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Essendo nata nel 1993, posso forse dire di aver visto l'apice del fenomeno Sailor Moon in Italia. Tutte le serie animate erano costantemente trasmesse in televisione e i gadget spopolavano (ricordo che avevo almeno tre bambole delle guerriere Sailor); persino i corredi di scuola raffiguravano le celebri eroine. Nonostante tutto, però, non ricordo praticamente nulla dell'anime (anche se mi ricordo alcuni episodi con una nitidezza per me inusuale); e forse questo è un bene, viste le pesantissime censure che purtroppo hanno fatto storia. Un altro motivo in più per leggere il manga, anche considerando il recente ritorno di Sailor Moon sia nelle televisioni che nelle edicole e fumetterie. Ho quindi cercato di impormi una lettura scevra di pregiudizi, come se fosse un'opera che non conoscevo. E probabilmente questo è stato l'atteggiamento migliore, perché mi ha consentito sia di vedere i pregi che i difetti della serie.

La trama la conoscono anche i sassi, ma presenta delle trovate genuine e fantasiose. L'idea delle combattenti donne, ad esempio, o la figura di Chibiusa, per non parlare poi della relazione tra Haruka e Michiru. Purtroppo, però, nel corso delle serie la fantasia dell'autrice sembra esaurirsi, e alcune dinamiche tornano diverse volte, come la figura che non si sa se sia buona o cattiva o il personaggio che viene plagiato dal nemico di turno. Ciò non toglie che il manga sia bello da leggere, ma così alcuni colpi di scena non rendono bene, perché si sono visti prima.
Il tratto non è il mio genere, ma mi piace: si adatta alla storia come un guanto, e alcuni disegni sono davvero belli. Consiglierei però a Naoko Takeuchi di esercitarsi nel fare gli animali: i poveri Luna e Artemis sembrano sempre schiacciati e sproporzionati.
Per quanto riguarda i personaggi, invece, sembra di vedere una boyband. Ogni protagonista sembra studiato apposta per piacere ad una determinata categoria di persone e spingerle ad immedesimarsi in loro, e probabilmente è così. Essendo tantissimi, soprattutto le Sailor, alcuni vengono caratterizzati bene ed altri male. Ad esempio: a che serve il personaggio di Makoto, alias Sailor Jupiter, se non fa praticamente niente? Però ci sono anche altri personaggi caratterizzati molto bene, come le sopraccitate Chibiusa e Minako. E il loro scopo nella storia è perfino definito!
Menzione di onore per Mamoru. Come personaggio in sé non è niente di speciale, ma la sua condizione di schiacciante minoranza merita a mio parere un paio di parole. La sua funzione è ben chiara, almeno questo, ma è pur sempre l'unico protagonista maschile in mezzo a tantissime donne. Poveretto... o forse no?

In sostanza, alla fine non mi sono pentita di leggere Sailor Moon. È un manga probabilmente sopravvalutato per colpa dell'anime, ma si fa leggere con piacere anche a distanza di anni, cosa non da poco. Credo che lo consiglierei, ma ad una condizione: che lo si legga dimenticandosi dell'anime e del merchandising folle a cui è stato sottoposto negli anni. Solo così si può valutarlo giustamente.