, forse non il meglio della Souryo ma decisamente sopra la media degli shojo in genere. L'autrice riesce a rappresentare con il suo tratto semplice e pulito la esile e ispirante protezione figura di Kira, e l'atletico corpo del fascinoso Rei.
Un capolavoro assoluto che consiglio a chiunque, ragazzi e ragazze, e che va al di là di qualsiasi etichetta di genere.
Si, perché i protagonisti di Mars non sono né maggiorenni (Rei compirà 18 anni solo negli ultimi numeri), né danno la sensazione di essere mere rappresentazioni. La capacità di indagare la psicologia dei personaggi della Souryo è tale da riuscire a renderli tridimensionali, quasi palpabili. Descrivendo le loro paure e ossessioni con incredibile maestria, plasmando i caratteri degli stessi nella gioia e nel dolore, nella paura e nella debolezza, servendosi infine di un intreccio complesso ma sempre attento, la mangaka riesce a scolpire "Mars".
Rei e Kira, i protagonisti della storia, rappresentano al meglio la fragilità che si cela nei giovani di oggi, che si annidi dietro la bellezza raggiante di un ragazzo che apparentemente ha tutto (donne, successo, fascino e alla fine anche soldi) ma che dentro si sente divorato dalla solitudine e dai ricordi, o che si eclissi dietro al garbo e alla delicatezza di una ragazza incapace di uscire dalla corazza che lei stessa si è costruita per sopravvivere alla crudeltà della vita.
Meno riuscita la rappresentazione di alcuni personaggi secondari come Harumi e Hamazaki, che passano dall'essere descritti come psicopatici all'inizio per poi divenire amica del cuore la prima, amicone sempre affidabile il secondo. Non che la cosa pesi molto all'interno della storia essendo appunto personaggi secondari, oserei definire Hamazaki anche marginale.
Costante e sempre scrupolosamente sviscerato, il tema della morte. Che si tratti di suicidio o di omicidio, la Souryo riesce a non cadere mai nella banalità, ricercando le pulsioni che possono animare tali scelte e descrivendo con attenzione l'arma con cui da sempre, uomini e donne affrontano le paure e le insicurezze che da esse discendono, ossia l'amore.
Sotto il profilo grafico un buon manga, forse non il meglio della Souryo ma decisamente sopra la media degli shojo in genere. L'autrice riesce a rappresentare con il suo tratto semplice e pulito la esile e ispirante protezione figura di Kira, e l'atletico corpo del fascinoso Rei.
Un capolavoro assoluto che consiglio a chiunque, ragazzi e ragazze, e che va al di là di qualsiasi etichetta di genere.