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Partiamo dal presupposto che il secondo volume termina con un bel "to be continued in code: 03", perché è venuto a mancare l'iniziale intento di continuare con un terzo volume, quindi la serie è da ritenersi completa.

Una mini serie che ha il suo punto di forza in quelle tavole che ricordano le particolarità del videogioco di Devil May Cry 3. Ho apprezzato il disegno, che è riuscito perfettamente a rendere i personaggi nella loro "forma fumettistica", ricalcando bene anche gli aspetti caratteriali sia del giovane Dante, con il suo tipico sarcasmo e la sua leggerezza, ma a mio avviso ancor più fedele a quello che abbiamo visto nel videogioco è il gemello Vergil, con la sua tacita presunzione. Splendide le tavole in cui possiamo ammirare i dettagli delle pistole, delle spade e l'abbigliamento dei protagonisti, disegnati identici a come gli amanti della saga possono ricordare. Anche gli stili di combattimento sono stati ripresi e resi molto bene: pur parlando di un manga, i movimenti acrobatici veloci e ampi di Dante sono raffigurati i tutta la loro dinamicità, lo stesso vale per i colpi fatali di Vergil, che rimane sempre molto composto quando si tratta di sfoderare la katana per eliminare chi non è alla sua altezza (si vede semplicemente Vergil che mette mano alla spada, e nel riquadro dopo qualche sventurato fatto a pezzi). Ci sono naturalmente molti altri elementi che richiamano al videogioco, come il grande demone Sparda o la versione demoniaca di Dante per citare i più celebri.

Credo che quest'opera posa essere apprezzata solo da un conoscitore/amante di Devil May Cry, e se l'intento originario era quello di ripercorrere gli eventi narrati nel terzo capitolo, questi due volumi riescono a narrarne soltanto il prologo, e anche in maniera non completa dal momento che non si arriva nemmeno a vedere erigersi la torre Temen-Ni-Gru dalle profondità della terra.
Nel complesso due volumi che ricordano con nostalgia una delle saghe più belle, ma che lasciano tutto in sospeso sul più bello.